Dito del piede si muove da solo

Il Neuroma di Morton è una patologia del piede abbastanza diffusa. In particolare si tratta di una metatarsalgia: un dolore di natura infiammatoria all’altezza dei metatarsi che si trovano nella parte anteriore del piede. 

Molto spesso i pazienti che sentono parlare per la prima volta del Neuroma di Morton tendono ad allarmarsi pensando che sia qualcosa di raro o gravissimo. In realtà, diciamolo subito, per quanto dolorosa e fastidiosa, questa sindrome è comune e assolutamente curabile. Anzi, nella maggior parte dei casi si risolve con la terapia conservativa. 

La sindrome di Morton colpisce statisticamente di più le donne e si presenta con dei sintomi facilmente riconoscibili che spiegheremo a breve.  

Cos’è la metatarsalgia di Morton

Dito del piede si muove da solo

Nella parte anteriore del piede ci sono cinque ossa, dette ossa metatarsali o metatarsi, da cui partono le falangi che compongono le dita. Il termine metatarsalgia indica un dolore di natura infiammatoria che colpisce proprio questa zona del piede.

La metatarsalgia può avere cause diverse. Quella di Morton è legata ad una continua sollecitazione di uno dei nervi interdigitali (nervi che decorrono sotto e in mezzo ai metatarsi), che causa la formazione di tessuto fibroso in eccesso e quindi un ispessimento in un tratto del nervo. È proprio questo ispessimento a prendere il nome di “neuroma”. 

I sintomi iniziano a manifestarsi perché il neuroma va a comprimere il nervo. Il Neuroma di Morton infatti rientra fra le patologie degenerative dei nervi plantari.

Non esiste una causa univoca che spiega questa patologia ma si conoscono diversi fattori che possono contribuire alla formazione di questo tessuto fibroso. In alcuni casi si può formare addirittura una pallina percepibile al tatto.  

Il Neuroma di Morton può colpire qualsiasi nervo interdigitale anche se quasi sempre riguarda il nervo fra il terzo e il quarto dito. Questo perché, per anatomia, lo spazio fra il terzo e il quarto metatarso è minore che fra gli altri metatarsi. 

Neuroma di Morton cause

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Come detto sopra non esiste una causa univoca che provoca il morbo di Morton. Lo studio della patologia però ha individuato una serie di fattori che sollecitano negativamente i nervi interdigitali e rendono più propensi allo sviluppo della patologia. 

I fattori più comuni sono:

  • L’utilizzo abituale di tacchi alti, che portano a caricare un peso maggiore sull’avampiede. Può essere anche per questo motivo che la sindrome di Morton colpisce in genere di più le donne. 
  • L’utilizzo di calzature strette che comprimono l’avampiede, in particolare le teste metatarsali.
  • Il piede cavo, perché anche se in misura minore rispetto al tacco alto, il fatto di non appoggiare completamente la pianta perché l’arco plantare è molto accentuato, comporta comunque una distribuzione del carico più propenso verso la parte anteriore del piede.
  • L’obesità o uno stato importante di sovrappeso. Questo come sappiamo è un fattore che incide su moltissime patologie. 
  • La pratica costante della corsa o della marcia, per via dei continui micro-traumi a cui vengono inevitabilmente sottoposti i piedi durante questi sport. 
  • Una qualche malformazione congenita del piede, anche lieve. Per esempio se due teste metatarsali sono troppo vicine fra loro mettono già il nervo in uno stato di compressione. 
  • L’alluce valgo. Questo viene spesso associato all’insorgere del neuroma di Morton per lo stesso motivo del fattore precedente. Con l’unica differenza che l’alluce valgo non è congenito ma si presenta con l’avanzare dell’età.
  • Una postura scorretta del piede. Molte persone poggiano male il piede quando camminano e non ne sono consapevoli. Questo a lungo andare può provocare diverse problematiche e dolori, fra cui anche il neuroma di Morton. Ecco perché si consiglia di fare sempre un’analisi del cammino preventiva. 
  • Un trauma, come la frattura di un osso del piede o una distorsione con conseguente gonfiore. 

Morbo di Morton sintomi

Dito del piede si muove da solo

Fra i sintomi del neuroma di Morton al piede il più distintivo è il dolore localizzato. Si tratta in genere di un dolore che si presenta a forti fitte piuttosto che essere costante, i pazienti lo descrivono come un bruciore o come delle scosse elettriche dentro il piede. 

All’inizio le fitte possono essere anche rare e alternate a momenti di nessun dolore. Con il persistere della patologia poi diventano sempre più frequenti. Il dolore inoltre si percepisce anche alla palpazione del punto dove si è formato il neuroma. 

Alcuni pazienti riferiscono un dolore a tutto l’avampiede, non solo in corrispondenza dei metatarsi, perché il dolore si può irradiare lateralmente o in avanti coinvolgendo anche le dita. 

Un ulteriore sintomo che può comparire, dopo un po’ di tempo, è il formicolio o la perdita di sensibilità in quella zona del piede.

Neuroma di Morton cura

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Se si provano questi sintomi, tipici del neuroma di Morton, è bene fare una visita specialistica con un ortopedico chirurgo del piede per diagnosticare la patologia ed intervenire il prima possibile per curarla. 

Nel nostro centro a Bassano del Grappa sono due gli ortopedici specialisti del piede: il Dott. Stefano Santini e il Dott. Andrea Postorino. 

Durante la visita lo specialista riesce a capire con la palpazione se si tratta di metatarsalgia. Una volta compreso questo deve capire di che metatarsalgia si tratta, ovvero se è data dal neuroma di Morton oppure da altre cause. 

Nella maggior parte dei casi riesce a capirlo facendo un semplice test che si chiama Segno di Mulder. Il test consiste nello stringere con una mano il piede (in un certo modo), mentre con l’altra si fa pressione fra un metatarso e l’altro per vedere se, con la pressione, si avverte un riflesso, una specie di clic che fa il piede se il nervo interdigitale è compresso dal neuroma.

Qualche volta può capitare che, dopo aver fatto tutte le domande necessarie ed eseguito il test di Mulder, lo specialista non sia ancora sicuro al 100% della diagnosi. In questo caso il  medico chiederà al paziente di eseguire un’ecografia oppure una risonanza magnetica all’avampiede. 

L’esito di questi esami servirà ad escludere con certezza altre patologie del piede che si manifestano con sintomi simili a quelli della sindrome di Morton. 

Neuroma di Morton terapia

Dito del piede si muove da solo

Quando viene diagnosticato il neuroma di Morton la prima cosa da capire è da quanto tempo persistono i sintomi. Se i sintomi ci sono da meno di 6 mesi si può procedere con la terapia conservativa, ovvero con la fisioterapia: laserterapia e terapia manuale. 

Queste terapie aiutano a curare il dolore ed è probabile che, modificando alcune abitudini su consiglio del medico, i sintomi non si ripresentino più. 

Se invece il dolore dura da molto tempo e non c’è modo di individuare o intervenire sui fattori che lo causano per contrastare naturalmente la sollecitazione del nervo, l’approccio consigliato è quello della chirurgia. 

L’intervento chirurgico per risolvere il neuroma di Morton è un intervento abbastanza semplice, che si fa in day hospital e da cui il paziente si riprende completamente in poco tempo. 

Il chirurgo fa una piccola incisione all’altezza delle ossa metatarsali ed asporta il nervo di Morton, quello con il neuroma, senza assolutamente incidere sulle capacità motorie o sensoriali del paziente. 

Inoltre esiste un approccio intermedio, che spesso diventa una valida alternativa alla chirurgia tradizionale. Questo approccio si chiama alcolizzazione ecoguidata ed è una metodica infiltrativa proponibile per neuromi che misurano dai 4 ai 12 millimetri. La tecnica consiste in un’iniezione di un cocktail di alcool ed anestetico locale sotto guida ecografica. E’ un approccio ben tollerato e sicuro. 

Prevenzione del neuroma di Morton

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Non ci sono dei comportamenti specifici per prevenire il neuroma di Morton, proprio perché i fattori che lo provocano sono tanti, diversi e possono essere anche più di uno contemporaneamente. 

Il miglior consiglio che si può dare è di indossare delle calzature corrette. Evitare di camminare sui tacchi alti per troppo tempo, non mettere scarpe troppo strette e cambiarle se la suola inizia ad essere deformata e sbilancia la posizione del piede a terra. 

Inoltre può essere molto utile fare un analisi preventiva del cammino. Esistono delle tecnologie davvero sofisticate che restituiscono in pochi minuti dati estremamente precisi. Nel nostro centro per esempio utilizziamo il Walker View per la Gait Analysis. 

Se invece ha già iniziato a presentarsi il dolore a fitte, è importante smettere subito di usare scarpe strette e/o scarpe con il tacco. Inoltre, fino al momento della visita si può applicare del ghiaccio sotto al piede, per circa venti minuti un paio di volte al giorno. 

Anche dei plantari appositi possono aiutare temporaneamente, anche se il paziente deve essere consapevole che da soli non risolveranno il problema. 

Riconosci i sintomi descritti? Contattaci per qualsiasi informazione o per prenotare una visita specialistica. 

Cosa vuol dire quando un dito si muove da solo?

Il dito a scatto, o tenosinovite stenosante dei tendini flessori (o del tendine flessore, nel caso del pollice), è una patologia che interessa i tendini flessori della mano e che deriva da una infiammazione degli stessi nel passaggio all'interno del canale digitale, con limitazione del movimento delle dita.

Quando le dita dei piedi si muovono involontariamente?

Le discinesie tardive, contraddistinte anche da rigidità, tensione muscolare e bradicinesia (incapacità/difficoltà a controllare lentamente un movimento volontario), si manifestano con movimenti stereotipati, frequenti e ritmici, quali movenze delle dita di mani e piedi, fluttuazioni del corpo ed allungamenti dei piedi ...

Cosa fa muovere le dita dei piedi?

L'articolazione che, in ogni dito del piede, collega la prima falange alla seconda falange prende il nome di articolazione interfalangea prossimale; L'articolazione che, in ogni dito del piede unisce la seconda falange alla terza falange è conosciuta con il nome anatomico di articolazione interfalangea distale.

Quali sono i sintomi del dito a scatto?

“Tra i sintomi del dito a scatto - specifica il dottor Ciapparelli - si riconoscono ovviamente:.
il gonfiore del dito;.
l'indolenzimento alla base;.
una limitazione articolare con difficoltà di movimento;.
un dolore che si può estendere fino al polso..