Quando non fare la dichiarazione dei redditi

In Italia, la dichiarazione dei redditi si effettua attraverso la compilazione del modello 730 e ha la funzione di permettere ai contribuenti di pagare le imposte. Si tratta di un adempimento obbligatorio per tutti quei cittadini che posseggono un determinato reddito e possiede delle scadenze precise. Va fatto ogni anno, ma cosa succede se non si presenta la dichiarazione? 

Vediamo più nel dettaglio tutti i termini della questione nell’articolo che segue.

La dichiarazione dei redditi è il documento con cui il contribuente comunica al fisco il proprio reddito. La dichiarazione stabilisce la propria capacità di contribuire alle spese pubbliche delle quali il cittadino beneficerà.

Questa capacità si traduce concretamente in imposte da versare: tasse da pagare con una determinata scadenza.

Per comprendere e sapersi districare attraverso la normativa in materia di dichiarazioni dei redditi si deve far riferimento al TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. 

Quali sono i soggetti coinvolti?

 Più nel dettaglio, il testo di riferimento elenca sei diverse categorie di reddito, ricevendo le quali i cittadini sono tenuti a presentare una denuncia dei redditi. Si tratta di: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi da lavoro dipendente, redditi da lavoro autonomo, redditi di impresa e una più generale redditi diversi dai precedenti.

Rientrare in queste categorie significa possedere un obbligo tributario sia per persone fisiche residenti che non residenti sul territorio italiano. Quest’ultima affermazione sta a significare che il residente in Italia è obbligato a tassare i redditi prodotti ovunque nel mondo e, al contrario, chi non risiede ma produce reddito in Italia è ugualmente costretto a tassare i redditi ottenuti nello “stivale”. 

Come residente, in ambito tributario, si intendono quelle persone che per la maggior parte del periodo di imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o sono domiciliate nel territorio dello Stato ai sensi del codice civile, art. 2-bis.

Oltre a chi ha il dovere di presentare dichiarazioni allo Stato italiano, va considerato il periodo di imposta entro cui questo adempimento deve essere fatto. 

Per periodo di imposta di intende quel periodo al termine del quale il contribuente è tenuto a determinare il reddito imponibile e a versare le imposte. Per gli imprenditori individuali e le persone fisiche il periodo di imposta coincide con l’anno solare mentre per le società viene stabilito all’interno dell’atto costitutivo.

Quali sono le conseguenze se non viene presentata la dichiarazione dei redditi?

 Ma che cosa rischia, in concreto, chi non presenta la dichiarazione dei redditi? Sia che non si rispetti la scadenza stabilita dall’Agenzia delle entrate oppure che ci si dimentichi di presentarla del tutto, si va in contro a delle conseguenze. Nel primo caso, ossia presentare in ritardo, permette comunque ancora al contribuente di rimediare, regolarizzando la propria situazione fiscale entro 90 giorni presentando la dichiarazione. L’omissione, invece, è una pratica decisamente più seria e si va in contro a pene severe. Vediamo più nel dettaglio.

Con “dichiarazione dei redditi” si intende la generica dichiarazione al fisco dei propri redditi ma in realtà esistono vari tipi di dichiarazione. Il modello 730, ad esempio, è una versione semplificata di dichiarazione usata prevalentemente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Esiste anche un modello 730 precompilato, che viene appunto precompilato, come dice il nome stesso, dall’Agenzia delle entrate con i dati in suo possesso.

Per chi possiede partita Iva, in generale, è d’obbligo l’utilizzato il modello Redditi Pf (persone fisiche). 

A seconda di quel sia la dichiarazione dei redditi di propria competenza, esiste una scadenza precisa per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate. Per il modello 730 (o la sua versione precompilata) si ha tempo fino al 30 settembre. Per chi utilizza il modello Redditi Pf la scadenza è al 30 novembre. Quest’ultimo termine vale anche per i modelli: Sc, Sp, Enc.

Ed ecco che se non si rispettano queste scadenze e la dichiarazione non viene presentata entro 90 giorni (ma anche se le imposte evase superano i 50.000 euro) viene considerata omessa e scattano le sanzioni, a partire da quella amministrativa fino a quella penale.

La sanzione amministrativa parte da un minimo da pagare del 120% ad un massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute. L’imposta minima applicabile è di 250,00 euro.

Se le imposte non sono dovute, è prevista una sanzione che va da 250 uro a 1.000 euro. Una sanzione che può anche arrivare a raddoppiare nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili.

La sanzione penale scatta in caso di inadempimento o di imposta evasa quando le ritenute non versate superano i 50.000 euro per singola imposta e per ciascun periodo d’imposta.

Dal decreto Fiscale 2020 la pena è la reclusione, che può andare da un minimo di un anno e sei mesi al massimo di quattro anni per chi evade le imposte sui redditi (o Iva) e non presenta le dichiarazioni per imposte evase superiori a 50.000 euro. Stessa pena anche per chi non presenta la dichiarazione di sostituto di imposta anche qui oltre i 50.000 euro.

Come posso rimediare?

La presentazione tardiva della dichiarazione può essere sanata con la presentazione di una dichiarazione entro i 90 giorni successivi alla scadenza versando le eventuali imposte dovute con ravvedimento per omesso versamento. E naturalmente pagando la sanzione dovuta per omessa dichiarazione che risulta pari a 1/10 del minimo, quindi 1/10 di 250,00, cioè 25 euro anche se non sono dovute imposte.

Le imposte dovute andranno invece pagate secondo le regole standard.

Trascorsi i 90 giorni la dichiarazione risulta effettivamente omessa e quindi mai presentata, ma anche in questo caso è ancora possibile rimediare.

Se la dichiarazione omessa è presentata oltre i 90 giorni successivi la scadenza ordinaria, ma entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo, allora viene applicata la sanzione a cui si è fatto cenno nel paragrafo precedente, ovvero dal 60% al 120% delle imposte dovute, con un minimo di 200 euro se sono dovute imposte e da 150 euro fino a 500 euro se le imposte non sono dovute. Resta poi un’ultima possibilità per mettere le cose a posto, ovvero se la dichiarazione omessa è presentata anche oltre il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo. I questo caso è applicata la sanzione dal 120% al 240% delle imposte dovute con un minimo di 250 euro se sono dovute imposte e da 250 euro a 1.000 euro se non sono dovute.

Scaduto anche questo termine interviene la sanzione penale.

Quando non è obbligatorio 730?

Non ha l'obbligo di presentare il 730 il lavoratore dipendente che ha un solo sostituto di imposta e una sola CU relativa all'anno precedente e che non ha altri redditi oltre a quelli da lavoro dipendente.

Chi è esente dal presentare il modello 730?

In generale, i contribuenti esonerati sono quelli che hanno esclusivamente redditi da abitazione principale o altri fabbricati non locati (quelli esenti imu), da lavoro dipendente e da pensione corrisposti da un unico sostituto d'imposta, redditi soggetti ad imposta sostituiva (es interessi sui Bot) con esclusione però ...

Come faccio a sapere se devo fare la dichiarazione dei redditi?

La dichiarazione dei redditi deve essere presentata da tutti i contribuenti che nel corso del 2021 hanno percepito redditi da lavoro, dipendente o autonomo, da pensione, redditi di terreni o fabbricati così come redditi di impresa o di capitale.

Chi non deve fare la dichiarazione dei redditi 2022?

Si tratta di chi possiede un reddito uguale o inferiore a: 7.500 (pensione) + 185,92 (terreni) – per redditi di Pensione + terreni + abitazione principale e sue pertinenze (box, cantina, ecc.) 8.000 euro per redditi derivanti dall'assegno periodico corrisposto dal coniuge.