Se questo è un uomo pdf riassunto

«Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.»

I versi di questa poesia, ispirata alla preghiera dell’antico Shemà, introducono uno dei classici della letteratura mondiale, Se questo è un uomo, romanzo d’esordio di Primo Levi. Scritta fra la fine del 1945 e l’inizio del 1947, immediatamente a ridosso dei fatti narrati, quest’opera è prima di tutto il resoconto di un’esperienza estrema. Vittima e testimone degli orrori dell’Olocausto, l’autore racconta in prima persona l’anno di prigionia vissuto nel campo di concentramento di Auschwitz, dal febbraio 1944 al 27 gennaio 1945.

La storia comincia con la cattura di Levi, avvenuta nel dicembre del 1943 ad opera della Milizia fascista, per poi proseguire con il viaggio e la permanenza nel lager nazista di Buna nel febbraio del 1944 e concludersi con la liberazione di Auschwitz da parte dell’esercito russo. Fino ad allora, l’autore riesce a sopravvivere grazie all’aiuto di un operaio italiano, Lorenzo, che segretamente gli procurava del cibo supplementare, e alla sua laurea in chimica, che gli valse l’ammissione alle mansioni di laboratorio industriale del campo, al riparo dal freddo e dai lavori pesanti.

Fin dalle prime pagine Levi racconta di come sia difficile la vita all’interno del lager. A causa dell’assenza di cibo, di pulizia e di dialogo (tutti parlano lingue diverse) i prigionieri compiono un primo passo verso la depersonalizzazione, perdendo qualsiasi tipo di attaccamento o di fiducia alla vita.

«Sono stati proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di una disperazione senza fondo, durante il viaggio e dopo. Non già la volontà di vivere, né una cosciente rassegnazione: ché pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un comune campione di umanità.»

Con queste parole Levi pone l’accento sulla condizione umana, sui suoi limiti e sulle sue inaspettate risorse, sulla sua capacità di intendere il bene e sulla sua fragilità di fronte alla suggestione del male. Ciò che interessa all’autore non è tanto il rapporto carnefice-vittima, quanto quello che si crea tra vittima e vittima nell’ingenua speranza di un’umanità ritrovata.

Attraverso una cronaca dei fatti sommessa e minuziosa, Levi descrive la giornata tipo di un Haftling, un prigioniero privato di ogni cosa: del proprio nome, dei propri capelli, dei propri vestiti, dei propri affetti, delle proprie abitudini, della propria libertà, della propria umanità. È un detenuto per il quale la sveglia suona troppo presto la mattina, soprattutto se la notte non regala mai il necessario riposo. È un deportato per il quale il lavoro non è pesante solo per le operazioni da svolgere, ma anche per le condizioni in cui si è costretti a sottostare: patire il freddo e fare i conti con un corpo ormai stremato dalla fame e afflitto dalle piaghe.

Tra questi detenuti l’autore individua due categorie: sommersi e salvati. I primi sono coloro che rispettano le regole ufficiali e di conseguenza sono i primi a morire; i secondi sono quelli che lottano con tutte le forze per aggrapparsi con le unghie e con i denti all’ultima speranza di vita. Speranza che il più delle volte corrisponde nell’assumere una posizione lavorativa di rilievo o quanto meno il più distante possibile dai lavori forzati, come accadde allo stesso Levi nel momento in cui decise di sottoporsi a un esame di chimica. Superarlo voleva dire avere un lavoro migliore e quindi una maggiore probabilità di sopravvivenza.

Strutturato in diciassette capitoli, quest’opera memorialistica rivela un carattere frammentario: i capitoli sono stati scritti non in successione logica, ma per ordine di urgenza. Il lavoro di assemblaggio delle varie parti è avvenuto a posteriori. Non a caso, l’epilogo “Storia di dieci giorni” è il primo ad essere stato scritto. Redatto sotto forma di diario, il diciassettesimo capitolo corrisponde anche alla parte più emozionante del racconto, in cui Levi illustra l’abbandono del lager da parte dei tedeschi e l’arrivo dell’armata rossa. Essendo malato di scarlattina, l’autore viene lasciato in infermeria. Quella sarà la sua fortuna, in quanto gli altri deportati saranno costretti alla cosiddetta “marcia della morte” verso un destino già segnato.

Il testo non è stato scritto per muovere nuovi capi di accusa, poiché «non aggiunge nulla a quanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull’inquietante argomento dei campi di distruzione.» Il suo scopo è quello di «fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano», ma in primo luogo il libro è stato scritto soprattutto per soddisfare il bisogno di liberazione interiore dell’autore.

Federica Nitti

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Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944, e cioè dopo che il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi. Così Levi stesso introduce Se questo è un uomo, dedicato al suo internamento nel Lager di Buna-Monowitz, presso Aushwitz, durato dal marzo 1944 al gennaio 1945. Il libro fu pubblicato nel 1947 dall'editore Da Silva, ma rimase ignorato da pubblico e critica. Suscitò invece forte interesse la ristampa del 1958. Tradotto in varie lingue, fu diffuso in tutto il mondo.
Il racconto si sviluppa nell'arco di 17 capitoli. L'autore narra gli eventi, dalla cattura alla liberazione a opera dei russi, in ordine cronologico; descrive la vita del campo, riportando dati e raccontando episodi dai quali emerge la disumanità di un mondo in cui la lotta per sopravvivere è senza remissione, perché ognuno è disperatamente, ferocemente solo. Con stile analitico, oggettivo dignitosamente sobrio, Levi non si arrende: cerca sempre di ragionare intorno a quanto osserva e alle sue cause. Alcuni capitoli sono più riflessivi, come quello intitolato I sommersi e i salvati, che analizza alcuni comportamenti vincenti nel lager: la passività, la demenza, la crudeltà, il calcolo.
Prima del secondo inverno di prigionia, l'autore riesce a entrare come tecnico nel laboratorio chimico. L'ultimo capitolo narra in forma di diario gli ultimi dieci giorni del campo. Malato di scarlattina, Levi è ricoverato al Ka-Be, l'infermeria, ed è questa la circostanza che lo salverà: quando i tedeschi, travolti dall'Armata Rossa, fuggono precipitosamente portando con sé i prigionieri validi, i malati vengono abbandonati per dieci giorni, privi di cure, cibo e acqua. Infine, il 27 gennaio 1945, nel Lager semideserto entrano i primi esterrefatti soldati sovietici.
Levi è uno scrittore dilettante, anche se, in realtà, molto colto. Il suo linguaggio asciutto, razionalmente meditativo, assieme alla struttura del racconto-diario, aggiunge forza e immediatezza alla testimonianza. Non si spegne mai lo sforzo di comprendere, di mantenere vivo il segno della ragione, davanti all'assurdità del male commesso da uomini contro altri uomini.

Riassunto Se questo è un uomo capitolo per capitolo

Capitolo 1: "Il viaggio": Levi, partigiano, viene arrestato e inviato al campo di internamento di Fossoli, a Modena. Dopo neanche un mese tutti gli Ebrei vengono trasportati in treno come degli animali, fino al campo di Monowitz, in Polonia. Scesi dal treno viene operata una prima selezione, in base all'età e all'essere malati o meno. Ma altre volte è la sorte che decide: infatti chi scendeva a destra andava a lavorare e chi scendeva a sinistra moriva, o viceversa. Infine i sopravvissuti salgono su alcuni autocarri, dove trovano un soldato che chiede loro di dargli le cose che hanno di valore perché a loro non sarebbero più servite.

Capitolo 2: "Sul fondo": Giunti al campo vengono fatti entrare in una stanza per poi passare ad altre, dove vengono rasati, lavati e sottoposti alla disinfezione; infine un tedesco tatua sul braccio un numero, che da ora in poi sarà il loro nuovo nome. Vengono radunati insieme a tutti gli altri prigionieri nella Piazza d'Appello, la piazza centrale del campo, e vengono contati più volte. Dopo quindici giorni Levi ha imparato le regole del campo e gli sono già venute le piaghe sotto i piedi a causa del lavoro.

Capitolo 3: "Iniziazione": Levi viene assegnato al Block 30 e si mette a parlare con il suo compagno di letto, Diena, ma devono smettere perché gli altri chiedono silenzio. Al lavatoio incontra Steinlauf, un suo amico, e lo ammonisce per non lavarsi, perché spiega che non facendolo, e quindi non mantenendo la sua dignità, farebbe il gioco dei Tedeschi, comincerebbe a morire.

Capitolo 4:"Ka-Be": Primo subisce un incidente sul lavoro, perciò alla sera va in Ka-Be, l'infermeria. Lì lo visitano molto sommariamente e lo mandano da un altro medico, il quale lo visita anch'esso con molta poca cura e lo manda al Block 23, il dormitorio. Nel Ka-Be ritrova un po' di pace, ma con essa trova anche il tempo per pensare al dolore e ricordare e questo non gli fa bene. Ha anche assistito ad una selezione, che consiste nello scegliere alcuni Ebrei da parte di una SS e mandarli alle camere a gas.

Capitolo 5: "Le nostre notti": Dopo essere guarito, esce dal Ka-Be e viene assegnato al Block 45: ma è fortunato, perché lì c'è il suo migliore amico Alberto. Le notti sono travagliate: sogna, poi si sveglia all'improvviso e poi si riaddormenta: così fino alla sveglia, quando « si rimette in moto la bufera ».

Capitolo 6: "Il lavoro": Il suo nuovo compagno di letto è Resnyk, di alta statura ma molto buono con Levi. Infatti al lavoro Resnyk si mette in coppia con Primo e lo aiuta molto. Gli unici momenti di riposo sono il viaggio per andare alla latrina e la pausa pranzo.

Capitolo 7: "Una buona giornata": Per la prima volta da quando è arrivato al campo Levi vede il sole, e ne sono tutti molto felici,. Ma ora che il freddo è cessato si pensa alla fame. Fortunatamente quel giorno Templer, l'organizzatore del Kommando, aveva trovato una marmitta da cinquanta litri di zuppa e così è stata calmata anche la fame.

Capitolo 8: "Al di qua del bene e del male": Con un improvviso cambio della biancheria molti vanno alla Borsa a scambiare le loro seconde vecchie camicie con pane o tabacco o altro. La Borsa è il centro commerciale del campo, anche se proibita. Qui si scambia di tutto: zuppa, pane, camicie, tabacco e arnesi di qualsiasi genere. Ma per guadagnare veramente bisogna avere dei contatti con dei civili e barattare anche con loro, il che è severamente proibito: ciò viene punito con l'invio dello Haftlinge alle miniere di carbone.

Capitolo 9: "I sommersi e i salvati": In questo capitolo Levi fa una netta distinzione tra i sommersi e salvati: i primi, anche chiamati mussulmani, sono quegli uomini che eseguono tutti gli ordini che ricevono, non mangiano che la razione e si attengono alla disciplina del lavoro e del campo, infine sono quelli più adatti per le selezioni; i salvati sono invece quelli che non si arrendono mai, continuano a lottare ogni giorno contro la fame e gli stenti, sono rispettati da tutti e sono riusciti a non soccombere in quella grande macchina di morte e strazio quale è il campo di concentramento. « Se i sommersi non hanno storia, e una sola e ampia è la via della perdizione, le vie della salvazione sono invece molte, aspre ed impensate ».

Capitolo 10:"Esame di chimica": Al campo viene organizzato un Kommando chimico e Levi ne fa parte insieme ad Alberto. In un primo tempo devono trasportare del cloruro di magnesio. Viene poi loro annunciato che dovranno superare un esame di chimica. Levi si rende conto che la sua salvezza sta nel superare questo esame perché potrà così diventare uno "specialista" e gli sembra che sia andato bene.

Capitolo 11: "Il canto di Ulisse": Durante un viaggio per prendere la marmitta pesante cinquanta chili a causa della zuppa, Primo cerca di recitare e spiegare alcuni versi della Divina Commedia che riesce a ricordare.

Capitolo 12: "I fatti dell'estate": Al campo giungono notizie dello sbarco alleato in Normandia, dell'offensiva russa e del fallito attentato ad Hitler. Queste notizie fanno nascere grandi ma effimere speranze. Cominciarono i bombardamenti sull'Alta Slesia, poi sempre più vicini, fino ad essere bombardato il campo. Cessano il lavoro alla Buna, da cui non uscì mai un chilo di gomma, e fanno dei lavori di riparazione. In questa situazione incontra Lorenzo, un civile italiano che lo aiuta molto, regalandogli oltre al pane la consapevolezza che nel mondo c'erano ancora delle persone umane.

Capitolo 13: "Ottobre 1944": E' ritornato l'inverno. Le baracche sono sovraccariche di prigionieri. Si vocifera che ci sarà una selezione., che viene fatta una domenica pomeriggio. I prigionieri vengono fatti spogliare, poi devono fare una breve corsa sotto gli occhi di una SS che in una frazione di secondo decide della sorte di ognuno. Chi è stato selezionato ha diritto ad una doppia razione di zuppa.

Capitolo 14: "Kraus": Durante la marcia di rientro dal lavoro Levi racconta a Kraus un sogno che si è inventato e lui giura ed augura.

Capitolo 15: "Die drei Leute vom Labor": Levi ha la notizia di essere stato scelto per lavorare nel laboratorio di chimica e ne è molto felice perché questo significa privilegi e una vita molto meno dura, lontano dal freddo. Nel laboratorio la temperatura è di 24°, questo sarà di grande aiuto per superare l'inverno, e anche la fame non sarà più un problema, perché potrà trovare molte cose da poter rubare e barattare alla Borsa.

Capitolo 16: "L'ultimo": Levi e Alberto, oltre che amici, sono diventati complici in imprese che li hanno resi più importanti socialmente e soprattutto meno affamati. Una sera sono costretti ad assistere all'impiccagione di un uomo che è accusato di aver partecipato a una rivolta durante la quale è stato fatto saltare un forno crematoio. Prima di morire l'uomo urla :"Compagni, io sono l'ultimo". Sino alla fine non si è lasciato piegare nella vita del Lager. Ci si sarebbe aspettato che qualcuno avesse dato un segno di assenso, ma così non è stato.

Capitolo 17: "Storia di dieci giorni": L'11 gennaio 1945 Levi si ammala di scarlattina e viene ricoverato in Ka-Be. Qualche giorno più tardi viene a sapere che il campo sarà evacuato a causa dell'arrivo dei russi. Infatti nel pomeriggio il medico annuncia che il giorno dopo gli ammalati in grado di camminare sarebbero partiti con i sani, per una marcia di venti chilometri, mentre gli altri sarebbero rimasti in Ka-Be. Levi è troppo debole, febbricitante e rimane al campo. Tutti partono, compreso Alberto, mentre lui e pochi altri malati vengono abbandonati al loro destino nell'infermeria. I sani sono scomparsi, nella quasi totalità, durante la marcia di evacuazione: Alberto è fra questi. Per gli ammalati iniziano dieci giorni fuori dal tempo e dal mondo. Ben presto ha inizio il bombardamento. Si fa sempre più vicino . Alcune baracche vengono colpite. Levi si accorge che tutti i tedeschi hanno lasciato il campo. Fa molto freddo. Al campo non c'è più nulla che funzioni: niente acqua, elettricità, niente per scaldarsi o da mangiare. Riesce a trovare una stufa, della legna e delle patate. Con l'aiuto di un francese il tutto viene trasferito nella loro baracca. Hanno tepore e patate bollite. I prigionieri cercano di organizzarsi per sopravvivere andando a rovistare ovunque alla ricerca di qualcosa di utile. Il numero dei morti aumenta di giorno in giorno e la terra indurita dal gelo non permette di seppellirli. La fatica della sopravvivenza quotidiana li rende insensibili di fronte a tanto dolore. Il 27 gennaio 1945 arrivano i russi al campo.

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Qual è il messaggio della poesia Se questo è un uomo?

Il poeta obbliga il lettore a ricordare, in quanto non si può e non si deve dimenticare ciò che è accaduto durante lo sterminio nazista. È opportuno tramandare quanto avvenuto alle nuove generazioni, in modo tale da informare i nostri successori sull'accaduto, con la speranza che non si ripeta mai più.

Cosa racconta Se questo è un uomo?

Se questo è un uomo costituisce l'esordio letterario di Primo Levi. Scritto febbrilmente tra il dicembre 1945 e il gennaio 1947, racconta la prigionia subita dallo scrittore nel campo di Auschwitz nel 1944.

Perché è importante leggere Se questo è un uomo?

Se questo è un uomoè uno dei libri che ognuno di noi dovrebbe leggere e rileggere per ricordare tutti gli orrori della Seconda guerra mondiale e i più alti livelli di disumanità dell'uomo; l'autore racconta ogni particolare della vita del lager, ogni crudeltà tedesca, ogni sofferenza e ogni sopruso offrendo ampi ...

Qual è il significato del titolo Se questo è un uomo?

1) Cosa vuol dire il titolo? (Riflessioni personali) Il titolo del libro, “Se questo è un uomo”, è volutamente ambiguo. Da una parte l'uomo di cui si parla nel titolo può rappresentare i carnefici, coloro che riescono a superare tutti i limiti della disumanità, considerando e trattando dei loro simili come bestie.