I vini dolci non li vuole più nessuno significato

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E il Paradiso? Esiste un paradiso?”
“Credo di sì, signora, ma i vini dolci
non li vuol più nessuno

Eugenio Montale

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justsavedmexx

Non lo sai, vero? Che ogni piccola cosa per me è importante.

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I vini dolci non li vuole più nessuno significato

“Prima che ci fosse la luce c'erano gli angeli. Un attimo di oscurità, e dopo il Paradiso luminoso con magnifiche creature. Era perfetto, ma non durò a lungo. Lucifero si ribellò contro Dio. Un confine venne tracciato in Paradiso e iniziò una guerra. Ogni angelo fu costretto a scegliere: la santità del Paradiso o il caos oscuro fuori. Un angelo si rifiutò. Credeva che l'unica cosa per cui valesse la pena lottare fosse una forza che adesso noi chiamiamo amore. Cacciato dal Paradiso, questo angelo non fu l'unico a cadere. Tutti gli angeli che dovevano ancora scegliere caddero in un bagliore di furia onnipotente. Loro sono i caduti. Esiliati dal Paradiso vagano sulla Terra finché l'angelo ribelle non rinuncerà all'amore e sceglierà da che parte stare. Così era un tempo, così è adesso.” 

- Fallen

nowijustwannabelieveinme

Ed è triste quando devi essere sempre tu a cercare gli altri.
È triste non essere il primo o l'ultimo pensiero di qualcuno.
È triste non essere il desiderio di nessuno.
È triste che nessuno speri mai di trovare un tuo messaggio.
È triste non essere importanti per nessuno.
Per nessuno.

ilragazzosatellite-deactivated2

Io non sono nessuno

Quando sento giustificare un litigio con la frase “Io sono tuo marito” o “Io sono tua moglie” mi vengono i brividi. Non riesco a cogliere il collegamento che ha lo stato sociale con il controllo sull'altro. Non ha senso ed è dannoso per la relazione. Ultimamente il mio osservare mi ha portato a scoprire una nuova concezione: “Io non sono nessuno”. Io non sono nessuno per dirti cosa fare e non fare, io non sono nessuno per dirti se uscire e con chi uscire, io non sono nessuno per controllare la tua vita. Il compito dell'Io verso il partner in realtà è solo quello di renderlo felice e sereno. Senza alcuna catena. Sarà l'amore che vi renderà inseparabili. Solo lui.

ilragazzosatellite-deactivated2

1) Hai il sacrosanto diritto d’amare.
Nessuno può dirti che non è il momento, che non è il caso, che sei troppo piccola o troppo grande, che sei troppo grassa o troppo magra per farlo. Nessuno può dirti che è troppo presto o troppo tardi. Hai il sacrosanto diritto di amare quanto ti pare e quando ti pare, basta che dentro ti senta a una festa danzante.
2) Hai il sacrosanto diritto d’amare chi ti pare.
Nessuno può dirti che quello o quella non vanno bene per te, che non si fa, che è peccato, che è pericoloso, che è sconveniente, che è impossibile, che “è troppo lontano”, “troppo diverso”, “troppo brutto”, “troppo sciocco”, “troppo povero”, “troppo ricco”, “troppo bello per essere vero” etc. etc. Tutti nella vita ci troviamo ad amare qualcuno che sarebbe meglio odiare, e va bene così. Amare è più bello di odiare (e comunque per odiare avremo tempo).
3)Hai il sacrosanto diritto di esigere rispetto.
Nota bene: non c’è scritto amore. Se ami non è detto che per forza tu debba essere ricambiato, ma rispettato sì. Se ami sei come un piccolo fiore sbocciato ai bordi di una strada molto trafficata e il non amore può piegarti, ma la mancanza di rispetto potrebbe addirittura spezzarti. Esigi sincerità e dolcezza nei modi. Gentilezza ed educazione. Nessuno può trattarti male solo perché sei innamorato.
4) Hai il sacrosanto diritto di essere felice.
Le persone che si innamorano raramente e che raramente hanno quel gran culo di essere ricambiate, quando succede (e tutto allo stesso momento) hanno la tendenza a immaginarsi scenari catastrofici, perché è impossibile per loro amare ed essere amate. Invece, tadan!!!, a volte succede e quelle volte lì bisogna ridere in grande, ballare sotto la pioggia ma anche sotto il sole, quelle volte lì bisogna festeggiare, brindare, giocare a nascondino in camera e dopo fare l’amore.
5) Hai il sacrosanto diritto di esprimere il tuo amore.
Non farti bloccare dalla paura di una figuraccia o di un rifiuto. Tra cinque anni (se siamo sfortunati pure prima) sarà qualcosa su cui sospirare con nostalgia. Vai. Scrivi una lettera, suona quel benedetto campanello, urla, dì “ti amo” o “mi manchi”, dillo anche se non dovesse servire a niente. Nessun “ti amo” è inutile, al limite sarà servito a te, l’avrai lasciato libero di volare e di posarsi su un tetto a guardare le stelle e gli aerei che passano. Non sprecare l’amore, non lo tenere nascosto. E’ come far scadere la nutella. Ma chi ha il coraggio di fare una cosa del genere?
6) Hai il sacrosanto diritto di piangere.
Se sei stato lasciato, se lo stronzo che ha lasciato sei proprio tu ma comunque hai solo voglia di piangere e di spaccare tutto, spacca pure tutto (ma non uccidere nessuno, mi raccomando!). Piangi anche se la maggior parte delle persone ti dirà che non è il caso di piangere per amore, anche se gli amici ti diranno che “quello proprio non si merita le tue lacrime” e poi “c’è una cena stasera, guarda un po’ se esci!”. Hai il sacrosanto diritto di non uscire, di stare sul tuo letto a pensare al suo profilo, alle sue dita, a quella giornata al mare. Hai il sacrosanto diritto di soffrire per amore. Serve al tuo cuore, E’ un favore che gli fai per non lasciarlo appassire.
7) Hai il sacrosanto diritto di incazzarti.
E’ vero che non si può esigere l’amore, ma se qualcuno ti dice che ti ama e poi ti tratta come se fossi un corteggiatore di “uomini e donne” allora qualcosa non torna. E devi farlo presente. Devi parlare. Devi dire “non sono contento”. Devi dire “questa cosa che fai mi fa star male”. Se necessario devi urlare, ma raramente. Piuttosto prenditi un giorno di silenzio e poi torna a chiedere le spiegazioni che chi dice di amarti ti deve. Sempre.
8) Hai il sacrosanto diritto di sperare.
Questa è l’ultima ed è la più difficile. A meno che non siamo alle prese con il nostro primo grande amore sappiamo già che gli amori in genere finiscono. E in genere finiscono pure male. Però diciamoci la verità…che gusto c’è ad amare senza immaginare che potrebbe andare tutto bene? Che gusto c’è ad amare senza illudersi anche solo per un attimo che stavolta potrebbe durare? Che gusto c’è a vivere senza sperare che potremmo innamorarci ancora? Sperare nuoce gravemente alla salute, ma fa tanto bene al cuore, e allora dai…
speriamo bene, speriamo con moderazione, ma comunque speriamo che sia amore

Carta dei diritti dell'amore (Susanna Casciani)

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“Ebbene, signora ansia, siamo sempre insieme.”

— En?gma; Il rumore dell'umore

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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

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Non sai, quante volte mi definisco un difetto, non lo sai, quante volte vorrei sentirmi dire che sbaglio. Essere sfiorato di proposito, e sentire caldo.
Non lo sai, vero? Che ogni piccola cosa per me è importante.

justsavedmexx

Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno,
lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli
di aver visto il paradiso senza mai entrarci.

Che cosa rappresenta Clizia per Montale?

(1999) vede Irma-Clizia per Montale come una "Donna-Messia" interna a una forma simbolica di "religione privata" del poeta, con riferimenti ad antichi testi mistici; analogamente Francesco Zambon, pur rivedendo tutta l'umanità di questo personaggio femminile, riconosce in lei un "segno divino" misterioso.

Cosa significa satura di Montale?

Il titolo Satura allude al genere letterario latino che ebbe lo stesso nome e fu caratterizzato, oltre che dall'impegno morale applicato alle occasioni comuni del vivere, anche da una molteplicità di interessi intellettuali e culturali.

Cosa rappresenta Mosca per Montale?

Sempre in “Occasioni” appare la figura femminile di Mosca, che rappresenterebbe la moglie Drusilla Tanzi (verrebbe chiamata Mosca per via delle spesse lenti degli occhiali che indossa), la quale gli infonderebbe una sensazione di serenità.

Che cos'è il correlativo oggettivo di Montale?

Il correlativo oggettivo Essa consiste nel rappresentare sulla pagina una determinata sensazione o emozione attraverso alcuni oggetti concreti che dovrebbero suscitare nel lettore ciò che prova il poeta.