Nel bed and breakfast si può stare di giorno

Il Bed and Breakfast per la sua stessa natura non è un'impresa in quanto l'attività non è svolta in una maniera organizzata e continuativa (Art. 2082 Codice civile definizione di imprenditore)28. Le normative regionali esaminate richiedono che sia esercitato in modo saltuario o per periodi ricorrenti stagionali e/o che il servizio sia assicurato dalla normale organizzazione familiare, che va svolta anche congiuntamente a un altro lavoro.
La saltuarietà è stabilita dalle apposite leggi regionali e tale requisito è obbligatorio se si vuole godere delle agevolazioni fiscali connesse proprio al carattere di saltuarietà. A tal proposito, la Legge finanziaria 2010 ha ufficialmente confermato la detrazione fiscale al 50% per i Bed and Breakfast qualora sia l'abitazione fosse adibita in parte all'attività ricettiva extralberghiera.

Quanto al periodo di apertura, sono cinque le leggi regionali che hanno fissato un limite minimo e massimo di apertura complessiva delle strutture. Per il Piemonte, ad esempio, il Bed and Breakfast non può superare i 270 giorni di apertura annui, suddivisi in un periodo minimo di apertura continua di 45 giorni e i rimanenti periodi di almeno 30 giorni ciascuno.
Per l'Emilia Romagna l'ospitalità può essere fornita per un massimo di 120 giorni nell'arco del periodo di disponibilità all'accoglienza o, in alternativa, per un massimo di 500 pernottamenti nell'arco dell'anno solare.
La Basilicata stabilisce invece che tutti gli esercizi di Bed and Breakfast debbano rimanere aperti per un periodo minimo di 90 e un massimo di 270 giorni, anche non consecutivi, nell'arco dell'anno solare.
L'Umbria pone l'obbligo di un periodo di inattività di almeno 30-60 giorni nell'arco dell'anno.
Le altre Regioni non fissano termini di apertura, limitandosi a un generico riferimento al requisito di saltuarietà che, in tali casi, si intende adempiuto se si può dimostrare che il servizio viene interrotto nel corso dell'anno. Tale interruzione va comunicata al Comune di ubicazione dell'attività.

Relativamente agli aspetti fiscali, l'attività di Bed and Breakfast è stata sancita come fuori campo IVA, se esercitata in modo saltuario ovvero con un'interruzione annuale di almeno 60 giorni; il gestore, pertanto, non dovrà emettere alcun documento fiscale al momento del pagamento da parte dell'ospite. Non bisogna però credere, come spesso accade, che i redditi provenienti da questo tipo di attività siano completamente esenti da tassazione. Infatti, ai fini Irpef, il titolare del bed and breakfast è obbligato a rilasciare al cliente una ricevuta semplice non fiscale, del tipo madre-figlia. La ricevuta dovrà contenere:

  • un numero progressivo;
  • la data del pagamento;
  • il nome dell'ospite e quello del titolare;
  • una marca da bollo di € 1,29 in caso di corrispettivo superiore ad € 77,74. Il bollo va apposto anche nei casi di corrispettivi inferiori qualora l'ospite debba scaricare il costo del soggiorno

La matrice della ricevuta che resta al gestore, rappresenta un reddito imponibile ai fini della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e va indicato nel Modello Unico al quadro "L" (attività commerciali svolte in via occasionale) al netto dei costi sostenuti (scontrini del pane, bibite, ecc.) inerenti l'attività.

L'esercizio di tale attività non comporta il cambiamento di destinazione dell'uso dell'immobile ai fini urbanistici, ma impone generalmente l'obbligo di risiedere e di avere stabile domicilio nell'abitazione in cui si intende svolgere l'attività, come già spiegato in precedenza (rif. Paragrafo 2.2)
In riferimento alla durata del soggiorno degli ospiti, alcune leggi regionali pongono un limite: in Umbria, Abruzzo, Campania, Marche e Molise, ad esempio, il soggiorno degli ospiti non può superare i 30 giorni consecutivi. In Calabria la permanenza degli ospiti non può protrarsi oltre i 60 giorni consecutivi e medesima è la durata in Emilia Romagna, dove è stato anche precisato che deve intercorrere un periodo non inferiore a 30 giorni perché si possa rinnovare il soggiorno allo stesso ospite.
In Piemonte, invece, il limite di permanenza è di 45 giorni, che coincide con il periodo di apertura minimo. In tutte le Regioni in cui non viene sancito un limite per la durata del soggiorno esso sarà da intendersi con estensione massima di un anno.

Anche per quanto riguarda il numero delle camere che i singoli Bed and Breakfast possono mettere a disposizione degli ospiti viene imposto un limite massimo, come già accennato in precedenza. La maggior parte delle Regioni consente di utilizzare al massimo 3 camere e sei posti letto, aspetto che consente di distinguere il Bed and Breakfast dall'esercizio di affittacamere, al quale sono permesse fino a sei camere, dislocate anche in appartamenti diversi ma nello stesso stabile.

Il più delle volte la legge fissa anche il numero massimo di posti letto da riservare ai clienti che, a seconda della regione considerata, può variare enormemente: nel Lazio e in diverse altre regioni è pari a sei, in Umbria il numero massimo è di otto, in Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia dieci, in Sicilia si può arrivare fino a venti posti letto.

I locali devono rispettare i requisiti igienico - sanitari e di sicurezza (abitabilità) per l'uso abitativo. Le norme regionali spesso sottolineano che non sono necessari cambi d'uso dell'immobile che, pertanto, non cambia destinazione ma va solo eventualmente adeguato.

Pulizia dei locali e fornitura della biancheria costituiscono dei servizi principali dell'attività di Bed and Breakfast.

Per quanto riguarda la pulizia, tutte le leggi regionali pongono a carico degli operatori l'obbligo di assicurare quotidianamente la pulizia di ogni locale. L'operatore, in aggiunta a quelle comunque richieste per le abitazioni a uso civile e di prassi nella normale gestione familiare, deve rispettare delle specifiche norme di natura igienica a tutela della salute e del benessere dei propri ospiti.

In merito alla somministrazione degli alimenti, la maggior parte delle leggi regionali prevedono che, senza un'autorizzazione specifica della Camera di Commercio e la conseguente apertura di partita IVA per l'attività di Bed and Breakfast, possono venire offerte all'ospite solo le prime colazioni, con alimenti confezionati e sigillati con data di scadenza a cura del produttore e monouso, in modo che la confezione, una volta aperta non possa essere offerta ad altri ospiti; i prodotti possono essere solo eventualmente riscaldati ma pur sempre senza alcun tipo di manipolazione.

Possono essere somministrati sfusi soltanto il pane e la frutta la cui freschezza è facilmente riconoscibile, mentre le bevande, quali caffè, the e latte possono essere preparati al momento.

Il 28 giugno 1998 è entrato in vigore il D.Leg. del 26 maggio '97 n. 155 in attuazione delle direttive 43/93/CEE e 96/3/CEE rigurdanti l'igiene dei prodotti alimentari sia in produzione sia in vendita e somministrazione; tale decreto stabilisce che tutte le aziende, strutture ecc. operanti nel settore alimentare o che manipolino alimenti, applichino un sistema di autocontrollo basato sul cosiddetto metodo HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), al fine di garantire e mantenere specifici standard di igiene e salubrità dei propri prodotti.

I bed and breakfast, come gli agriturismi e le altre strutture ricettive, rientrano nella lista dei soggetti obbligati alla redazione ed osservazione del protocollo HACCP.

Alcune leggi regionali suggeriscono la somministrazione di prodotti tipici della zona nella considerazione che questi prodotti, a differenza di quelli preconfezionati industriali, possono contribuire a facilitare l'approccio con le diverse realtà territoriali.

Di seguito alcuni casi specifici:

  • Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lazio, Liguria, Umbria, Valle D'Aosta, Sardegna e Veneto prevedono la somministrazione di cibi e bevande confezionati.
  • In Basilicata è concessa la somministrazione di alimenti, bevande e prodotti tipici dell'area ma non manipolati.
  • In Calabria possono essere serviti cibi e bevande prevalentemente provenienti da produzioni calabresi.
  • Nelle Marche la regione ha legiferato relativamente all'utilizzo di almeno il 70% dei prodotti tipici della zona, confezionati direttamente o acquisiti da aziende o cooperative agricole della regione.
  • In Molise è previsto l'utilizzo di alimenti pre-confezionati e non manipolati;
  • in caso di prodotti non pre-confezionati vi è l'obbligo di indicare gli ingredienti utilizzati.
  • In Toscana è prevista la somministrazione di una prima colazione all'insegna della tradizione locale toscana od italiana.
  • Emilia Romagna, Puglia e Sicilia non danno nessuna prescrizione normativa in merito alla somministrazione della prima colazione.

Quanto si può stare in un Bed and Breakfast?

Periodo di permanenza degli ospiti In linea di massima non si possono superare dai 30 a 90 giorni consecutivi ad ospite. Oltre a questo tieni a mente che le statistiche nazionali indicano che un ospite soggiorna mediamente 2-3 giorni consecutivi presso un B&B.

Quali sono le regole di un B&B?

I requisiti minimi richiesti per l'apertura di un B&B sono: 14 mq per la camera doppia, 8 mq per la singola, conformità alle norme si sicurezza degli impianti elettrici, a gas, di riscaldamento, rispetto delle norme igieniche ed edilizie. Anche questi possono subire delle variazioni da regione a regione.

Che differenza c'è tra hotel e B&B?

Cosa cambia tra le due strutture ricettive Il Bed and Breakfast è una struttura in cui si offre, oltre al pernotto, anche la prima colazione e che si caratterizza per: Un numero di camere inferiore a quello di un albergo. L'impossibilità di somministrare altri pasti oltre alla colazione. Un contesto familiare.

Quanto costa una notte in un Bed and Breakfast?

Una stanza in un B&B costa in media 70-100 euro a notte. Per cui, un bed & breakfast medio con 4 stanze e circa 6 posti letto, aperto quasi tutto l'anno, può avere un guadagno annuo lordo da 40.000 a 70.000 euro circa.