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Molte persone che hanno riscontrato un livello di vitamina D bassa (dopo prelievi del sangue o test di autoanalisi) hanno poi iniziato a cercare dei rimedi per agire prontamente in seguito ai sintomi riscontrati per non incappare in spiacevoli conseguenze che la carenza di vitamina D provoca.
Nell’ultimo periodo (diciamo negli ultimi 5-6 anni, in particolare) è sempre più cresciuta l’attenzione nei confronti di questa vitamina (che in realtà è molto più di una vitamina, è un paraormone) e in molti prestano attenzione ai propri livelli.
Non è più solo una vitamina attenzionata dal pubblico femminile maturo, ma è destinata anche a bambini, ragazzi e adulti, anche perché si stima che il 60-80% della popolazione ne sia carente.
Carenza di vitamina D: sintomi e conseguenze
Si può parlare di deficit di vitamina D, quando nel corpo la presenza di questa importante vitamina è sotto i 30 ng/L.
I sintomi che la carenza di vitamina D porta con sé sono:
- dolore alle ossa, che provoca fastidiosi intorpidimenti
- dolore diffuso alle articolazioni (ginocchia e spalle in particolare)
- dolori muscolari a braccia e gambe
- sudore alla testa
- sudore alle mani
- debolezza muscolare
- eccessivo nervosismo
Anche le contrazioni muscolari involontarie possono essere indice di carenza di vitamina D, così come frequenti stati confusionali, poca chiarezza mentale, eccessiva stanchezza, quasi cronica e difficoltà nell’addormentamento.
Inoltre, una volta misurati i livelli di vitamina D e riscontata l’insufficienza o la carenza, è opportuno intervenire per evitare conseguenze molto serie come il rachitismo (carenza vitamina D nei bambini) o l’osteoporosi.
Carenza di vitamina D e malattie cardiovascolari
Molti studi recenti affermano che la carenza di vitamina D (ipovitaminosi D) è un’ulteriore causa di malattie cardiovascolari: un motivo in più per monitorare il proprio livello ciclicamente e prendere le eventuali precauzioni, che vedremo tra poco.
Tre le varie malattie che riguardano il sistema cardiocircolatorio c’è l’ipertensione, una patologia che colpisce molti italiani dai 45-50 anni in su. Inoltre, le persone “non più giovani” hanno una ridotta produzione di vitamina D quando si espongono al sole.
Cosa fare in caso di vitamina D bassa? Quali sono i rimedi
Una volta appurato che il livello di vitamina D nel sangue è basso o scarsamente sufficiente (qui sotto uno schema che indica i livelli), è opportuno iniziare un percorso per il ripristino della quantità di vitamina nel sangue.
La prima cosa da fare, una volta appurata la carenza o l’insufficienza, è procurarsi un buon integratore di vitamina D.
L’esposizione al sole non è sufficiente: questo perché, anche se le giornate autunnali, invernali e primaverili possono offrire un “bel sole caldo”, l’inclinazione dei raggi solari alle latitudini europee/italiane non è sufficiente per stimolare la produzione di vitamina D attraverso la pelle. Relegare la produzione annuale di vitamina D alla sola esposizione solare estiva, pur essendo un’ottima pratica, non è sufficiente per permettere all’organismo di avere una scorta per i restanti 9-10 mesi dell’anno.
Inoltre, in persone con la pelle scura/olivastra, l’esposizione al sole dovrebbe essere ulteriormente prolungata, perché la pigmentazione scura agisce da filtro naturale.
Quali sono le fonti di vitamina D?
In seconda battuta, è importante fare una lista di cibi che contengono vitamina D (anche se in scarsa misura, ma sono pur sempre una fonte di vitamina D). In questo caso uova, carni rosse e pesci come sgombro e tonno (oltre a pesce spada, sogliole e sardine) possono essere un buon punto di partenza, per chi non segue una dieta vegetariana/vegana. In questo caso i funghi possono essere una fonte di approvvigionamento.
La vitamina D, conosciuta da molti nostri clienti come “la vitamina del sole” o “la vitamina per le ossa”, si divide in vitamina D2 (ergocalciferolo), assunta attraverso l’alimentazione, e la vitamina D3 (colecalciferolo), ormone sintetizzato dall’organismo a tramite la pelle grazie all’esposizione ai raggi ultravioletti UVB e che è la forma chimica contenuta negli integratori, che a ben guardare si chiamano “integratori di vitamina D3”.
Vitamina D sistema immunitario
L’importanza della vitamina D è correttamente associata anche al buon funzionamento del sistema immunitario: accanto ad altre vitamine come la vitamina C con zinco, la vitamina A e le fibre, il sistema immunitario è regolato anche dalla presenza di buoni livelli di vitamina D nel sangue. In pratica è fondamentale porre attenzione a questa vitamina, che è coinvolta in moltissimi processi biochimici del corpo umano.
Quanta vitamina D assumere al giorno
Sotto questo profilo il ministero della salute indica un massimale di 0.05 mg al giorno, che corrispondono a 2000 U.I. (Unità Internazionali): il nostro consiglio è quello di assumere sempre in proporzione corretta (1:10) anche la vitamina K2, che “cattura” il calcio in eccesso e lo porta nelle ossa e nei denti, svolgendo così una preziosa funzione che inoltre libera arterie e coronarie da depositi potenzialmente pericolosi per la salute.
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