Ritratto della famiglia di carlo iv goya

Nato ad Aragona nel 1746, Goya è un artista che si allontana dal panorama Settecentesco, interpretando il romanticismo in chiave personale.

Nel 1789 diventa il primo pittore del re Carlo IV e si trasferisce presso la famiglia reale. È qui che realizza, nel 1800, questa celebre opera, ora conservata al Museo del Prado di Madrid.

Ritratto della famiglia di carlo iv goya

Goya studia i membri della famiglia reale, 13 persone + 1: si tratta del pittore stesso che si ritrae mentre dipinge davanti alla sua grande tela come se stesse guardando le figure ad uno specchio.

Essi sembrano però dei manichini, gente comune vestita con abiti regali, hanno difetti fisici, e alcuni di loro guardano da un’altra parte, non sono perfettamente in posa. Sembra infatti che Goya li stia mettendo in ridicolo, mostrando la decadenza di una famiglia prossima alla fine.

Esclusi dalla satira di Goya, i bambini, che vengono rappresentati ancora innocenti.

Ad accentuare questa idea è la presenza delle ombre che si insinuano tra le figure come una macchia d’olio (infatti il proscenio è lasciato vuoto).

Carlo IV è l’uomo panciuto con i capelli bianchi, mentre al centro vediamo la moglie, Maria Luisa, che tiene per mano il loro figlio più piccolo. L’altra figura maschile a sinistra, più in primo piano e vestito d’azzurro, è il figlio maggiore ed erede al trono: Ferdinando VII.

Negli anni successivi, Goya utilizza spesso la sua arte per trasmettere un messaggio politico. Ad esempio in “2 maggio 1808: lotta contro i Mamelucchi” sulla guerra d’indipendenza spagnola o in “3 maggio 1808: Fucilazione Montagna del Principe Pio” in cui denuncia l’idea malata dell’uomo di uccidere i suoi simili!

  • Ritratto della famiglia di carlo iv goya
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Questo dipinto appartiene alla serie dei ritrattireali dipinti da Goya a partire dal 1799, ed è il più importante ed impegnativo, sia per le dimensioni sia per il numero delle persone ritratte.
E' stato realizzato tra il luglio del 1800 e giugno del 1801, preceduto da una serie di studi parziali di ognuno dei personaggi.
È molto libero e audace nella stesura pittorica a grandi macchie e strappi cromatici, che rivela la sua vicinanza a Velazquez.
E' realizzato con la lucidità dell'occhio indagatore che scruta in profondità, con una penetrazione psicologica inquietante. Come era sua abitudine, il suo sguardo implacabile ci scopre, al di sotto dell'apparenza esterna e dell'evidente somiglianza fisica, tutte le miserie morali dei personaggi, che si rivelano nudi nel profondo, sebbene rivestiti in tutta la loro pompa superficiale, e che rende ancor più il contrasto fra realtà e apparenza.
Goya fa una spietata denuncia della grettezza, della vanità, dell'animalità e della follia dei singoli personaggi che sembrano caricature grottesche. È una denuncia impietosa, crudele dei vizi della famiglia reale. Soltanto i bambini, salvati dall'innocenza che Goya vede in loro, sono esclusi dal terribile verdetto.
Ma la sua è un'ironia molto sottile che poteva essere intesa solo da poche persone.
A tale effetto contribuisce un sapiente uso della luce, protagonista, insieme al colore, di questo quadro.
All'estrema sinistra, l'unica figura in ombra è quella di Goya, che si è ritratto nell'atto di dipingere su una grande tela un soggetto che non ci mostra.


A. Cocchi


Bibliografia e sitografia:

La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986
O. Rossi Pinelli David e l'arte della rivoluzione francese in: Dossier Art n. 37, Giunti Firenze, 1989
AA.VV. moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000
Dossier Art n. 35, Firenze, Giunti 1989

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Arte del Romanticismo

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