Celebrazione della parola in assenza di presbitero

in: MAZZA E. (ed.), Rendere Grazie. Miscellanea eucaristica per il 70° compleanno, A cura di Daniele Gianotti. Presentazione di Paul De Clerck - Postfazione di Juan Javier Flores Arcas, (= Studi e ricerche di liturgia 29), EDB Edizioni Dehoniane, Bologna 2010, pp. 397-413

L’altare come luogo della comunione. Un problema di oggi alla luce della storia

Il liturgista: la celebrazione alternativa non può avere il nome di messa, ma in essa vanno garantite liturgia della Parola e Comunione

Messa celebrata senza il prete. I parrocchiani si organizzano per procedere con la liturgia “autogestita”, visto il protrarsi dell’assenza del sacerdote designato. Così, a presiedere la celebrazione della parola è stata una suora” (Il Messaggero Veneto).

Fece scalpore, qualche tempo fa, una celebrazione officiata a queste condizioni, in una diocesi di Pordenone. Ma si può considerare regolare una messa “autogestita”, cioè in assenza del prete? Il liturgista don Enrico Finotti spiega ad Aleteia cosa accade quando deve essere sostituito il parroco e se quella celebrazione alternativa può definirsi “messa”. Prima di tutto ci sono delle regole da rispettare e scopriamo con lui quali sono. 

La “bussola” da tenere in considerazione, in questi casi, è il Direttorio della Congregazione per il culto divino: Celebrazioni domenicali in assenza del presbitero (21 maggio 1988).  

Celebrazione della parola in assenza di presbitero

Asociación Obras del Espíritu

Non si può definire messa

«La Messa – spiega Finotti – ossia il Sacrificio incruento dell’altare, che si compie sostanzialmente nella Prece eucaristica (Canone), è celebrata unicamente dal sacerdote (vescovo e presbitero) validamente ordinato. Nessun altro può celebrare la Messa. E’ quindi un linguaggio improprio attribuire a determinate celebrazioni in assenza del presbitero, il nome di Messa (Messa autogestita, celebrata da un diacono, da una suora, da un laico, ecc.)». 

E’ una riunione di fedeli

In tal senso il documento della Congregazione per il Culto Divino chiarisce sulle messe “senza prete”, autogestite da laici o altri religiosi: 

22. Si eviti con cura ogni confusione tra le riunioni di questo genere e la celebrazione eucaristica. Queste riunioni non devono togliere ma anzi accrescere nei fedeli il desiderio di partecipare alla celebrazione eucaristica e renderli meglio preparati a frequentarla.

23. I fedeli comprendano che non è possibile la celebrazione del sacrificio eucaristico senza il sacerdote e che la comunione eucaristica, che possono ricevere in tali riunioni, è intimamente connessa con il sacrificio della messa. Da questo si può mostrare ai fedeli quanto sia necessario pregare «affinché (il Signore) moltiplichi i dispensatori dei suoi misteri e li renda perseveranti nel suo amore».

Celebrazione della parola in assenza di presbitero

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Le regole di una celebrazione alternativa

«In caso di assenza del presbitero – prosegue il direttore della rivista “Culmen et fons” – è opportuno offrire ai fedeli – soprattutto nella domenica – un’altra celebrazione liturgica (liturgia della parola, ufficio divino) o un pio esercizio (adorazione eucaristica, rosario, ecc.) con la guida del diacono o di un altro ministro (religioso/a o laico/a) a questo compito abilitato».

Preghiera e Sacre Scritture

Sempre in “Celebrazioni domenicali in assenza del presbitero”, sulla impossibilità di celebrare una messa in assenza del prete, si precisa:

18. Quando in alcuni luoghi non è possibile celebrare la messa di domenica, si consideri anzitutto se i fedeli non possano recarsi alla chiesa di un luogo più vicino per partecipare alla celebrazione del mistero eucaristico. La soluzione è da raccomandare anche ai nostri giorni, anzi, per quanto possibile, da conservarsi; ciò tuttavia richiede che i fedeli siano rettamente istruiti sul senso pieno dell’assemblea domenicale e si adeguino di buon animo alle nuove situazioni.

19.  È auspicabile che, anche senza la messa, nel giorno di domenica vengano offerte con larghezza ai fedeli, radunati per diverse forme di celebrazioni, le ricchezze della sacra Scrittura e della preghiera della chiesa, perché non rimangano privi delle letture che si leggono nel corso dell’anno durante la messa, né delle orazioni dei tempi liturgici.

Diaconi, oppure religiosi o laici

29. Per dirigere queste riunioni domenicali siano chiamati i diaconi, quali primi collaboratori dei sacerdoti. Al diacono, ordinato per pascere il popolo di Dio e per farlo crescere, spetta dirigere la preghiera, proclamare il Vangelo, tenere l’omelia e distribuire l’eucaristia. 

30. Quando sono assenti sia il presbitero che il diacono, il parroco designi dei laici, ai quali dovrà essere affidata la cura delle celebrazioni, e cioè, la guida della preghiera, il servizio della Parola e la distribuzione della santa comunione.… Il parroco abbia cura d’impartire a questi laici un’opportuna e assidua formazione e con essi prepari dignitose celebrazioni.

La liturgia della Parola e l’Eucaristia

«La liturgia della parola – prosegue don Enrico – con le letture e le orazioni del giorno, seguita dalla santa Comunione, è la forma più compiuta per una celebrazione ‘sostitutiva’ della Messa nel caso sia assente il presbitero. Infatti, con questa modalità i fedeli vengono a contatto con molti elementi propri della Messa del giorno (letture e orazioni) e soprattutto possono comunicare sacramentalmente al Corpo di Cristo».

Cosa non si può fare

Nel documento della Congregazione per il Culto Divino si evidenzia ancora: 

35. L’ordine da seguire nella riunione in giorno di domenica quando non c’è la messa, consta di due parti: la celebrazione della parola di Dio e la distribuzione della comunione. Non venga inserito nella celebrazione ciò che è proprio della messa, soprattutto la presentazione dei doni e la prece eucaristica. Il rito della celebrazione sia ordinato in modo tale che favorisca totalmente l’orazione e presenti l’immagine di una assemblea liturgica e non di una semplice riunione. 

36. I testi delle orazioni e delle letture per ciascuna domenica o solennità siano presi abitualmente dal Messale e dal Lezionario. Così i fedeli, seguendo il corso dell’anno liturgico, pregheranno e ascolteranno la parola di Dio in comunione con le altre comunità della chiesa. 

Messa in tv e liturgia delle ore

32. Se nel giorno domenicale non si può fare la celebrazione della parola di Dio con la distribuzione della sacra comunione, si raccomanda vivamente ai fedeli «di dedicarsi per un congruo tempo, personalmente o in famiglia o secondo l’opportunità in gruppi di famiglie» alla preghiera. In questi casi possono giovare le trasmissioni radiotelevisive delle sacre celebrazioni.

33. Si tenga soprattutto presente la possibilità di celebrare qualche parte della liturgia delle ore, ad es. le lodi mattutine o i vespri, in cui si possono inserire le letture della domenica corrente. Quando infatti «i fedeli sono convocati per la liturgia delle ore e si radunano, mentre associano i cuori e le voci, manifestano la chiesa che celebra il mistero di Cristo». Alla fine di questa celebrazione può essere distribuita la comunione eucaristica.

La celebrazione domenicale

La partecipazione a queste “messe” senza il prete, conclude Finotti, «non assolve il precetto domenicale o festivo, che rimane strettamente collegato alla partecipazione alla santa Messa. Dal precetto si è dispensati unicamente per l’impossibilità fisica o morale di poter partecipare alla Messa, ma in alcun caso per aver preso parte ad una di queste celebrazioni ‘alternative’. Tale lodevole partecipazione, tuttavia, manifesta in modo esplicito la retta intenzione dei fedeli di voler partecipare alla Messa domenicale».

Obbligo di partecipare

Sul Precetto domenicale, nel Catechismo della Chiesa Cattolica ci sono due paragrafi fondamentali: 

2180. Il precetto della Chiesa definisce e precisa la legge del Signore: “La domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Messa” [Codice di Diritto Canonico, 1247]. “Soddisfa il precetto di partecipare alla Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata nel rito cattolico, o nello stesso giorno di festa, o nel vespro del giorno precedente” [Codice di Diritto Canonico, 1247].

E se non si può partecipare?

2183. “Se per mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla Liturgia della Parola, se ve n’è qualcuna nella chiesa parrocchiale o in un altro luogo sacro, celebrata secondo le disposizioni del vescovo diocesano, oppure attendano per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia, o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie” [Codice di Diritto Canonico, 1248, 2].

Come si celebra la liturgia della parola?

La liturgia della Parola è strutturata in modo dialogico: Dio parla rivolgendosi alla comunità dei credenti mediante le letture, la comunità risponde con il salmo responsoriale, il canto dell'Alleluia (prima della proclamazione del Vangelo), il Credo e la preghiera dei fedeli.

Che significa celebrazione eucaristica?

La Celebrazione Eucaristica o Santa Messa è il rito della Chiesa cattolica, delle chiese Anglicane di tradizione anglo-cattolica e di alcune chiese Luterane in cui si celebra l'Eucarestia.

Chi legge la liturgia della parola?

Il lettore è la persona che in alcune chiese cristiane, come la Chiesa cattolica, la Chiesa anglicana e quella ortodossa, è incaricata di proclamare la parola di Dio e altri testi nelle celebrazioni liturgiche. Ai lettori spesso vengono affidati anche altri compiti in campo pastorale.

Come si distribuisce la comunione?

Il mandato di distribuire la comunione affidato ad un laico rimane un ministero straordinario, poiché gli unici ministri ordinari della distribuzione della comunione sono il vescovo, i presbiteri e i diaconi (mentre i ministri della presidenza della liturgia eucaristica sono soltanto il vescovo e i presbiteri).