Quanto si perde con opzione donne 2022

Rallentano le pensioni avviate con Opzione Donna, la misura che consente alle lavoratrici dipendenti o autonome di andare in pensione a 58 anni d’età (59 se autonome), con 35 anni di contributi e ricalcolo contributivo (vedi anche come presentare la domanda all’INPS). Un minore appeal determinato anche dalla decurtazione dell’assegno pensionistico, che rende meno conveniente la misura, ma la misura del taglio varia in base a retribuzione, tipo di carriera, età e contributi versati.

Proprio come Quota 102 ed Ape sociale questa misura è destinata a scadere entro la fine dell’anno, anche se sembrerebbe che i partiti siano quasi tutti d’accordo a renderla strutturale e prorogarla di almeno un altro anno. Determinante sarà l’esito delle prossime elezioni del 25 settembre e la stabilità della coalizione che uscirà vincitrice.

Opzione Donna perde appeal

Secondo l’ultimo rapporto dell’INPS sulle pensioni, le uscite con Opzione Donna nei primi sei mesi del 2022 si sono pressoché dimezzate: sono state 10.997 contro le 20.585 del pari periodo del 2021.

Un drastico ridimensionamento guidato soprattutto dalla fascia d’età più giovane: la fascia sino a 59 anni ha totalizzato 3.724 trattamenti pensionistici, in calo rispetto all’anno precedente, mentre la più popolosa è risultata la fascia 60-61 anni con 4.652 assegni erogati. Meno numerose le domande nella fascia 62-63 anni (1.737), 64-65 anni (764) e da 66 anni in su (120).

Nello stesso periodo c’è stata comunque una riduzione generalizzata delle domande di pensione con 390.932 erogazioni di importo medio pari a 1173 euro, rispetto alle 877.724 liquidate l’anno scorso per un importo medio di 1.203 euro.

Assegno decurtato del 20-30%

A determinare il rallentamento del ricorso ad Opzione Donna è soprattutto il vincolo del ricalcolo contributivo, che produce una decurtazione dell’assegno pensionistico in media del 20-30% rispetto alle schema misto. Ma la misura del taglio varia notevolmente a seconda del percorso di carriera, della retribuzione ed età e dei contributi versati.

In realtà molto dipende dal periodo in cui sono stati versati i contributi, poiché chi ha versato oltre 18 anni di contributi fino al 31 dicembre 1995 avrebbe diritto al calcolo retributivo fino al 2011 e sarebbe più penalizzato dal taglio dell’assegno di opzione donna di chi, invece, ha una carriera più corta ed ha diritto al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 1995.

Determinante anche l’età in cui si ascia il lavoro, che conta molto in termini di calcolo dell’assegno e risulta più penalizzante per le donne più giovani di quelle più avanti nell’età. 

Cosa ne pensano i partiti?

Se sul destino della Legge Fornero e sugli interventi per rendere più flessibile il sistema pensionistico non c’è unanimità, sembrerebbe che i partiti siano più coesi nel ritenere necessario il prolungamento di un anno di Opzione Donna e di rendere strutturale questa misura.

Lega, Pd ed anche M5S sono tutti a convinti della necessità di rendere strutturale questa misura e quel che è certo e che con tutta probabilità ci sarà almeno una proroga di un anno, considerando anche il suo costo contenuto (l’ultimo stanziamento per prolungarla a tutto il 2022 ha assorbito appena 110 milioni).

Speciale Opzione Donna

L’Opzione Donna, rinnovata per il 2022, attende di essere inserita nella Riforma Pensioni 2023. Permette alle lavoratrici del pubblico e del privato di andare in pensione anticipata, a 58 o 59 anni di età e 35 di contributi, ma con assegno calcolato interamente su sistema contributivo.

Ultime notizie

La Riforma Pensioni attesa a fine 2022, con le regole da applicarsi dal 2023, dovrebbe prevedere la proroga di Opzione Donna se non addirittura una sua stabilizzazione strutturale e permanente.

Cosa è l’Opzione Donna

È un’opzione introdotta dalla Legge Maroni 243/04, ripresa dalla Riforma Fornero 2011 e prorogata dalla Legge di Bilancio anche per il 2022.

Avvalendosi di questa opportunità, le donne possono andare in pensione nel 2022 a 58 anni di età se dipendenti (o 59 anni le autonome) se hanno raggiunto i 35 anni di contributi, maturando tutti i requisiti al 31/12/2021. Non scatta l’adeguamento alla speranza di vita.

Chi ha diritto all’Opzione Donna?

Possono aderire tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, a fondi sostitutivi o esclusivi che siano in possesso di contributi alla data del 31 Dicembre 1995.

Chi non ha diritto all’Opzione Donna?

Non possono esercitare questa opzione le iscritte alla gestione separata o che, per qualsiasi motivo, vogliano utilizzare i contributi maturati in tale gestione per raggiungere il requisito contributivo.

Si può lavorare dopo Opzione Donna?

No. Per il conseguimento della pensione con Opzione Donna, è necessario aver cessato ogni rapporto di lavoro dipendente, mentre non è richiesto questo requisito in caso di attività svolta da una lavoratrice autonoma.

Chi va in pensione con Opzione Donna nel 2022?

Possono accedere alla Pensione Donna 2022 le lavoratrici che hanno 58 anni se dipendenti o 59 anni se autonome, e che hanno maturato entro il 31.12.2021 il requisito contributivo di 1820 settimane (35 anni di lavoro effettivo).

Come andare in pensione con 35 anni di contributi?

Per andare in pensione anticipata con Opzione Donna, si può perfezionare il requisito contributivo dei 35 anni sfruttando anche la maternità obbligatoria, i contributi da riscatto (anche per il congedo parentale) e i versamenti volontari.

Opzione Donna: quali contributi valgono per i 35 anni?

Per il computo dei 35 anni per Opzione Donna di lavoro effettivo, valgono anche i periodi di mobilità o cassa integrazione, quelli di maternità  riferiti ai permessi per utilizzo della Legge 104. Sono invece esclusi i contributi in gestione separata e i contributi figurativi per malattia e disoccupazione, che concorrono comunque a determinare il montante contributivo su cui si calcola la pensione.

Come si possono ricongiungere i contributi per Opzione Donna?

Non è possibile esercitare il cumulo gratuito dei contributi versati in casse previdenziali diverse da AGO. Si può soltanto procedere con la ricongiunzione onerosa oppure con il versamento di contributi volontari. È possibile avvalersi del riscatto di laurea agevolato (al costo annuo di 5.264,49 euro) anche se in possesso di contributi maturati al 31 dicembre 1995 e se iscritti alle gestioni obbligatorie prima del 1996. La domanda di riscatto laurea, però, deve essere presentata contestualmente alla domanda di pensione.

Quando si può fare domanda per Opzione Donna 2022?

Le lavoratrici che intendono andare in pensione con Opzione Donna possono presentare domanda attraverso il servizio online INPS. La procedura si è aperta il 14 gennaio 2022. Per il comparto Scuola, la domanda di cessazione del servizio andava inoltrata entro il 28f febbraio.

Come si calcola la pensione Opzione Donna?

L’assegno previdenziale per chi usufruisce dell’Opzione Donna viene ricalcolato con il solo criterio contributivo. Il calcolo è diverso dal tradizionale sistema contributivo perché bisogna farvi rientrare anche i periodi di contribuzione accreditati prima del 1996. In pratica, scatta il ricalcolo anche delle anzianità maturate prima della legge n. 335/1995.

A quanto ammonta la pensione con Opzione Donna?

L’importo della pensione finale viene determinato sommando due diverse quote: la prima è rappresentata dalle anzianità contributive maturate entro il 31.12.1995; la seconda è rappresentata dalle anzianità maturate dal 1° gennaio 1996.

Quanto si perde se si va in pensione con Opzione Donna?

Il taglio dell’assegno penalizza chi ha molti anni versati prima del 1996, con una riduzione di circa il 25%, con punte fino al 35%.

Come si fa domanda di Opzione Donna?

La domanda si presentare online dal sito INPS (aggiornato con i requisiti del comma 94 della legge 234/2021), rivolgendosi al suo Contact Center o a patronati e intermediari.

Quando decorre la pensione Opzione Donna?

La decorrenza della pensione scatta, secondo il meccanismo delle finestre mobili, 12 mesi dopo la maturazione del diritto per le dipendenti e 18 mesi dopo per le autonome. Durante il periodo di attesa (12/18 mesi) è comunque consentito continuare a lavorare.

Opzione Donna strutturale dal 2023?

Secondo il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in riferimento ad Opzione Donna:

dovremmo provare a rendere strutturale o almeno pluriennale, associandola anche ad altri strumenti che tengano conto delle condizioni in cui le persone lavorano e delle differenze indotte dai diversi lavori.

Su PMI.it trovi tutte le informazioni utili per esercitare o meno l’Opzione Donna, le ultimissime novità, esempi e simulazioni di calcolo. Leggi anche le ultime novità su Pensioni e le anticipazioni sulla prossima riforma delle pensioni.

Quanto diminuisce la pensione con opzione donna?

Con Opzione donna l'assegno si “contrae” in media del 20-30% Il vincolo del ricalcolo contributivo del trattamento produce una decurtazione dell'assegno erogato alle lavoratrici in media del 20-30% rispetto allo “schema” del sistema misto.

Quanto si viene penalizzati con opzione donna?

Di norma questo tipo di calcolo comporta una penalizzazione dell'assegno che puo andare dal 25 al 35% circa dell'importo della pensione.

Quando si prende di pensione con 35 anni di contributi?

In sostanza, prendendo in esame il coefficiente di trasformazione nella misura 4,289%, emerge un valore complessivo pari a 14.860 euro, ovvero un assegno pensione pari a circa 1.143 euro mensili.