Occupiamo
adesso di una questione molto dibattuta: l’esatta durata del semaforo giallo, che viene stabilita dall’ente proprietario o gestore della strada. L’ha risolta (ma solo fino a un certo punto) la circolare 67906/2007 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante i tempi della durata della luce gialla ai semafori, stabilendo la correlazione tra il tempo minimo di durata del giallo e il limite di velocità consentito
durante l’avvicinamento. In particolare la circolare del MIT ha indicato durate di 3, 4 e 5 secondi per velocità dei veicoli in arrivo pari, rispettivamente, a 50, 60 e 70 km/h. Tuttavia in presenza di traffico pesante con veicoli di lunghezza massima pari a 18,75 metri (p.es. autocarri, autobus, fìlobus, autotreni, autoarticolati, autosnodati, filosnodati e vetture tramviarie) è ammessa una durata di 4 secondi anche per la velocità di 50 km/h. Questo in teoria. Nella
pratica, invece, ai fini della massima uniformità applicativa, il MIT consiglia generalmente di adottare tempi fissi di 4 e 5 secondi, rispettivamente su strade urbane ed extraurbane. Ciò però non esclude che in fase di progettazione dell’impianto semaforico, in dipendenza delle dimensioni della intersezione, della velocità dei veicoli in arrivo e della loro lunghezza, ferma restando la durata minima di 3 secondi, si possano adottare durate diverse. In base alle disposizioni dell’articolo 146 comma 3 CdS, chi non rispetta le segnalazioni del semaforo (nel nostro caso caso chi passa col giallo fisso pur avendo tempo e modo di arrestare la marcia senza mettere a rischio la sicurezza stradale) è soggetto a una multa da 167 a 666 euro (che
diventano da 222 a 885 nelle ore notturne) + la perdita di 6 punti sulla patente e sospensione della patente stessa da 1 a 3 mesi in caso di recidiva nel biennio. Ricordiamo che in presenza di dispositivi appositamente omologati e tarati per funzionare in modalità totalmente automatica, senza la presenza degli organi di polizia stradale, non c’è l’obbligo di contestazione immediata dell’infrazione, ai sensi
dell’articolo 201 comma 1-bis e comma 1-ter CdS. |