Acqua quotata in borsa sole 24 ore

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E' quanto emerge dai principali dati del Blue Book redatto dalla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con Utilitalia, Cdp e Istat. Ora l'occasione Pnrr

di Cheo Condina

21 marzo 2022

(PHOTOERICK - stock.adobe.com)

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus). Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico raggiungono i 49 euro annui per abitante, in crescita del 22% dal 2017, mentre il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 4,4 miliardi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo. Per contro, il consumo pro capite di acqua potabile resta eccessivo rispetto alle medie europee, e si mantiene elevato il divario tra il Sud e il resto del Paese, nonché tra le gestioni industriali e quelle comunali “in economia”. E ancora: l’86% delle famiglie italiane è molto o abbastanza soddisfatto del servizio di fornitura di acqua potabile, anche se la spaccatura a livello geografico è evidente con il 92% del Nord contro il 70% delle Isole maggiori
È il quadro che emerge dal nuovo Blue Book – la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato - realizzato dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e ISTAT, i cui principali dati sono stati presentati in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua con Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche.

Gli investimenti in crescita e il ruolo di Arera

Partiamo dal tema degli investimenti. Con il trasferimento delle competenze di regolazione e controllo all’Arera, dopo anni di instabilità gli investimenti realizzati hanno registrato una crescita costante a partire dal 2012. Per il 2020-2021 si stima un valore pro capite di 49 euro, un dato in aumento del 22% rispetto al 2017 (40 euro per abitante) e di oltre il 47% rispetto al 2012 (anno dell’avvio della regolazione Arera), ma ancora lontano dalla media europea che è di circa 100 euro.

Perché si investe? L’obiettivo prioritario è il contenimento dei livelli di perdite idriche che assorbe quasi un terzo dell’ammontare totale (32%); seguono, tra i principali interventi, gli investimenti nelle condotte fognarie (21%) e quelli per gli impianti di depurazione con il 14%. “Grazie anche all’impulso positivo della regolazione - evidenzia Stefano Pareglio, presidente della Fondazione Utilitatis - negli ultimi anni il comparto idrico si è messo in moto, segnando un deciso cambio di passo dopo decenni di investimenti del tutto insufficienti. C’è ancora da recuperare molta strada rispetto ai Paesi europei più avanzati, ma la presenza di operatori industriali che si occupano del ciclo idrico integrato, il sostegno offerto dal Pnrr e l’attenzione del regolatore consentono di avviare un percorso volto a colmare il divario infrastrutturale del Paese e tra le diverse aree d’Italia, e per raggiungere i migliori standard europei sul fronte sia degli investimenti che dei servizi offerti ai cittadini”.

Restano infatti ancora grandi differenze tra le aree del Paese. La stima degli investimenti realizzati dai gestori industriali nel biennio 2020-2021 è pari a 65 euro l’anno per abitante per il Centro, seguito dal Nord-Ovest (52 euro) e dal Nord-Est (48); decisamente più bassa la stima per il Sud, pari a 35 euro l’anno per abitante. Lo stesso dato crolla nelle gestioni “in economia”, dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico: qui gli investimenti medi annui si attestano a 8 euro, ben al di sotto dei 49 rilevati nel resto del Paese. Da notare che sono più di 8 milioni le persone residenti in Comuni dove almeno un servizio tra quelli di acquedotto, fognatura e depurazione, è gestito direttamente dall’ente locale; di questi 5 milioni (63%) sono gli abitanti di Comuni in cui è l’intero servizio idrico a essere gestito direttamente dall’amministrazione locale.

Dal Pnrr 4,4 miliardi per il settore

Altro tema chiave: Il Pnrr, che destina alla Tutela del territorio e della risorsa idrica 4,4 miliardi di investimenti (di cui 3,5 miliardi per le aziende del servizio idrico integrato). Per il raggiungimento degli obiettivi indicati sono già stati finanziati su tutto il territorio nazionale 75 progetti di manutenzione straordinaria e di potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria, per un totale di 2 miliardi. Inoltre, sono già state assegnate risorse pari a circa 300 milioni di euro, dedicate alla riduzione delle perdite di rete e digitalizzazione delle infrastrutture nelle regioni del Sud Italia.

Quando è stata quotata in Borsa l'acqua?

Da oltre un anno l'acqua è quotata in borsa: per la prima volta nella storia, è accaduto il 7 dicembre 2020 quando una grande società finanziaria, la Cme Group, ha lanciato il primo future al mondo sulla risorsa idrica.

Cosa vuol dire quotata in Borsa?

Le azioni possono essere di DUE TIPI: Quotate: se vengono vendute e acquistate in Borsa in base al prezzo di mercato. Queste sono più facili da acquistare o vendere perché hanno una maggiore trasparenza. Non quotate: se il loro scambio avviene in seguito ad accordi privati con i soci.

Quali azioni conviene comprare oggi?

Migliori azioni oggi.

Perché i mercati stanno crollando?

I crolli delle Borse generalmente avvengono in seguito a lunghi periodi di rialzi in Borsa, quando i prezzi delle azioni sono saliti molto e le quotazioni non rispecchiano il vero valore delle aziende quotate. In questo caso si dice che le azioni sono “sopravvalutate”.