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Capunet: l’antico piatto Piemontese. I capunet sono un piatto classico della cucina piemontese ed una ricetta da riscoprire in tempi di crisi: l’involtino di verza infatti tradizionalmente è preparato con gli avanzi di carne del giorno prima e più in generale con quello che c’è in frigo. Non è raro trovare i capunet sulle tavole piemontesi dopo le festività: dopo l’abbondanza di Natale e del Veglione si ricicla! Vediamo ora come preparare questi splendidi involtini di verza con i nostri consigli:
Preparazione degli involtini di verza
Servite con un soffice purè di patate e innaffiate il tutto con del buon vino rosso, meglio se piemontese! Se ami le ricette a base di verza posso suggerirti di dare uno sguardo alla seguente ricetta:
I capunet (o capunit, come li chiama “dolce metà”), sono un piatto classico della cucina piemontese. Una ricetta della cucina #nospreco di una volta, quando ancora non c’erano gli hashtag ma si badava già molto al risparmio.Questi involtini di verza infatti, nella tradizione dei tempi di crisi, venivano preparati con gli avanzi di carne del giorno prima. La ricetta varia un po’ a seconda della zona o della tradizione familiare, soprattutto nella composizione del macinato del ripieno. C’è chi mixa carne trita di manzo e di suino, chi aggiunge la mortadella sminuzzata, chi ancora mette l’arrosto avanzato, la salsiccia o la pasta di salame. Io ho seguito alla lettera i consigli di Sendy, mia quasi suocera. Quindi non complicatemi la vita, facciamo finta che questa sia la versione ufficiale per evitare che in casa mia si scateni un incidente diplomatico! COSA
COMEHo preso il cavolo verza e ho sbollentato 8/12 foglie (rispetto al ripieno, dipende dalla dimensione delle foglie, io ne preparo sempre qualcuna in più nel caso che il ripieno sia abbondante), ho assottigliato la costa centrale con una mandolina e le ho messe da parte. Poi ho realizzato il ripieno, il macinato misto, il Parmigiano, l ‘uovo, il prezzemolo tritato e un pizzico di sale. La mia deliziosa quasi suocera ci mette anche un panino ammollato nel latte e del pangrattato (rinunciando a 100 g di macinato), io ho optato per la versione più “carnosa”.
Poi ho preso un cucchiaio di impasto (dai 50 ai 100 g per involtino a seconda della dimensione della foglia di cavolo verza), l’ho posizionato nel centro della foglia, l’ho chiusa a pacchetto, l’ho legata con lo spago da cucina e ho collocato tutti i capunet in una teglia da forno rivestita di carta.
Poi ho infilato i miei capunet in forno, 180°, 45 minuti fino alla doratura. Alcuni cuociono i capunet in padella, ma non mi sentivo così disinvolta in materia e ho preferito il forno. Il risultato è stato decisamente soddisfacente e… a prova di quasi suocera! Visto che in tanti me lo chiedete, qui vi lascio il link per acquistare le eco-posate che vedete sempre nelle mie foto*! Click. CHE VINO ABBINARE AI CAPUNETPer il vino da servire con questo piatto piemontese potete percorrere diverse strade. Una di queste è quella del territorio, attingendo dall’incredibile patrimonio enogastronomico di questa regione, dal Nebbiolo alla Barbera. L’altra è quella dell’affinità di gusto tra il vino e l’ingrediente principale di questa ricetta: la verza. Tra i classici abbinamenti alla verza c’è la Malvasia. Io li ho provati con un ottimo Salina IGP Malvasia Secca del Capo Colosi 2020, realizzato con le uve, 100% Malvasia, coltivate nei vigneti dell’isola di Salina, nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia. Un vino giallo paglierino dai riflessi dorati, intenso al naso con ricordi di fiori, frutti tropicali e agrumi. Fresco e armonico si abbina alla perfezione sia con la versione di carne di questa ricetta, che con quella vegetariana, con riso o pane raffermo e formaggio. Se invece volete optare per un vino rosso, vi consiglio un Nero d’Avola o un Pinot Nero. |