La depressione si puo curare senza farmaci

A livello mondiale, quattrocento milioni di persone sono affette dalla depressione.

Stime epidemiologiche prevedono che la depressione possa divenire, entro il 2020, la seconda malattia più invalidante al mondo dopo quelle cardiovascolari e nel 2030 la malattia cronica più frequente. 


Aumenterà dunque il numero dei pazienti (e dei parenti) che si porranno la domanda con cui si confrontano tutte le persone che s'ammalano di depressione: un giorno si potrà guarire?

Lo abbiamo chiesto a Cristina Colombo, responsabile del centro dei disturbi dell'umore dell'ospedale San Raffaele di Milano.

SI PUO' GUARIRE DALLA DEPRESSIONE?

Introduzione

La depressione è una malattia psichiatrica. D'altro canto, nel linguaggio comune spesso viene definita depressione anche la comparsa di alcuni sintomi isolati e non troppo gravi.

Ha un'incidenza pari al 9-20% della popolazione generale, ma sembra in continuo aumento.

Le patologie depressive sono abbastanza diverse tra loro e sia la diagnosi che il trattamento risultano difficili da stabilire con accuratezza.


Una prima suddivisione riguarda:

  • Disturbi depressivi: maggiore, distimico e non altrimenti specificato.
  • Disturbi bipolari: tipo I, II e ciclotimico.

I fattori che determinano la depressione sono due e spesso risultano compresenti. Questi aumentano le probabilità di ammalarsi, ma non forniscono alcuna certezza clinica:

  • Fattore biologico: è un elemento ereditario che implica la predisposizione fisica. Sono coinvolti: ghiandole, ormoni, neurotrasmettitori e recettori nervosi.
  • Fattore psicologico: consiste in una maggior vulnerabilità alla malattia e spesso radica nelle esperienze infantili negative.

Il materiale pubblicato ha lo scopo di permettere il rapido accesso a consigli, suggerimenti e rimedi di carattere generale che medici e libri di testo sono soliti dispensare per il trattamento della Depressione; tali indicazioni non devono in alcun modo sostituirsi al parere del medico curante o di altri specialisti sanitari del settore che hanno in cura il paziente.

Cosa Fare

Non è sempre facile distinguere un "periodo difficile" dai sintomi depressivi veri e propri.
La diagnosi precoce è ostacolata molto spesso dalla vergogna e dal rifiuto per questa condizione.
Di seguito elencheremo alcuni consigli utili per riconoscere un sintomo depressivo e suggeriremo in che modo intervenire.

  • E' necessario prevenire il consolidamento dei sintomi e l'aggravamento della patologia effettuando una diagnosi precoce.
  • La depressione inizia spesso con alcuni semplici malumori, apparentemente "fisiologici", anche se più intensi, ripetuti e ravvicinati:
    • Percezione negativa degli eventi.
    • Tristezza e irritabilità.
    • Sensazione di "depressione" (si usa definirla tale, ma questa parola viene utilizzata molto spesso in maniera inappropriata, mentre si tende a ometterla quando il dubbio è più forte).
  • In questa prima fase è molto importante cercare di invertire la tendenza dell'umore come azione preventiva.
  • Se non trattati, questi sintomi possono evolvere in una condizione francamente clinica e determinare la comparsa di:
    • Umore depresso per tutto il giorno e per diversi giorni.
    • Incapacità di provare piacere durante le attività normalmente appaganti.
    • Irritabilità, negatività e dolore emotivo immotivati o eccessivi.
    • Anedonia (stanchezza, affaticamento, mancanza di energie).
    • Aumento o riduzione anomali dell'appetito.
    • Disturbi del sonno.
    • Rallentamento o agitazione motoria.
    • Mancanza di concentrazione.
    • Sensazione di fallimento, colpevolezza (propria o altrui) e inutilità.
    • Tendenza all'isolamento.
    • Pensieri ricorrenti sul suicidio.
  • L'aspetto diagnostico più importante è la pervasività dei sintomi (ovvero la costanza e la durata), ma non è detto che si manifestino tutti e allo stesso tempo.
  • Avendo il sospetto di soffrire di un disturbo depressivo è necessario consultare subito un medico:
    • Medico di base per il primo approccio: di solito prescrive dei farmaci leggeri per facilitare una remissione spontanea.
    • Specialista: psichiatra o neurologo. E' in grado di identificare con più accuratezza il tipo di disturbo e prescrivere una terapia specifica.
    • Terapeuta: psicologo - psicoterapeuta. Identifica il meccanismo psicologico che provoca il disturbo dell'umore e interviene modificando i percorsi mentali, il sistema di elaborazione ecc. Non prescrive farmaci.
  • Detto questo, alcuni consigli molto importanti per la prevenzione (ai primi sintomi) e anche per la cura sono:
    • Non abbandonare le attività consuetudinarie.
    • Frequentare la collettività.
    • Rispettare una dieta equilibrata.
    • Praticare attività motoria sportiva.
    • Non abusare di sostanze psicotrope: alcolismo, droga, tabagismo, binge eating desorder (alimentazione compulsiva).
    • Evitare solo le circostanze che provocano realmente sofferenza.
    • Dedicarsi ad attività interessanti e in grado di "scollegare il cervello" dal rimuginio (pensare continuamente al futuro) o dal ruminio (pensare continuamente al passato).
    • Abbandonare i luoghi comuni, cercare di superare la vergogna e cercare aiuto nei momenti di necessità. Rivolgendosi precocemente a uno specialista, nella maggior parte dei casi si può risolvere il problema con interventi leggeri e senza lasciare esperienze troppo significative.
  • In definitiva, i rimedi principali sono:
    • Psicoterapia.
    • Terapia farmacologica.
    • Connubio di entrambi.

Cosa NON Fare

  • Rinunciare a una diagnosi precoce non rivolgendosi al medico.
  • Interrompere l'iter diagnostico qualora il medico di base consigliasse una visita specialistica.
  • Sottovalutare il malumore e le attitudini negative ricorrenti.
  • Cedere all'anedonia e interrompere la maggior parte delle attività (lavoro, sport, hobby, relazioni sociali ecc).
  • Trascurare il sonno e non regolarizzarlo.
  • Trascurare la dieta.
  • Isolarsi.
  • Rimuginare e ruminare continuamente.
  • Evitare o interrompere la terapia farmacologica.
  • Evitare o interrompere la psicoterapia.
  • Abusare di sostanze psicotrope.
  • Tendere all'autolesionismo e sforzarsi di affrontare circostanze particolarmente disagevoli.

Cosa Mangiare

Il ruolo alimentare nella patologia depressiva è controverso.
Esistono delle basi scientifiche che suggeriscono una correlazione, ma l'impatto reale non è sempre così significativo (vedi anche: Dieta e Depressione: prevenirla a tavola).
In generale si consiglia di:

  • Adottare una dieta normocalorica ed equilibrata. Talvolta richiede un impegno particolare, poiché alcuni farmaci usati nella cura hanno un effetto anoressizzante.
  • Rispettare un regime alimentare con la giusta frazione di carboidrati.
    • L'ipoglicemia e un eventuale chetoacidosi provocate dal digiuno o da una dieta low carb alterano l'umore, creando un andamento "altalenante".
    • L'iperglicemia causata da una dieta troppo ricca di carboidrati può determinare una diminuzione dell'utilizzo di glucosio da parte del tessuto cerebrale, confusione, rallentamento e letargia.
  • Se gradita, assumere una porzione di caffè al risveglio mattutino (momento peggiore nei depressi); può migliorare l'umore, a patto che non interferisca con l'azione farmacologica.
  • Promuovere il consumo di cibi ricchi di omega 3: garantiscono l'integrità dei neuroni; quindi anche la loro funzionalità. Sono abbondanti nei prodotti della pesca, in certi semi oleosi (lino, kiwi, vinaccioli, soia ecc) e relativi oli, olio di krill, di fegato di merluzzo ecc.

Cosa NON Mangiare

  • Evitare le diete ipocaloriche, in quanto aumentano il rischio di peggioramento dei sintomi.
  • Evitare l'eccesso di bevande, integratori e alimenti fortemente stimolanti come: caffè, tè, energy drink, cacao, cioccolato fondente ecc. E' importante soprattutto nelle patologie bipolari, nelle tendenze all'abuso e nei quadri clinici caratterizzati anche da sintomi ansiosi.
  • Evitare l'assunzione di bevande alcoliche: aumentano il rischio di abuso e incidono negativamente sul metabolismo farmacologico. Possono peggiorare l'anedonia.
  • Evitare cibi molto ricchi di istamina: ha un'azione stimolante che può compromettere l'azione farmacologica o scatenare forti mal di testa e peggiorare l'ansia. E' presente soprattutto nei prodotti della pesca (pesce azzurro) e aumenta significativamente con la mal conservazione.
  • Evitare cibi molto ricchi di tiramina: è un derivato dell'amminoacido tirosina. Come il precedente è un marker di cattiva conservazione. Stimola il rilascio di noradrenalina predisponendo alla tachicardia, alla cefalea ecc. Abbonda nei formaggi, nelle carni conservate, nella salsa di soia, nel pesce, nel vino rosso e in altri alcolici, nelle banane e nel cioccolato.
  • Evitare cibi molto ricchi di glutammato: è un amminoacido che funge da neurotrasmettitore eccitante. Molto usato nell'industria alimentare come esaltatore di sapidità, abbonda nel dado da brodo, nelle zuppe pronte o liofilizzate ecc. L'eccesso è molto difficile da raggiungere con la dieta, ma può accadere nella cucina cinese.
  • Evitare l'eccesso di colesterolo e grassi saturi o idrogenati (soprattutto in conformazione trans): non hanno un effetto negativo diretto sulla depressione, ma una dieta ricca di queste molecole si associa a un peggioramento della funzionalità cerebrale. Abbondano nei cibi spazzatura come alimenti da fast food, confezionati, formaggi grassi, margarine, oli bifrazionati ecc.
  • Evitare l'eccesso di acido arachidonico: è un omega 6 derivato dall'acido linoleico. E' abbondante in alcuni semi oleosi e relativi oli (ad esempio nelle arachidi e nell'olio di estrazione). Soprattutto quando associato a un deficit di omega 3, l'esubero di acido arachidonico sembra peggiorare la funzionalità cerebrale.
  • Non seguire diete senza carboidrati o con troppi carboidrati (vedi Cosa Mangiare).

Cure e Rimedi Naturali

Tra i rimedi naturali più efficaci contro la depressione lieve riconosciamo:

  • Attività fisica motoria regolare: crea un rilascio endorfinico che può alleviare molto i sintomi.
  • Psicoterapia: vedi sotto Trattamenti Medici.
  • Attività rilassanti che permettono di interrompere il ciclo continuo di rimuginio-ruminio, consentendo al cervello di "metabolizzare" i pensieri:
    • Tecniche di rilassamento avanzato: di qualsiasi genere. Alcune sono katabasis, shiatsu, watsu, maternage ecc.
    • Meditazione trascendentale.
    • Training mentale: indotto o autogeno.
    • Yoga: utile soprattutto il pranayama.
    • Aromaterapia.
  • Erboristeria: sono considerati utili contro la depressione lieve: tisane, decotti e soluzioni tiepide arricchite di oli essenziali che contengono:
    • Iperico: è il più efficace. Ha un'azione inibitrice verso la ricaptazione di noadrenalina e serotonina in maniera paragonabile ai triciclici o agli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina.
    • Valeriana.
    • Eleuterococco.
    • Passiflora.
    • Camomilla.
    • Tiglio.
    • Menta piperita.
    • Biancospino.
    • Sambuco.
    • Vischio.
    • Luppolo.

Cure Farmacologiche

  • Antidepressivi triciclici: usati soprattutto nella cura della depressione media e grave. Sono i meno utilizzati a causa degli effetti collaterali:
    • Amitriptilina: ad esempio Laroxyl, Triptizol, Adepril.
    • Imipramina: ad esempio Imipra C FN, Tofranil.
    • Nortriptilina: ad esempio Dominans, Noritren.
    • Altri sono: clomipramina, dosulepina, doxepina, trazodonelo, fepramina.
  • Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina: antidepressivi di seconda generazione che hanno sostituito i triciclici per i minori effetti collaterali, in quanto privi dell'azione colinergica:
    • Fluoxetina: ad esempio Prozac, Azur, Flotina, Fluoxeren.
    • Citalopram: ad esempio Seropram.
    • Sertralina: ad esempio Zoloft, Tralisen.
  • Inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina:
    • Bupropione: ad esempio Elontril, Wellbutrin, Zyban.
  • Inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina:
    • Duloxetina: ad esempio Xeristar, Yentreve, Ariclaim, Cymbalta.
    • Venlafaxina: ad esempio Efexor.
  • Inibitori delle monoaminossidasi (IMAO): sono farmaci di seconda scelta per gli effetti collaterali che possono generare.
    • Fenelzina: ad esempio Margyl.
    • Isocarboxazide: ad esempio Marplan.
    • Tranilcipromina: ad esempio Parmodalin.

Prevenzione

La prevenzione della depressione può essere adottata in circostanze particolari:

  • Familiarità per la patologia: riconoscimento dei fattori biologici e/o psicologici.
  • Storia clinica positiva: chi ha già sofferto di depressione è incline alle recidive.
  • Eventi negativi particolarmente traumatici: sono molto soggettivi e non bisogna sottovalutarli, anche se da un punto di vista esterno possono sembrare trascurabili.

Le regole basilari per prevenire e ridurre i sintomi depressivi sono così riassumibili:

  • Sforzarsi di mantenere uno stile di vita normale e portare avanti le attività consuetudinarie.
  • Frequentare la collettività e non isolarsi.
  • Ricordare che il ruminio e il rimuginio NON conducono ad alcuna soluzione; al contrario tendono ad aggravare i sintomi.
  • Razionalizzare la propria condizione e agire sempre per il proprio bene, mettendo da parte colpa, vergogna e risentimento.
  • Rispettare una dieta equilibrata evitando i digiuni, la sovralimentazione e atteggiamenti che possono introdurre eventuali disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, binge eating desorder, grignottage).
  • Praticare attività motoria sportiva, ma evitare che diventi un'attività stressante.
  • Ritagliare tempo per le attività che possono gratificare e migliorare l'umore.
  • Evitare totalmente le sostanze psicotrope (alcol, droga, nicotina ecc).
  • Se possibile, eliminare tutte le circostanze disagevoli.
  • Consultare uno specialista.

Trattamenti Medici

Fanno parte di questa categoria tutte le forme di psicoterapia. La più utilizzata è la psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (TCC): è piuttosto efficace, anche se talvolta richiede un supporto farmacologico antidepressivo o regolatore dell'umore. Consiste nella presa di consapevolezza dei circoli viziosi che provocano la malattia, eliminandoli con la riattivazione del comportamento, del pensiero e grazie a comportamenti più idonei. Inoltre, lavora molto sulla prevenzione delle ricadute.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla depressione?

Generalmente in 2-4 mesi si può verificare la remissione dell'episodio depressivo, cioè la completa scomparsa dei sintomi. E' importante che le cure vengano seguite fino alla completa scomparsa dei sintomi (terapia della fase acuta) e protratte per almeno 4-6 mesi dopo la guarigione (terapia di mantenimento).

Cosa fa uscire dalla depressione?

Psicoterapia. Nelle forme più lievi, per uscire dalla depressione può essere indicata la sola psicoterapia, allo scopo di risolvere o ridurre i sintomi della malattia. Alcuni degli interventi possibili sono: Terapia cognitivo-comportamentale: questo trattamento si basa su una serie di colloqui individuali.

Chi soffre di depressione può guarire?

La depressione non cronicizza. Si tratta di una condizione che riguarda soltanto alcuni passaggi della vita. Da qui la risposta: sì, dalla depressione si guarisce. A livello mondiale, quattrocento milioni di persone sono affette dalla depressione.

Come curare la depressione fai da te?

Tra i rimedi naturali efficaci contro la depressione, che aiutano a prevenirla e a vincerla, ci sono lo sport e l'attività fisica in genere: yoga, ma anche shiatsu, training autogeno, discipline queste che favoriscono la respirazione profonda e il rilassamento.

Che cure ci sono per la depressione?

Come curare e combattere la depressione? La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) ha dimostrato scientificamente una buona efficacia sia sui sintomi acuti che sulla ricorrenza. A volte è necessario associare la TCC ai farmaci antidepressivi o ai regolatori dell'umore, soprattutto nelle forme moderate-gravi.

Cosa succede al cervello quando una persona va in depressione?

1 marzo - Gli organi centrali del sistema nervoso delle persone affette da depressione sarebbero iperconnessi: troppi legami tra le aree del cervello, che non riescono ad essere spenti e che dunque causano la produzione irregolare delle sostanze chimiche che regolano umore, attenzione e ansia.