Dopo quanto tempo dalla chemioterapia risalgono i globuli bianchi

Per effetto collaterale si intende genericamente qualsiasi effetto non previsto o non desiderato (non necessariamente nocivo) legato ad un procedimento medico sia di diagnosi che di terapia.

I diversi trattamenti farmacologici utilizzati nel tumore al seno possono essere associati ad effetti collaterali di diverso tipo ed intensità. Il tipo di disturbo dipende dal tipo di trattamento (chemioterapia, terapia anti-ormonale, terapia mirata) e dalla eventuale combinazione di più farmaci insieme

I farmaci chemioterapici (anche chiamati citossici) prevengono la moltiplicazione delle cellule cancerogene. Alcune cellule sane si moltiplicano costantemente e possono quindi essere influenzate dalla chemioterapia. Poiché le cellule sane sono in grado di rigenerarsi velocemente, normalmente gli effetti collaterali sono solo temporanei.

La chemioterapia ha un effetto diverso su ogni paziente. Alcune pazienti sviluppano solo pochi effetti collaterali, mentre altre ne manifestano di più. I diversi farmaci chemioterapici possono del resto comportare effetti collaterali differenti. Qui di seguito sono elencati alcuni degli effetti collaterali più frequenti.

Caduta dei capelli (Alopecia)

La caduta dei capelli è un effetto collaterale frequente di alcuni chemioterapici che si utilizzano nel trattamento del tumore al seno.

Si tratta di un effetto collaterale spesso inevitabile, ma quasi sempre reversibile e transitorio. Inizia a manifestarsi generalmente dopo 3 settimane  dall’’inizio del trattamento chemioterapico, mentre la ricrescita dei capelli inizia generalmente dopo sei/otto settimane dalla fine della cura. I primi capelli che ricrescono potrebbero essere leggermente diversi nel colore e nella forma rispetto a prima della terapia.

La caduta dei capelli può essere completa oppure parziale, a seconda del tipo di farmaco e della sua modalità di somministrazione. La caduta dei peli interessa spesso anche altre zone del corpo: viso (ciglia, sopracciglia), braccia, gambe e zona pubica.

La caduta dei capelli è un effetto collaterale che viene spesso vissuto con difficoltà dalle donne, in quanto così la malattia diventa visibile per tutti ed è quindi importante parlarne con il personale curante infermieristico e medico.

Consigli praticiCaduta dei capelli (Alopecia)
  • Nel caso si abbiano capelli lunghi, può essere utile tagliarli prima o subito dopo l’inizio del trattamento. Questo può ridurre l’impatto del cambiamento legato alla caduta dei capelli.
  • Per affrontare il cambiamento, può risultare utile parlare anticipatamente della caduta dei capelli in famiglia e/o con gli amici, e in particolare con i bambini.
  • Possono essere scelti diversi tipi e modelli di copricapo che aiutino a sentirsi maggiormente a proprio agio: cappelli, foulard, bandane, sciarpe, cuffie oppure si può prevedere l’utilizzo di una parrucca.
  • Può essere utile confrontarsi e parlarne con il proprio parrucchiere di fiducia prima dell’inizio del trattamento.
Parrucca

È consigliabile che l’acquisto della parrucca avvenga prima della caduta dei capelli così che possa essere confezionata nel modo più simile alla pettinatura originale. Nel caso in cui l’acquisto avvenga quando ha già avuto luogo la caduta dei capelli, può essere utile portare con sé una fotografia recente.
È consigliabile l’acquisto della parrucca in saloni specializzati, dove è offerta una consulenza specialistica oppure presso la propria parrucchiera di fiducia. Le parrucche possono essere confezionate con capelli naturali o con fibre sintetiche. Queste ultime sono spesso consigliate in quanto meno costose e più facili da gestire.

Nel Canton Ticino, l’assicurazione invalidità si assume i costi dell’acquisto di una o più parrucche o di eventuali alternative (copertura delle Casse Malati per un importo massimo di 1500 CHF per anno civile). L’AVS si assume il 75% del prezzo delle parrucche (importo massimo di 1000 CHF per anno civile).

Per ulteriori informazioni rivolgersi al personale curante, ai servizi sociali oppure alla Lega ticinese contro il cancro.

Nausea/vomito

La nausea e il vomito sono in generale molto meno frequenti che in passato per la disponibilità di farmaci molto efficaci che possono prevenirli. La loro comparsa dipende inoltre dai chemioterapici che vengono somministrati e dalla loro combinazione.

Nausea e vomito possono iniziare subito dopo la somministrazione della chemioterapia  ma anche diverse ore dopo. Possono durare qualche ora, più raramente diversi giorni. Possono di solito essere eliminati o perlomeno attenuati dalla somministrazione di medicamenti specifici (detti anche anti-emetici). È importante informare il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia, soprattutto se i disturbi sono prolungati e gli episodi di vomito sono frequenti.
Raramente è necessario somministrare farmaci antinausea e liquidi in vena.

Infiammazione della bocca (mucosite)

Durante il trattamento si può manifestare un’infiammazione della bocca e/o delle gengive. Durante il trattamento è quindi importante mantenere una buona igiene orale. Si consiglia di lavare i denti con uno spazzolino morbido e di tenere la bocca il più umida possibile, utilizzando dei collutori senz’alcool e bevendo regolarmente dei piccoli sorsi d’acqua. Se sono già presenti problemi ai denti o alle gengive è consigliata una vista dal dentista per risolvere la causa prima dell’inizio del trattamento. Anche se non ci sono particolari problemi, è consigliabile una visita di controllo dal dentista prima della chemioterapia. A volte si possono sviluppare delle ulcere (piaghe) o sensazione di bocca secca.

Ci sono persone che notano un cambiamento nel gusto dei cibi e delle bevande durante la chemioterapia e avvertono per esempio un gusto metallico in bocca. In questo caso può essere d’aiuto provare cibi che di solito sono graditi.

Consigli praticiNausea /vomito

Un colloquio con il personale infermieristico addetto alla chemioterapia potrebbe aiutare nell’individuazione di soluzioni personalizzate efficaci. Durante il trattamento si consiglia di bere il più possibile. Meglio assumere i liquidi a piccoli sorsi e regolarmente, anziché ingerire grandi quantità alla volta.

Mangiare poco e di frequente è efficace contro la nausea. Infusi alle erbe, quali menta e zenzero, possono aiutare a risolvere il problema.

Alcune volte anche le terapie complementari possono aiutare, in particolare tecniche di rilassamento, ipnosi, agopuntura.

Infiammazione della bocca (mucosite)

Uno dei possibili effetti della chemioterapia è la comparsa di ulcere (piaghe) del cavo orale o bocca secca, con conseguente disagio durante i pasti.

Quanto segue potrebbe essere d’aiuto:

  • pulire i denti o le protesi dentali con uno spazzolino morbido dopo i pasti
  • optare per cibi morbidi e umidi come zuppe, stufati o dessert
  • ristorare la bocca e le gengive con cubetti di ghiaccio e lecca-lecca senza zucchero
  • bere bevande frizzanti senza zucchero per rinfrescare la bocca
  • usare una cannuccia
  • evitare cibi croccanti, salati, molto piccanti, acidi o caldi
Alterazione del gusto

La percezione del gusto potrebbe cambiare nel corso della chemioterapia, rendendo i sapori più blandi o diversi. Alcuni medicamenti possono conferire al cibo un sapore metallico. Erbe, spezie o gusti forti possono ovviare al problema. Cibi dal sapore aspro, come pompelmo o ananas, potrebbero dare sollievo. È consigliabile assaggiare cibi diversi per individuare quelli più graditi.

Soppressione del midollo osseo

La chemioterapia può avere degli effetti sul midollo osseo, la parte interna dell’osso in cui si producono le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine/trombociti). Questo significa che la produzione di tali cellule sarà diminuita e/o rallentata.

Prima e dopo ogni ciclo di chemioterapia sono effettuati regolarmente dei prelievi di sangue per verificare che i valori delle cellule siano al disopra del livello di sicurezza.

Capita che i valori siano diminuiti ad un livello tale da rendere necessario un rinvio del trattamento. In generale, le cellule del sangue si rigenerano rapidamente ed il rinvio del trattamento non supera di solito una settimana.

Sono in particolare i globuli bianchi ad essere indirettamente colpiti dalla chemioterapia. I globuli bianchi servono normalmente a combattere le infezioni. Per questo motivo, le infermiere e i medici avvertono le pazienti quando il numero totale dei globuli bianchi è basso e danno consigli su come evitare che insorgano infezioni. Qualche volta, quando il numero dei globuli bianchi rimane basso a lungo o si sviluppa una infezione, viene somministrato con una iniezione sotto la pelle un farmaco denominato G-CSF (un fattore di stimolazione della produzione dei globuli bianchi), che aiuta ad aumentarne rapidamente il livello. Tale farmaco può essere somministrato anche immediatamente dopo la somministrazione di alcuni tipi di chemioterapia, in cui il rischio di infezione è elevato.

È importante informare al più presto il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia qualora dovesse presentarsi qualsiasi sintomo d’infezione, come ad esempio febbre (oltre 38°), brividi, malessere o mal di gola.

Poiché la chemioterapia può ridurre il numero di piastrine/trombociti (che aiutano il sangue a coagulare), potrebbe accadere che durante il trattamento si presentino più spesso dei lividi, delle emorragie nasali o sanguinamenti delle gengive durante l’igiene orale. Se dovesse manifestarsi uno di questi sintomi, è consigliato rivolgersi all’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia. Si potrà ricevere una trasfusione di piastrine/trombociti, anche se ciò si rende necessario solo in casi rari, in quanto i valori normalmente si normalizzano da soli dopo qualche giorno.

I globuli rossi risentono meno dell’effetto della chemioterapia ma la loro diminuzione progressiva (anemia) può causare diversi disturbi, per es. stanchezza, mancanza di fiato, accelerazione del battito cardiaco. In alcuni casi è necessario ricevere una trasfusione di sangue e più raramente un farmaco, chiamato eritropoietina, che stimola la produzione di globuli rossi.

Problemi urinari

È importante assumere molti liquidi durante il trattamento chemioterapico, in quanto questi farmaci (in particolare la ciclofosfamide) possono irritare le pareti della vescica. Bisogna informare il proprio medico di fiducia oppure l’infermiera addetta alla chemioterapia se si avvertono irritazioni o dolore al momento di urinare. Il trattamento a base di antracicline (Doxorubicina o Epirubicina) colorerà di rosso l’urina della paziente fino a 24 ore dopo il trattamento.
Questo potrebbe spaventare ma si tratta di un effetto collaterale normale di questi farmaci.

Stitichezza

La stitichezza potrebbe manifestarsi quale conseguenza di un minor consumo di bevande e cibi, dovuti per es. a nausea e/o vomito, di una ridotta attività fisica e dell’assunzione di alcuni farmaci (per es. per combattere la nausea) o chemioterapici.

Consigli praticiStitichezza

Cibi ricchi di fibre, come quelli qui indicati, possono essere d’aiuto:

  • pane integrale
  • cereali ad alto contenuto di fibre a colazione
  • fagioli e lenticchie
  • frutta fresca ed essiccata

È inoltre utile bere molto (almeno 2 litri di liquidi al giorno) e praticare movimento fisico ogni giorno.

Diarrea

Occasionalmente, alcuni farmaci chemioterapici provocano diarrea, che nei casi più severi può portare a disidratazione. In caso di diarrea è importante informare il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia. In alcuni casi è necessario somministrare liquidi in vena.

Consigli pratici:Diarrea

In caso di diarrea, si consiglia quanto segue

  • ridurre l’assunzione di fibre
  • consumare porzioni ridotte di frutta e verdura
  • assumere molti liquidi

Il medico di famiglia o lo specialista possono prescrivere medicamenti idonei, quando necessario. In caso di diarrea è importante informare il medico di fiducia o l’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia.

Stanchezza persistente (astenia)

Astenia significa spossatezza e sfinimento, che spesso non passano nemmeno con il riposo o il sonno e possono influire sulla vita di tutti giorni sia da un punto di vista fisico che emotivo. L’astenia può dipendere dalla malattia ma è anche un effetto collaterale abbastanza comune nel trattamento del tumore al seno e può persistere per settimane o mesi dopo la conclusione del trattamento.
Le persone che soffrono di astenia non hanno assolutamente nessuna energia e possono trovare difficoltà persino nelle piccole mansioni quotidiane. Ciò può ridurre l’autonomia e la qualità di vita. Ogni persona vive in modo diverso l’esperienza dell’astenia: è importante riconoscere i propri limiti, dosare le energie, accettare gli aiuti che vengono offerti e non pretendere troppo da sé stessi.

La chemioterapia può causare astenia per diverse ragioni:

  • Anemia, dovuta a carenza di ferro, diminuzione dei globuli rossi (soppressione del midollo osseo) che trasportano l’ossigeno nel sangue, cambiamenti nella alimentazione. Sia l’ossigeno sia il cibo servono per produrre energia, quindi, se il loro apporto è basso, ci si può sentire deboli e stanchi.
  • A volte l’astenia si manifesta anche in assenza di anemia e può essere dovuta per esempio ad un abbassamento della pressione sanguigna.

È consigliato rivolgersi all’ospedale dove ci si sottopone alla chemioterapia in caso di stanchezza profonda, mancanza di fiato, capogiri. In alcuni casi è necessario ricevere una trasfusione di sangue.

Consigli praticiAstenia
  • Comunicare al proprio medico e all’infermiera come ci si sente perché ci sono modi per affrontare e trattare l’astenia come, ad esempio, somministrazioni di ferro in caso di anemia.
  • Programmare, se possibile, poche attività nell’arco della giornata e prevedere riposo sufficiente tra le attività quotidiane.
  • Fare esercizio fisico leggero ogni giorno, come ad es. camminare.
  • Usare tecniche di rilassamento per alleviare la tensione e riacquistare energia.
  • Bere molti liquidi. Approfittare al meglio dei momenti in cui si sente appetito, scegliendo alimenti sani e ad alto contenuto calorico, che diano energia.
  • Accettare offerte di aiuto da altri, quando possibile.

Testo redatto da
Lucia Manganiello-Danesi, infermiera specializzata in senologia e oncologia
Carla Pedrazzani, infermiera specializzata in oncologia

Ultima revisione – settembre 2015

Quanto tempo impiegano i globuli bianchi a risalire?

Alla fase di aplasia segue il cosidetto “attecchimento”, cioè la fase di recupero ematologico con salita dei valori dei globuli bianchi e delle piastrine, che si verifica generalmente dopo 12-24 giorni dal giorno del trapianto.

Come aumentare i globuli bianchi dopo chemio?

Inoltre, la produzione di globuli bianchi può essere stimolata attraverso la somministrazione di particolari proteine dette fattori di crescita (G-CSF o GM-CSF). Questi sono prodotti normalmente dall'organismo, ma si è oggi anche in grado di sintetizzarli in laboratorio.

Quanto tempo sta in circolo la chemioterapia?

Il numero di cicli chemioterapia dipende dallo schema utilizzato, ma anche dal tipo di malattia e dalla sua risposta ai farmaci. Quanto dura un ciclo di chemioterapia? Ad esempio, se lo schema è ogni 3 settimane, nella maggior parte dei casi sono sufficienti sei cicli di terapia chemioterapica.

Come si fa a far salire i globuli bianchi?

I 10 migliori alimenti per la salute del sistema immunitario.
Pesce. Pesce, soprattutto il salmone fresco, poiché contiene elevati livelli di vitamina D. ... .
Tè nero. ... .
Fermenti vivi. ... .
Cioccolato. ... .
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Patate dolci e zucche. ... .
Lievito di birra fresco, germe di grano, cipolla e cavolo..

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