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on 26 Aprile 2018 Catena muscolare – concetti introduttiviSe soffrite regolarmente di mal di schiena, vi consiglio di leggere attentamente questo articolo perché vi consegnerò i miei esercizi più efficaci per la catena muscolare posteriore, la cui retrazione è frequentemente causa di dolori localizzati o diffusi su uno o più punti del corpo. Catena muscolare, premessa.Ora pensate al vostro corpo ed osservatelo nella sua globalità. Noterete che ossa, muscoli e visceri sono interdipendenti tra loro e che un minimo disequilibrio in uno di questi tre punti, scatenerebbe inevitabilmente delle ripercussioni sull’intero sistema. Lo scheletro è la parte passiva della struttura e del movimento. Esso ha la funzione di sostenere ed assorbire gli urti, ma anche di proteggere gli organi vitali del corpo ( penso ad esempio alla scatola cranica, alla gabbia toracica, al bacino ed alla colonna vertebrale ). Esso sfrutta le articolazioni le quali mettono a contatto due capi ossei consegnando loro diverse tipologie di movimento a seconda che siano giunzioni definite sinartrosi ( che mettono cioè in relazione i due capi ossei grazie a tessuto connettivo interposto che ” riempia ” lo strato discontinuo tra le estremità articolari ) o diartrosi ( quelle che mettono direttamente a contatto le facce articolari “compattate ” da complessi legamentosi avvolgenti ). Le fasce contengono e trasmettono gli stimoli ai muscoli che – creando forza con le loro contrazioni – rappresentano la parte attiva del movimento.
Torniamo per un attimo allo scheletro. Esso è suddiviso in due parti principali: una ASSIALE ( comprende cranio, colonna e gabbia toracica ), l’altra APPENDICOLARE ( cioè arti inferiori e superiori ). La colonna ( che abbiamo visto rientrare nella parte assiale dello scheletro e che protegge il midollo osseo, tessuto concepito per provvedere al rinnovamento di globuli bianchi, rossi e piastrine ) è l’aspetto fondamentale dello scheletro, ovviamente, visto che direttamente o indirettamente tutte le ossa sono ad essa collegate. La chiamiamo colonna, ma della rigorosità delle colonne che reggono i templi, ha ben poco. Essa è costituita dall’alternanza di curve lordosiche e cifosiche ed è in grado di garantire una gamma ampissima di movimenti oltre che ad essere ( se in salute, ovviamente ) estremamente flessibile. La mobilità tra le vertebre è piuttosto limitata, ma è grande la capacità del suo insieme di creare un’ampia escursione di movimento. E – adesso – soffermatevi sulle curve della colonna. Perchè ci sono e perchè si alternano esattamente in questo modo? La cifosi è una curva che interdice il movimento. Se osservate, di fronte ad ogni cifosi, il corpo ha una struttura massiccia con funzione protettiva ( davanti all’occipite troviamo la scatola cranica dove si trova il cervello, davanti alle vertebre dorsali il cuore ed i polmoni vengono protetti dalla gabbia toracica, davanti all’osso sacro troviamo la cavità pelvica e gli organi genitali ). Dove ci sono lordosi, allora è lì che vie è possibilità di movimento ( qui dedico una parentesi alle mie allieve di danza del ventre, aggiungendo una curiosità: l’ombelico si trova proprio a livello di L3 ed ecco perchè questo distretto del corpo vi è più semplice da rendere fluido, danzando, rispetto alle isolazioni del petto e torace ). Muscoli, ossa, vertebre ed articolazioni: la catena muscolarecatena Come nasce il movimento? I muscoli si inseriscono sulla colonna vertebrale ( e scheletro in generale ) ed attraverso vertebre ed articolazioni nasce quel miracolo che trasforma la statica in mobilità.
Catena muscolare: principali classificazioni
A loro volta si suddividono in catena muscolare retta profonda ( nasce per la statica e costituisce i 2/3 della muscolatura totale e permette di mantenere l’equilibrio che non dipende quindi assolutamente dai muscoli superficiali del movimento ) e catena muscolare retta superficiale ( nasce per la dinamica ). Catena muscolare e diaframmaLeggi qui tutto l’articolo in cui spiego bene l’importanza della corretta respirazione, ma voglio farti notare la centralità di questo muscolo nell’equilibrio delle catene muscolari. Il corpo ha un appoggio anteriore – non rigido – in cui il diaframma diviene protagonista. Mi spiego meglio. Esso nasce con funzione dinamica: serve per respirare, convieni? Quindi esegue continui atti inspiratori ed espiratori. Può – però – in certi casi diventare l’appoggio anteriore del corpo quando – tramite compensi – si appoggia sui visceri per supportare ad esempio il carico di pesi. In questo caso il sistema nervoso blocca momentaneamente il diaframma ed i visceri si spostano dalla loro sede naturale. Sai cosa accade se – invece che immaginare questo esempio occasionale – blocchiamo permanentemente il diaframma per scorretta respirazione? Esso si contrae in maniera costante nella posizione appena descritta e tutto il sistema ( visceri che prolassano o si spostano dalla loro sede fisiologica, legamenti e muscoli connessi ) si “impalla”, iniziando un viaggio che porterà a disturbi più o meno diffusi. Quindi la rieducazione diaframmatica, NON MI STANCHERO’ MAI DI RIPETERLO, è prioritaria quando si hanno dolori muscolari ( ovviamente non patologici o per traumi ). Posture antalgiche
E quindi? Muoversi o non muoversi? Questo è il problema! Muoviti! Subito! Ed in maniera corretta!! La mia risposta. Il corpo obbedisce a tre leggi fondamentali, in questo ordine:
Se affrontiamo l’aspetto fisiologico, tutto è più chiaro: vi è equilibrio attraverso soluzioni economiche e confortevoli ( stai comodo senza sprecare energia nel tuo punto di equilibrio ). Ma cosa accade quando nel corpo vi è una disfunzione che riorganizzerà in modo non più fisiologico la catena muscolare compromessa? Qui accade il fattaccio! Il corpo ora rischia di sentire dolore per la situazione creatasi e ridefinisce le priorità.
Il corpo non vuole sentire dolore e per questo inverte le priorità! Cerca di mantenere l’equilibrio, ma principalmente evita il male! Questo riorganizza la postura ed il principio di economia viene ridimensionato: occorre un sacco di energia per creare una postura antalgica! Da tutto questo si evince che il corpo si ” storta “, ci si sente più stanchi e tutto questo lo si fa per ” tirare avanti ” senza sentire dolori ( il nostro fisico si adatta, ma non è che per lui è proprio una passeggiata rimanere così a vita…). Sì, esistono i compensi, ma a che prezzo? Prima o poi il conto arriva e se arriva “poi” invece che “prima” è salatissimo! Quando finalmente si decide di frequentare corsi di ginnastica posturale, perché le magagne stanno venendo a galla ed incominciano i dolori, il lavoro di allungamento costringe i muscoli raccorciati ed ” induriti ” dal rinforzo in posizioni non fisiologiche a ” smollarsi “. Ed è qui, che le proteste, fisiche e morali, fioccano sotto i miei occhi imperturbabili :). Magari si crede di fare ginnastica per liberarsi dal mal di spalla e si esce dalla lezione con un lavoro su piedi, polpacci e caviglie che ha dato i suoi frutti. Compresa la consapevolezza che su quella caviglia bloccata perché si indossano tacchi tutti i giorni e dal polpaccio contrattissimo che col lavoro di allungamento ci ha fatto sudare ( sempre tenendo però presente la regola del rispetto delle proprie sensazioni e di lavorare sotto il limite del dolore ), mentre non ci eravamo mai accorti prima che fosse così conciato, bisogna partire per sistemare la spalla. Così, tanto per dire ;). Catena anteriore, posteriore, retta ed obliquaAbbiamo compreso che i muscoli sono disposti a catena e che sono collegati da un sistema di fasce con un andamento orizzontale, verticale o obliquo. Esse si chiamano: CATENA ANTERO MEDIALE A.M. CATENA POSTERO MEDIALE P.M. CATENA ANTERO POSTERIORE A.P. CATENA POSTERO ANTERIORE P.A. E consentono al corpo di effettuare i movimenti nei tre piani dello spazio. Tralascerò la descrizione delle altre catene, ma mi concentrerò su quella posteriore per dimostrarti quanto una sua pecca possa condizionare la tua postura e creare severi mal di schiena che potrai risolvere con un lavoro adatto e controllato. Catena posterioreCatena più estesa formata da muscoli profondi e superficiali che vanno dalle dita dei piedi alla linea occipitale. Muscoli coinvolti:
Le tre squadre di Mezieres
Verificando lo schema falsato e prendendone coscienza, allora convenne che si poteva agire integrando correttamente lo schema corretto. Faceva così assumere posizioni a corpo libero per normalizzare problemi articolari e muscolari. Le tre squadre che lei usava a questo scopo erano – sinteticamente – :
Le posture vanno mantenute inizialmente 10 minuti e tale tempo andrà poi incrementato ed è sempre consigliato farsi aiutare da un fisioterapista se eseguite a scopo terapeutico o istruttore specializzato di ginnastica posturale se a scopo preventivo. Non eseguire la prima squadra se mestruata o incinta. Ginnastica posturale per la schiena: esercizi per la catena posterioreEcco il mio video tutorial di oggi!! Ricordati che è destinato ad una popolazione sana e che devi consultare il tuo medico prima di eseguire questi esercizi. Ed ora lascio qui qualche consiglio di lettura per chi volesse approfondire questo argomento:
A presto! Shamsa 🙂 TAGS Quali sono i muscoli della catena cinetica posteriore?La catena muscolare posteriore, ha inizio con i muscoli superficiali e profondi che si inseriscono sull'occipite; prosegue con la muscolatura intrinseca della colonna vertebrale arrivando fino al bacino; continua poi con la muscolatura glutea, gli ischiocrurali, il popliteo, il tricipite surale e i muscoli plantari.
Cosa è la catena cinetica posteriore?La Catena Muscolare Posteriore
è la più estesa ed è formata da tutti i muscoli profondi e superficiali che vanno dalla linea occipitale alla punta delle dita dei piedi e si comportano come un'unica fascia. Di natura non muscolare, ma fasciale, ha funzione antigravitaria, favorendo la stazione eretta.
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