Le punture di voltaren fanno male allo stomaco

Una formulazione per iniezione sottocute favorisce l’autocura nel dolore più intenso e improvviso

Le punture di voltaren fanno male allo stomaco

Tra le medicine più comuni per la cura del dolore ci sono gli antinfiammatori non steroidei, detti Fans, suddivisi tra pastiglie e iniezioni intramuscolari: nel caso del dolore acuto l’iniezione è sicuramente di rapida efficacia e il paziente ne riceve un beneficio immediato. Ma il medico di famiglia spesso si sente rispondere dal paziente che oltre ad avere timore delle iniezioni, non saprebbe da chi farsele fare. Le due formulazioni finora in commercio, oltre a pomate e cerotti,  hanno delle controindicazioni.

Le compresse sono influenzate dalla presenza del cibo nello stomaco, hanno una ridotta biodisponibilità dovuta al metabolismo, hanno maggiore tossicità gastrointestinale, con particolare riferimento al piccolo intestino. Le iniezioni sono presentate con una dose di 75 mg di principio attivo, in 3 ml di soluzione e possono causare reazioni avverse, limitata possibilità di auto somministrazione, impossibilità di personalizzare la dose sulla base delle condizioni e delle esigenze del paziente.

NUOVA FORMULA

E’ oggi a disposizione  una nuova molecola,  il diclofenac, per una iniezione sottocutanea con un ago da insulina. Questa formulazione, resa possibile grazie all’uso di un eccipiente che ne aumenta la solubilità e la stabilità in acqua, determina un aumento della biodisponibilità e una riduzione del volume di soluzione da iniettare. La formulazione  è disponibile in 3 dosaggi da 25,50 e 75 mg, contenuti in una fiala con un ml di soluzione, mentre le soluzioni attuali intramuscolo sono di 3 ml, con una dose di molecola fissa di 75mg. E’ evidente come le diverse dosi offrono la possibilità di personalizzare la cura e di mettere il paziente nelle condizioni di autocurarsi.

La nuova formulazione risponde anche alla raccomandazione dell’Agenzia europea del farmaco, EMA, che sollecita un utilizzo moderato di questa categoria di farmaci che ad alte dosi possono associare un rischio cardiovascolare. Le minori dosi disponibili permettono di mantenere inalterata l’efficacia analgesica di diclofenac riducendo così la possibilità di sviluppare complicanze cardiovascolari.

RACCOMANDAZIONI

Bisogna però ricordare che autocura non significa auto prescrizione, quindi è necessario farsi prescrivere il prodotto, che è in fascia C, quindi a pagamento,  dal  medico. Il farmaco, facile da portare in borsa e in  valigia perché le siringhe sono preriempite, è utile nelle forme acute di dolore causato da coliche renali, artrite reumatoide, lombo sciatalgie, attacchi di gotta, traumi e fratture, atti operatori.

Nella pratica clinica, quindi, valgono queste raccomandazioni per tutti i Fans:  somministrare una dose minima efficace per il tempo indispensabile; evitare associazione con acido acetilsalicilico e antiaggreganti; scegliere molecole più sicure come CoX-ib, Diclofenac, numesulide, ibuprofene; evitare i Fans più gastrotossici specialmente per pazienti predisposti a queste complicanze; nei pazienti a rischio cardiovascolare evitare i Cox-ib, diclofenac e ibuprofene ad alti dosaggi.

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I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono utilizzati per la loro capacità di ridurre dolore e infiammazione. Generalmente sono considerati farmaci sicuri. Tuttavia il loro uso può causare effetti collaterali, in particolare a livello gastrico e intestinale. I più comuni sono l’acidità, il mal di stomaco, la nausea, il vomito e la diarrea. Talvolta però le complicanze sono più severe. L’utilizzo dei FANS può infatti causare erosioni, ulcere e emorragie, soprattutto in soggetti a rischio e in caso di uso prolungato. Prima di prenderli è quindi consigliabile utilizzare delle adeguate misure di protezione per lo stomaco. In questo articolo ci occuperemo di gastroprotettori e antinfiammatori, chiarendo perché e come prenderli durante la terapia antinfiammatoria.

Gastroprotettori e antinfiammatori: quale relazione?

La suscettibilità gastrointestinale agli antinfiammatori risiede nel loro meccanismo d’azione. I FANS, infatti, inibiscono un particolare gruppo di enzimi chiamati ciclossigenasi (COX). Le ciclossigenasi, a loro volta, sono responsabili della sintesi delle prostaglandine, un gruppo di sostanze che scatena infiammazione e dolore. I FANS, inibendo le ciclossigenasi, riducono la sintesi di prostaglandine. Da qui deriva il loro noto effetto antidolorifico e antinfiammatorio. Tuttavia le prostaglandine, oltre ad essere mediatrici di dolore e infiammazione, svolgono anche un’importante funzione protettiva della mucosa gastrica. La loro inibizione rende quindi suscettibili le pareti dello stomaco all’insulto dei succhi gastrici. È questa la ragione per cui è opportuno utilizzare i gastroprotettori in caso di assunzione di FANS.

Gli antinfiammatori non steroidei sono gastrolesivi in misura variabile. Il Piroxicam e il Ketorolac (Toradol), ad esempio, hanno un elevato livello di tossicità gastrointestinale; il Ketoprofene (OKI), l’Indometacina e il Dicoflenac (Voltaren) hanno un livello di tossicità intermedio; l’Ibuprofene, conosciuto come Brufen, è invece il meglio tollerato.

La gastrolesività dei FANS è dose-correlata. Il danno gastrointestinale varia cioè in base al dosaggio somministrato. Inoltre, se da un lato il trattamento a lungo termine è un noto fattore di rischio per l’insorgenza di complicazioni severe come l’ulcera, dall’altro anche il loro utilizzo occasionale è in grado di causare danni a carico del sistema gastrointestinale.

Gastroprotettori e antinfiammatori: la prevenzione

Le complicanze gastrointestinali degli antinfiammatori possono essere ridotte attraverso opportuni accorgimenti.

Fattori di Rischio

Innanzitutto è necessario considerare quali sono i pazienti maggiormente a rischio di complicazioni. Riconoscerli, infatti, consente l’adozione di opportune misure di gastroprotezione nei loro confronti. La ricerca scientifica ha evidenziato che il maggior rischio sia per i pazienti con:

  • storia pregressa di emorragia e/o ulcera peptica non guarita del tratto gastrointestinale superiore;
  • infezione da Helicobacter Pylori;
  • terapia concomitante di corticosteroidi orali e/o anticoagulanti;
  • età superiore ai 70 anni.

In tutti questi pazienti è raccomandato l’utilizzo di gastroprotettori in caso di uso di antinfiammatori. Un’attenzione particolare deve essere riservata alla terapia dell’Helicobacter Pylori. La sua eradicazione, infatti, evita l’insorgenza di emorragie ricorrenti da FANS, con un’efficacia pari a quella della terapia con gastroprotettori.

Antinfiammatori e Stomaco: raccomandazioni

Gli antinfiammatori non steroidei dovrebbero essere prescritti:

  • solo quando il paziente non risponde ai semplici analgesici da banco, come il Paracetamolo (Tachipirina®);
  • scegliendo i FANS con il minor livello di gastrolesività, come l’Ibuprofene;
  • utilizzando i minori dosaggi possibili per il minor tempo possibile.

Ricorda che diversi studi hanno evidenziato come l’uso del paracetamolo sia ben tollerato a livello gastrico ai dosaggi comunemente prescritti. Non è quindi necessario prendere il gastroprotettore con la Tachipirina®. Tuttavia alti dosaggi, soprattutto se per periodi prolungati e in pazienti con pregressi disturbi gastrici, possono causare effetti collaterali gastrici, suggerendo un possibile utilizzo del gastroprotettore. Consulta quindi sempre il tuo medico prima di assumere i farmaci in questione.

Quali sono gli antinfiammatori che non fanno male allo stomaco?

Un particolare categoria di antinfiammatori, i cosiddetti COXIB o inibitori selettivi della ciclossigenasi-2 (COX-2), sono caratterizzati da una minore gastrolesività. Essi, infatti, inibiscono solo un tipo di ciclossigenasi, la cox-2, da cui non dipende la produzione di sostanze gastroprotettive. Gli antinfiammatori COXIB, tra i quali il più noto è il Celecoxib, fanno quindi meno male allo stomaco rispetto ai comuni FANS. Tuttavia i loro maggiori effetti collaterali a livello cardiovascolare ne suggeriscono la prescrizione solo a pazienti a rischio, che necessitino di terapia antinfiammatoria a lungo termine.

Gastroprotettori per antinfiammatori

Gli antinfiammatori riducono la protezione dello stomaco, che subisce così l’azione irritante dei succhi gastrici. La gastroprotezione può quindi realizzarsi:

  • diminuendo la secrezione dell’acido gastrico;
  • aumentando le difese della mucosa gastrica.

I farmaci per ridurre l’acidità

I farmaci per la riduzione dei succhi gastrici sono gli inibitori di pompa protonica (IPP) e gli H2 antagonisti. Gli H2 antagonisti sono utilizzati con minor frequenza; gli IPP, infatti, hanno dimostrato una maggiore efficacia tanto nella cura quanto nella prevenzione del danno gastrointestinale da FANS. Una singola somministrazione di pantoprazolo 20mg, ad esempio, risulta più efficace di una doppia somministrazione di famotidina 40mg nella prevenzione di ulcere e erosioni gastroduodenali. L’inibitore di pompa protonica è quindi il migliore gastroprotettore per il danno gastrointestinale da FANS.

I gastroprotettori IPP dovrebbero essere utilizzati continuativamente durante il trattamento con gli antinfiammatori. Il loro utilizzo prolungato ha infatti dimostrato di prevenire l’insorgenza dell’ulcera peptica nei pazienti che necessitano di antinfiammatori per lungo tempo. Tuttavia in soggetti con una storia pregressa di emorragie gastrointestinali il rischio di recidive appare elevato anche associando gli inibitori di pompa all’uso dei FANS. A tal riguardo uno studio randomizzato in doppio cieco ha messo in evidenza come l’associazione di un COXIB (Celecoxib) con un IPP (esomeprazolo) sia in grado di azzerare le recidive di sanguinamento nei pazienti oggetto dello studio.

Gastrorotettore: quanto tempo prima dell’antinfiammatorio?

In caso di terapia antinfiammatoria è raccomandabile prendere l’inibitore di pompa protonica a stomaco vuoto, 30 minuti prima dei pasti e assumere invece l’antinfiammatorio a stomaco pieno. La protezione per lo stomaco deve quindi essere presa prima dell’antinfiammatorio. In genere è consigliabile assumere il farmaco al mattino, cioè in quella fase della giornata in cui è più probabile che si sia a stomaco vuoto. Gli IPP sono in grado di ridurre la secrezione acida per 24-48 ore.

I farmaci per la protezione dello stomaco

Un ulteriore strategia di gastroprotezione è quella di aumentare le difese della mucosa gastrica. In questo caso il farmaco d’elezione è il misoprostolo, un derivato della prostaglandina. Il misoprostolo è utilizzato specificatamente per la prevenzione dell’ulcera da FANS. Ha un’efficacia elevata; tuttavia il suo utilizzo è stato rimpiazzato dagli IPP, a causa dei suoi frequenti effetti collaterali come nausea e diarrea. Un altro farmaco per aumentare le difese della mucosa gastrica è il sucralfato, che forma una barriera protettiva sulle pareti dello stomaco. Il sucralfato si stratifica sulla mucosa gastrica, isolandola dall’azione dei succhi gastrici e favorendone la riepitelizzazione quando lesionata.

Gastroprotettori per antinfiammatori

Alcune sostanze naturali hanno mostrato interessanti proprietà antilucera, potenzialmente utili in caso di uso di antinfiammatori.

Ad esempio la Cecropia glaziovii Sneth, una pianta utilizzata in America latina per le sue proprietà medicamentose, ha mostrato di ridurre la secrezione di acido, inibendo la pompa a protoni. Inoltre la sua somministrazione ha evitato la comparsa di lesioni ulcerose in cavie di laboratorio esposte ad una miscela di etanolo e indometacina. L’etanolo è la molecola responsabile del danno gastrico da alcolici, mentre l’indometacina è uno degli antinfiammatori FANS maggiormente gastrolesivi. L’uso della Cecropia ha quindi mostrato di aumentare la protezione dello stomaco dall’azione dannosa dell’alcool e degli antinfiammatori. Tuttavia sono necessari ulteriori studi che valutino la sua efficacia sugli umani, chiarendo gli eventuali dosaggi e le modalità d’assunzione più efficaci.

Cosa prendere per proteggere lo stomaco dagli antinfiammatori?

In sintesi per proteggere lo stomaco dagli antinfiammatori puoi prendere:

  • inibitori di pompa proptonica (IPP):
    • pantoprazolo;
    • lansoprazolo;
    • rabeprazolo;
    • esomeprazolo;
    • dexalansoprazolo.
  • protettori della mucosa:
    • misoprostolo;
    • sucralfato.

Le punture di voltaren fanno male allo stomaco

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Quali sono gli antinfiammatori che non fanno male allo stomaco?

Una alternativa agli antinfiammatori è il paracetamolo: non provoca danni allo stomaco ed è per questo il farmaco antidolorifico di prima scelta, indicato in particolare per persone che soffrono di problemi di stomaco, donne gravide e bambini.

Quali sono gli effetti collaterali del Voltaren?

Comune: nausea, vomito, diarrea, dispepsia, dolore addominale, flatulenza, diminuzione dell'appetito. Raro: gastrite, emorragia gastrointestinale, ematemesi, diarrea emorragica, melena, ulcera gastrointestinale (con o senza emorragia e perforazione).

Quanto punture di Voltaren si possono fare?

coliche), si possono somministrare due iniezioni da 75 mg al giorno (una in ciascuna natica), separate da un intervallo di alcune ore. Alternativamente è possibile combinare una fiala da 75 mg con altre forme farmaceutiche di Voltaren (per es. compresse, supposte), fino ad un dosaggio massimo giornaliero di 150 mg.

Quante punture di Voltaren si possono fare al giorno?

La dose iniziale raccomandata è 100-150 mg al giorno (1 compressa a rilascio prolungato da 100 mg o 2 compresse a rilascio prolungato da 75 mg). Nei casi lievi e nella terapia prolungata nel tempo, la dose raccomandata è 75-100 mg al giorno. Il medico le dirà quanto Voltaren prendere e per quanto tempo.