Vitamina d bassa sintomi e cause e rimedi

Aggiornato alle 16:54h in News 0 Commenti

Molte persone che hanno riscontrato un livello di vitamina D bassa (dopo prelievi del sangue o test di autoanalisi) hanno poi iniziato a cercare dei rimedi per agire prontamente in seguito ai sintomi riscontrati per non incappare in spiacevoli conseguenze che la carenza di vitamina D provoca.

Nell’ultimo periodo (diciamo negli ultimi 5-6 anni, in particolare) è sempre più cresciuta l’attenzione nei confronti di questa vitamina (che in realtà è molto più di una vitamina, è un paraormone) e in molti prestano attenzione ai propri livelli.

Non è più solo una vitamina attenzionata dal pubblico femminile maturo, ma è destinata anche a bambini, ragazzi e adulti, anche perché si stima che il 60-80% della popolazione ne sia carente.

Carenza di vitamina D: sintomi e conseguenze

Si può parlare di deficit di vitamina D, quando nel corpo la presenza di questa importante vitamina è sotto i 30 ng/L.

I sintomi che la carenza di vitamina D porta con sé sono:

  • dolore alle ossa, che provoca fastidiosi intorpidimenti
  • dolore diffuso alle articolazioni (ginocchia e spalle in particolare)
  • dolori muscolari a braccia e gambe
  • sudore alla testa
  • sudore alle mani
  • debolezza muscolare
  • eccessivo nervosismo

Anche le contrazioni muscolari involontarie possono essere indice di carenza di vitamina D, così come frequenti stati confusionali, poca chiarezza mentale, eccessiva stanchezza, quasi cronica e difficoltà nell’addormentamento.

Inoltre, una volta misurati i livelli di vitamina D e riscontata l’insufficienza o la carenza, è opportuno intervenire per evitare conseguenze molto serie come il rachitismo (carenza vitamina D nei bambini) o l’osteoporosi.

Carenza di vitamina D e malattie cardiovascolari

Molti studi recenti affermano che la carenza di vitamina D (ipovitaminosi D) è un’ulteriore causa di malattie cardiovascolari: un motivo in più per monitorare il proprio livello ciclicamente e prendere le eventuali precauzioni, che vedremo tra poco.

Tre le varie malattie che riguardano il sistema cardiocircolatorio c’è l’ipertensione, una patologia che colpisce molti italiani dai 45-50 anni in su. Inoltre, le persone “non più giovani” hanno una ridotta produzione di vitamina D quando si espongono al sole.

Cosa fare in caso di vitamina D bassa? Quali sono i rimedi

Una volta appurato che il livello di vitamina D nel sangue è basso o scarsamente sufficiente (qui sotto uno schema che indica i livelli), è opportuno iniziare un percorso per il ripristino della quantità di vitamina nel sangue.

La prima cosa da fare, una volta appurata la carenza o l’insufficienza, è procurarsi un buon integratore di vitamina D.

L’esposizione al sole non è sufficiente: questo perché, anche se le giornate autunnali, invernali e primaverili possono offrire un “bel sole caldo”, l’inclinazione dei raggi solari alle latitudini europee/italiane non è sufficiente per stimolare la produzione di vitamina D attraverso la pelle. Relegare la produzione annuale di vitamina D alla sola esposizione solare estiva, pur essendo un’ottima pratica, non è sufficiente per permettere all’organismo di avere una scorta per i restanti 9-10 mesi dell’anno.

Inoltre, in persone con la pelle scura/olivastra, l’esposizione al sole dovrebbe essere ulteriormente prolungata, perché la pigmentazione scura agisce da filtro naturale.

Quali sono le fonti di vitamina D?

In seconda battuta, è importante fare una lista di cibi che contengono vitamina D (anche se in scarsa misura, ma sono pur sempre una fonte di vitamina D). In questo caso uova, carni rosse e pesci come sgombro e tonno (oltre a pesce spada, sogliole e sardine) possono essere un buon punto di partenza, per chi non segue una dieta vegetariana/vegana. In questo caso i funghi possono essere una fonte di approvvigionamento.

La vitamina D, conosciuta da molti nostri clienti come “la vitamina del sole” o “la vitamina per le ossa”, si divide in vitamina D2 (ergocalciferolo), assunta attraverso l’alimentazione, e la vitamina D3 (colecalciferolo), ormone sintetizzato dall’organismo a tramite la pelle grazie all’esposizione ai raggi ultravioletti UVB e che è la forma chimica contenuta negli integratori, che a ben guardare si chiamano “integratori di vitamina D3”.

Vitamina D sistema immunitario

L’importanza della vitamina D è correttamente associata anche al buon funzionamento del sistema immunitario: accanto ad altre vitamine come la vitamina C con zinco, la vitamina A e le fibre, il sistema immunitario è regolato anche dalla presenza di buoni livelli di vitamina D nel sangue. In pratica è fondamentale porre attenzione a questa vitamina, che è coinvolta in moltissimi processi biochimici del corpo umano.

Quanta vitamina D assumere al giorno

Sotto questo profilo il ministero della salute indica un massimale di 0.05 mg al giorno, che corrispondono a 2000 U.I. (Unità Internazionali): il nostro consiglio è quello di assumere sempre in proporzione corretta (1:10) anche la vitamina K2, che “cattura” il calcio in eccesso e lo porta nelle ossa e nei denti, svolgendo così una preziosa funzione che inoltre libera arterie e coronarie da depositi potenzialmente pericolosi per la salute.

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Cosa succede se si ha la vitamina D bassa?

La carenza di vitamina D può causare dolori muscolari, debolezza e dolori ossei a qualsiasi età. Gli spasmi muscolari (tetania) possono essere il primo segno di rachitismo nei neonati. Sono causati da un basso livello ematico di calcio nei soggetti con grave carenza di vitamina D.

Come aumentare la vitamina D velocemente?

Come già anticipato, dalla dieta possiamo ottenere solo un piccolo aiuto per aumentare i livelli di vitamina D: tra i cibi che ne sono più ricchi ci sono alcuni pesci con elevato contenuto di grassi (come il salmone), l'olio di pesce, il tuorlo d'uovo o alcuni alimenti addizionati, come latte e cereali.

Quanto tempo ci vuole per far salire la vitamina D?

In linea generale per l'integrazione di vitamina D, come per qualunque altra forma di integrazione, è necessario un trattamento minimo di 2-3 mesi, che può prolungarsi anche fino a 6, per stabilizzare una positiva risposta dell'organismo.

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