Quanto tempo ci vuole per avere la cittadinanza italiana

Cosa possiamo fare per farti ottenere la cittadinanza italiana per matrimonio velocemente

Per ottenere la cittadinanza italiana per matrimonio velocemente abbiamo adottato una formula innovativa che si distingue dai classici solleciti, in quanto prevede la completa presa in carico della pratica di cittadinanza del cliente.

In particolare, non ci limitiamo a spedire una semplice e generica diffida, di quelle che si trovano sui forum di Internet, ma elaboriamo atti scritti con una precisa strategia, che poi inoltriamo agli uffici delle pubbliche amministrazioni coinvolte nel procedimento.

Le nostre sollecitazioni, pertanto, sono periodiche e vengono ripetute nel tempo in autonomia, senza che i clienti ce lo debbano richiedere di volta in volta: se non riceviamo risposta ne inviamo un'altra; se il procedimento ancora non si sblocca ne inviamo una terza, e così via, finché non si arriva alla decisione del Ministero, che se in possesso dei noti requisiti richiesti (residenza almeno decennale continuativa e ininterrotta, redditi superiori alle soglie minine fissate per legge e assenza di precedenti penali e procedimenti penali in corso) coinciderà con la concessione della cittadinanza italiana.

La nostra assistenza, peraltro, non si conclude con l'emissione del decreto, ma solo nel momento in cui il cliente ottiene materialmente la cittadinanza, per cui siamo pronti a sollecitare, in caso di ritardi, anche le successive fasi della firma e della notifica del decreto stesso.

Sempre più spesso, infatti, accade che, sull'apposito portale ministeriale, la domande finalizzate ad acquisire lo status di cittadino italiano risultino in fase di stallo, per via delle prolungate verifiche istruttorie e della sovrabbondante valutazione degli acquisiti elementi informativi, obbligando, dunque, i richiedenti ad attendere oltre un termine ragionevole per vedere la propria pratica definita.

A questo proposito, pertanto, al fine di evitare che la domanda di cittadinanza riposi nel cassetto e il cliente finisca per non ricevere per anni alcuna risposta in merito alla definizione del procedimento che lo interessa, intraprendiamo una precisa e puntuale attività di pressing al Ministero dell'Interno e alle relative Prefetture competenti, avviando con detti uffici un proficuo e intenso dialogo indirizzato a far riprendere in mano la pratica del cliente e a far concludere, tramite l'adozione del provvedimento definitivo, l'iter procedimentale nel termine più breve possibile.

Per velocizzare la pratica di cittadinanza l’avvocato deve tenere un’agenda di atti - solleciti cittadinanza, modulo di sollecito cittadinanza, diffide, istanze di accesso agli atti cittadinanza - personalizzati sulla base delle specifiche esigenze del cliente, da inviarsi con scadenze precise e un ordine predefinito.

Le iniziative e il controllo pratica cittadinanza devono diventare più pressanti man mano che la pratica acquista anzianità. Diffida o sollecito cittadinanza? Come andremo a vedere, la scelta dipende dal fatto che sia o meno trascorso il termine massimo per la conclusione del procedimento.

Velocizzare la pratica di cittadinanza prima dei 48 mesi

Come ormai sappiamo, il primo “decreto sicurezza”, nel dicembre 2018, ha elevato il termine per la conclusione dei procedimenti per l’acquisto della  cittadinanza italiana da 730 giorni a 48 mesi.

Prima dei 48 mesi il richiedente può sollecitare la pratica, ma non pretenderne la conclusione, perché l’Amministrazione è ancora “in termini” per poter decidere. Ma non si può lasciare il procedimento nelle mani della Prefettura e del Ministero dell’Interno: lo straniero deve rendersi parte attiva del procedimento, se vuole evitare che anche il nuovo termine di 48 mesi, come quello precedente di 730 giorni, venga violato con disinvoltura dagli organi amministrativi.

È essenziale, oltre controllare frequentemente lo stato della pratica cittadinanza, far sentire all’Amministrazione che si è presenti e interessati alla propria pratica, con lettere e moduli di sollecito per la cittadinanza, a cui possono aggiungersi contatti telefonici con le Prefetture incaricate.

Velocizzare la pratica di cittadinanza dopo i 48 mesi

Il discorso cambia quando è passato il termine fissato dalla legge per la conclusione del procedimento. Dalle telefonate e le lettere di sollecito per la cittadinanza si passa alla diffida per la cittadinanza, e i toni dell’avvocato diventano più duri. Controllare la pratica cittadinanza in questa fase non basta più.

Decorsi 48 mesi, infatti, l’Amministrazione è obbligata per legge ad adottare un provvedimento (positivo o negativo che sia), quindi, se non lo fa, l’avvocato può presentare una vera diffida ad adempiere, con la quale si intima all’Amministrazione di provvedere entro un termine perentorio. Il richiedente, pertanto, non solo consulta pratica cittadinanza, ma prende iniziative più aggressive utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla legge.

Velocizzare la pratica di cittadinanza con il ricorso al Tar

Esiste una soluzione ancora più rapida ed efficace per velocizzare la pratica di cittadinanza italiana, quando è stato violato il termine di 48 mesi, ovvero presentare ricorso al Tar Lazio.

Con il ricorso si chiede al giudice di ordinare al Ministero dell’Interno di emettere il provvedimento finale, che se esistono i requisiti coincide con la concessione della cittadinanza italiana.

Nella realtà dei fatti accade che l’Amministrazione, ricevuto il ricorso, conclude il procedimento prima ancora che si arrivi all’udienza: lo Stato vuole che il ricorso diventi “improcedibile”, e quindi concede la cittadinanza spontaneamente per evitare la condanna del giudice.

Quindi il cliente che presenta il ricorso, quando verifica pratica cittadinanza, vede avanzare lo stato della pratica cittadinanza in modo molto più rapido, proprio per questo effetto di pressione che genera il ricorso al Tar.

È molto importante quindi che ci sia un controllo della pratica di cittadinanza pressoché giornaliero, perché lo stato del procedimento potrebbe variare improvvisamente.

Velocizzare la pratica di cittadinanza con l’istanza di accesso agli atti

Con l’istanza di accesso agli atti per la cittadinanza non bisogna abusare, trattandosi di un rimedio che innesca un sub-procedimento, e che potrebbe rivelarsi inutile se ancora non sono stati compiuti gli atti più importanti della pratica.

In materia di cittadinanza italiana, l’istanza di accesso agli atti si consiglia quando è stato violato il termine di 48 mesi, o quando, anche prima, si ha il concreto sospetto che l’Amministrazione non abbia fatto proprio nulla per la propria pratica, o ancora, se si vuole accertare che tutti i documenti allegati siano presenti nel fascicolo fisico.

Con l’istanza di accesso agli atti si esercita un diritto stabilito dalla legge, che consente alle persone interessate, ossia i destinatari del provvedimento amministrativo, di accedere al fascicolo della propria pratica presso la Prefettura competente, esclusi gli atti coperti da segreto.

Velocizzare i tempi della pratica bloccata per questioni di residenza

La pratica può essere bloccata perché il richiedente ha un “buco di residenza”. In tal caso consigliamo al cliente di intraprendere un intervento a parte e autonomo, rispetto alla domanda di cittadinanza, diretto a ottenere la revoca della cancellazione dall’anagrafe del comune di residenza.

Si tratta di un rimedio fondamentale, forse inevitabile, considerato che il requisito primario per ottenere la cittadinanza italiana per residenza è proprio poter dimostrare la residenza legale e ininterrotta per 10 anni (o per il diverso periodo previsto dall’art. 9, legge n. 91/1992).

Il ripristino della residenza legale ininterrotta presuppone un’istanza al Comune per l’accesso agli atti del procedimento di cancellazione anagrafica; successivamente, si presenta al Comune stesso una richiesta di revoca del decreto di cancellazione, e, in caso di rifiuto, si procede con il ricorso al giudice ordinario.

Velocizzare i tempi della pratica bloccata per questioni giudiziarie

La pratica può essere bloccata per questioni penali. Anche in questo caso l’avvocato, più che intestardirsi nel sollecitare la pratica di cittadinanza, può intelligentemente intervenire per rimuovere il problema che sta a monte.

Si tratta dell’intervento finalizzato al risanamento della posizione giudiziaria dello straniero, che ha inizio con la richiesta di una visura delle iscrizioni nel casellario giudiziale, e può proseguire con l’istanza di riabilitazione o di estinzione del reato, e a seguire, con l’istanza di cancellazione delle notizie di reato dalla Banca Dati delle Forze di Polizia.

Tempi per ottenere la cittadinanza italiana

Qualunque straniero aspirante cittadino pensa alla cittadinanza italiana e i tempi di attesa come due elementi strettamente collegati. Sui tempi di attesa per ottenere la cittadinanza italiana influiscono diversi fattori, tra i quali, in particolare:

  • L’efficacia con cui lo straniero si rende parte attiva nel procedimento, attraverso solleciti, diffide, istanze di accesso agli atti, contribuendo tutto ciò a evitare che la pratica di cittadinanza rimanga abbandonata, perché controllare la pratica cittadinanza e basta non è sufficiente;
  • la scelta del richiedente di presentare il ricorso al Tar, o di proseguire con solleciti e diffide, quando è stato violato il termine di 48 mesi: la prima soluzione, come detto, accorcia i tempi di attesa della cittadinanza;
  • se la pratica presenta particolari profili di complessità: ad esempio, se il richiedente ha avuto condanne o ha procedimenti penali in corso, se non è chiara la posizione reddituale, se il richiedente ha risieduto solo in Italia, o addirittura vi è nato, o se al contrario ha vissuto in molti Paesi; se la domanda è presentata da un richiedente mono-nucleo familiare, o da uno che fa parte di una famiglia numerosa, perché in tal caso le indagini sulla posizione giudiziaria vengono svolte anche sui familiari conviventi;
  • le ragioni di urgenza, che possono rendere più efficaci i solleciti; ad esempio se il richiedente ha un figlio che sta per diventare maggiorenne, oppure se si tratta di una persona con importanti prospettive di carriera che dipendono dal conseguimento della cittadinanza, etc.;
  • la velocità ed efficacia delle singole Prefetture, alle quali compete la prima parte istruttoria della pratica

Come ottenere la cittadinanza italiana in breve tempo?

24 mesi (2 anni) è il tempo che un cittadino straniero deve aspettare per ottenere la cittadinanza Italiana dopo aver presentato la domanda. Non occorre più attendere 48 mesi (4 anni) perché il Decreto Immigrazione del 18 dicembre 2020 ha modificato i Decreti Sicurezza di Salvini che ora non si applicano più.

Come velocizzare il processo di cittadinanza?

Per velocizzare la pratica di cittadinanza l'avvocato deve tenere un'agenda di atti - solleciti cittadinanza, modulo di sollecito cittadinanza, diffide, istanze di accesso agli atti cittadinanza - personalizzati sulla base delle specifiche esigenze del cliente, da inviarsi con scadenze precise e un ordine predefinito.

Quanto tempo devo aspettare per la cittadinanza?

La procedura ed i tempi I tempi previsti per la procedura sono di 3 anni dalla data di presentazione della domanda. [ Il nuovo assetto normativo prevede un termine di 24 mesi, prorogabile fino a 36 mesi per le domande di cittadinanza presentate dopo il 21 dicembre 2020 (data di entrata in vigore della l.

Come avere la cittadinanza italiana 2022?

I requisiti per la cittadinanza italiana sono i seguenti: 1) Residenza ininterrotta per almeno 10 anni cittadino extracomunitario 2) Residenza ininterrotta per almeno 4 anni cittadino comunitario 3) Reddito per almeno 8.263,00€ unico nel nucleo familiare 4) Reddito di almeno 11.362,00€ se sposato con coniuge.