Le colline hanno gli occhi 2 1985

Le colline hanno gli occhi 2 1985

Il secondo album è sempre il più difficile, nella carriera di un artista cantava Caparezza, e il seguito di un film di successo è sempre un gran casino per un regista, parliamo di questo nel nuovo capitolo della rubrica, quindi bentornati a… Craven Road!

Le colline hanno gli occhi 2 1985

I seguiti più odiati della storia del cinema? “Lo squalo 2” (1978)? "La strana coppia II" (1998)? Il risveglio della Forza? Ah no quello è un remake. Tutta roba che comunque trova qualche estimatore a confronto di “The hills have eyes - Part II” un film che giova ricordarlo, doveva essere il nuovo lavoro di Craven subito dopo Il mostro della palude, se non fosse che zio Wessy si sia messo in testa di visitare Elm Street sfornando un capolavoro nome Nightmare - Dal profondo della notte.

Lo so, come è possibile che dopo aver creato un’icona come Fred Kruger, Craven sia riuscito a sfornare un film indifendibile come “Le colline hanno gli occhi II”? Quello che invece viene spesso dimenticato è il fatto che tra queste due pellicole agli antipodi, Wes Craven ha firmato due piccolissimi film per la televisione “Invito all'inferno” (1984) e “Sonno di ghiaccio” (1985), che potrei un giorno decidere di infilare in questa rubrica se solo fossero più facili da reperire. Perché qualcuno che ormai era stato messo sulla carta geografica dal successo di “Nightmare” faceva ancora così tanta fatica a trovare fondi per i suoi progetti? Penso che sia la grande costante di tutti i registi che prediligo, e malgrado l’essere stato una delle voci più importanti della New Horror di Hollywood, anche il suo “Nightmare” era un piccolo film prodotto da una casa di produzione diventata famosa proprio grazie a Craven, la New Line Cinema, detta anche “The house that Freddy built”.

Le colline hanno gli occhi 2 1985
Zio Wessy scherzava sui neri negli horror ben prima di "Scream 2".

Mentre la New Line spingeva per uscire immediatamente con un nuovo film dedicato a Kruger, Craven era di un altro avviso, la piega presa da Nightmare 2 - La rivincita, non piaceva molto al maestro di Cleveland, quindi “Le colline hanno gli occhi II” è stato quasi una scelta obbligata, perché di fatto Craven aveva già iniziato a lavorarci, ma qui tocca affrontare un’altra questione di notevole importanza.

Wes Craven si è ritrovato ad essere uno dei più grandi maestri del cinema horror, anche un po’ per caso, in alcuni momenti ha dimostrato quando il genere gli andasse un pochino stretto, infatti nella sua filmografia ci sono titoli che esulano dal genere horror, anche in maniera clamorosa, lo vedremo anche nel prossimo capitolo di questa rubrica come Craven fosse interessato ad esplorare altri generi, ma ormai per tutti era il ragazzo terribile dell’horror. Stacce Wes, quindi sotto con “Le colline hanno gli occhi II”.

Le colline hanno gli occhi 2 1985
La grafica delle grandi occasioni eh?

Ultima attenuante generica, prima di iniziare (finalmente!) a parlare del film di oggi, per essere un maestro dell’horror, Wes Craven ha ampiamente dimostrato di essere stato un po’ come uno di quegli studenti i cui insegnanti riprendevano descrivendolo come: bravo ma non si applica. Nei momenti in cui Craven lavorava concentrato e interessato al soggetto, ha saputo cavare sangue dalle rape (letteralmente in molti casi), sfornando film di rottura, diventati immediatamente di culto, oppure semplicemente leggendari, con budget irrisori. Ma un Wes Craven distratto? Ha generato mostri che ancora oggi ci guardano dalla sua filmografia, aggiungeteci poi la sfiga dei grandi autori, che spesso ha funestato alcune delle sue produzioni, e il disastro è dietro l’angolo, roba appunto come “Le colline hanno gli occhi II”.

Lo so che dovrei provare a tirarci fuori qualcosa di buono da questo film, visto che sto portando avanti una rubrica dedicata a Craven, ma mi risulta davvero complicato visto che “The hills have eyes - Part II” non solo è sciatto, non ha un grammo della furia del suo predecessore, ma è anche profondamente disonesto, l’ho trovato urticante fin dalla prima volta che mi capitò di vederlo da ragazzino, e lo trovo ancora un’operazione fastidiosa oggi. Basta dire che il film in uno strambo Paese a forma di scarpa, non ha mai visto il buio delle nostre sale, uscì direttamente in DVD nel 2005, con quel numero "2" sulla locandina, e la speranza che passasse inosservato, perché qualche acquirente poco attento, lo comprasse convinto di essersi portato a casa il primo mitico capitolo.

Le colline hanno gli occhi 2 1985
Mai abbandonare il sentiero, ma non lo avete mai letto lo Hobbit!?

Dico sempre che un buon seguito dovrebbe tenere sempre conto degli effetti del primo capitolo sulle vite dei personaggi, “Le colline hanno gli occhi II” parte benino tenendo a mente questa regola, ritroviamo Bobby (Robert Houston) in seduta dallo psicologo, sopravvissuto a fatica alla prima mattanza, a fare i conti con i traumi subiti proprio ora, che dovrà accompagnare i ragazzi della sua squadra di motocross ad una gara, più o meno dalle parti del maledetto deserto dove ha perso buona parte della famiglia e della sanità mentale.

Craven da bravo laureato in psicologia ha sempre tenuto conto dei traumi subiti dai suoi personaggi nei suoi seguiti (ricordate Sidney Prescott vero?) ma sto veramente cercando spunti da autore in un film che purtroppo nasce disgraziato. Si perché nel tentativo di pompare il minutaggio del poco girato inedito, ed arrivare ai canonici 90 minuti di durata, la Eagle Pictures suggerì a Craven l’ideona: Mettici dentro spezzoni del primo film sotto forma di Flashback ed e fatta. Purtroppo Peter Locke, il produttore con cui Craven aveva fatto fuoco e fiamme nel deserto per il primo capitolo, ormai era andato e Craven, prima recalcitrante, alla fine ha accettato questa soluzione stronza, perché beh, aveva un gran bisogno di soldi in quel periodo (storia vera).

Le colline hanno gli occhi 2 1985
“La mappa dice che dobbiamo seguire per di qua fino al prossimo flashback e poi svoltare”

Si può dire soluzione stronza? Beh scusate se non sembra tanto educato ma davanti ad un film così mi viene voglia di mettere mano al mio vocabolario Oxfordiano, si perché per una scena in cui Bobby cerca di superare il suo trauma sul lettino dello psicologo (anche se è più che altro un normale divano), arriva a ruota una lunga scena presa di peso dal finale del primo film, ed infilata a forza già per la gola degli spettatori. La Eagle Pictures temeva che soffrissimo tutti di vuoti di memoria forse?

Sta di fatto che Bobby ci prova ma viene sopraffatto dal panico, i suoi ragazzi andranno alla gara di motocross da soli, accompagnati solo da Rachel, che è il nome con cui ora la Ruby del primo film (Janus Blythe) si fa chiamare, da quando ha smesso di essere la ragazza selvaggia che conoscevamo, abbracciando una vita civilizzata, in quello che è anche forse l’unico colpo di scena del film. Si, peccato che ad un certo punto della storia, a causa del montaggio barbaro eseguito usando un accetta (nemmeno troppo affilata) Rachel, Ruby, o come cavolo si chiama lei, sparisca completamente dal film, lasciando i ragazzi giovani alle prese con i cannibali nel deserto, insomma uno Slasherino anni ’80 come ne esistono milioni, ma quasi tutti meno appesantiti da inutili flashback ridondanti come accade qui.

Le colline hanno gli occhi 2 1985
"Vieni Bestia, devi mordere Michael Berryman", "Di nuovo? Non mi piace Berryman è stoppaccioso"

Si perché vuoi non infilare un pezzo con protagonista Ruby preso dal primo film dopo la sua rivelazione? Persino quando nella storia torna Bestia, il pastore tedesco del primo capitolo, uno dei personaggi afferma: «Questo cane da piccolo deve aver subito dei traumi» e sotto con un flashback anche sul cane! Vai con la scena del primo film in cui Michael Berryman deve vedersela con gli affilati canini del cagnone. Tutto così, una roba tediosa da cui non è difficile capire perché Craven abbia preso le distante, disconoscendo il risultato finale (storia vera).

Le colline hanno gli occhi 2 1985
Mad Michael Berrymax - Oltre la sfera del tuono

Non aiuta nemmeno il fatto che le musiche siano state composte da Harry Manfredini, anzi la dico bene, da un per nulla ispirato Harry Manfredini, che in questa operazione di riciclaggio, pensa bene di utilizzare un tema musicale quasi identico a quello che aveva già composto per i film di Venerdì 13. Una trovata che regala al film di Craven un’ulteriore ragione per essere confuso con qualunque altro Slasher con ragazzini in pericolo, uscito nello stesso periodo.

Si salva come sempre la prova del mitico Michael Berryman, alla quarta (contando anche “Invito all'inferno”) ed ultima collaborazione con Wes Craven. Il suo Plutone, trasformato in Pluto dallo svogliato doppiaggio italiano del film (da Dio a cane dei cartoni, sembra la parabola di questo film…) è ancora nel deserto a seminare trappole per i poveretti che sbaglieranno strada, a dargli manforte il nuovo parente acquisto della famiglia di Cannibali, il Mietitore interpretato da John Bloom.

Le colline hanno gli occhi 2 1985
"Io sono il Mietitore", "Sì? È venuto per la siepe?" (quasi-cit.)

Nemmeno avere una ragazza non vedente (ironico in un film dove anche le colline hanno gli occhi) tra i ragazzi destinati alla mattanza, aiuta Craven a regalare un po’ di brio ad un film piatto e senza mordente, quando a zio Wessy mancavano le motivazioni e l’attenzione necessaria, riusciva a toccare abissi di mediocrità incredibili per uno che comunque ha rivoluzionato il genere Horror con lo stesso quantitativo di furore e cervello ben dosati. Ecco forse “The hills have eyes - Part II” è un altro film in cui si vede un ragazzo arrampicarsi, per entrare nella finestra della camera della sua bella, una trovata che diventerà una costante anche in altri film di Craven (la saga di “Scream” ad esempio), non ho visto molti episodi di “Dawson's Creek” nella mia vita, ma in quei pochi quasi sempre il biondo s’intrufolava passando dalla finestra, ho sempre pensato nella mia testa (matta) che fosse un modo per omaggiare zio Wessy.

Le colline hanno gli occhi 2 1985
“Funzionerà, l’ho visto fare in tv dal coyote dei cartoni animati”

Forse l’unica cosa davvero positiva che posso provare ad aggiungere su questa operazione disgraziata e fuori fuoco (Le colline hanno gli occhi miopi) è il tocco di Craven, che qui si vede pochino e risulta anche parecchio svogliato (il bravo ma non si applica di cui sopra), più che altro sono le spallate, oddio spallate, diciamo scossoni al genere Slasher che zio Wessy prova a dare in alcuni frangenti, modesto antipasto del lavoro di revisione degli “Scream” che arriveranno.

La protagonista Cass (bel nome!) interpretata da Tamara Stafford ha tutta l’aria della “Final girl” predestinata, ma troviamo anche una scena in cui una ragazza e un ragazzo di colore fanno sesso… In un film Horror? Proprio voi due? Ma siete pazzi!? Ci sono modo più semplici di suicidarsi!

A ben guardare anche il trucchetto con cui i protagonisti cercando di fregare il Mietitore, è un modo per provare a sovvertire le regole del genere, imposte fin dal primo capitolo, ma tutto è talmente mediocre e piatto da precipitare subito nell'anonimato più totale. Nel finale quando i personaggi se ne vanno felici, mano nella mano con Bestia scodinzolante accanto a loro, e con una musichina felice in sottofondo, viene voglia di chiedersi: «Ma sei tu Wes? Cosa ti hanno fatto, ti hanno messo sotto sedativi?».

Il furore belluino con cui Caven si scagliava contro l’idea preconfezionata di famiglia del primo film è totalmente scomparso, per non parlare della cinica analisi sulla natura umana. Un seguito inutile, con tutte le attenuanti generiche che possiamo fornire a Wes Craven, ma comunque uno degli episodi più scapestrati della sua filmografia, purtroppo funestata da influenze negative dei produttori e sfighe assortite, come vedremo la prossima settimana, con il capitolo più robotico di tutti. A breve qui, sempre su Craven Road!

Come finisce Le colline hanno gli occhi?

Doug fa ritorno insieme a Catherine e Beast al luogo della roulotte e riabbraccia Bobby e Brenda. Assieme possono, infine, incamminarsi verso una direzione di uscita dalla zona. L'ultima scena mostra i superstiti della famiglia Carter nuovamente osservati dalle colline.

Dove è stato girato il film Le colline hanno gli occhi?

Le colline hanno gli occhi è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 25 Agosto 2006 (20th Century Fox); la data di uscita originale è: 10 Marzo 2006 (USA). Le riprese del film si sono svolte in Marocco. Girato in: 35 mm.