Il fascismo non è un opinione

Il fascismo non è un opinione

Sosteneva Sandro Pertini che il fascismo non sia un’opinione come le altre, dunque legittima, ma un crimine e, pertanto, un qualcosa di illegittimo e di contrario allo spirito e alle ragioni fondative della nostra Repubblica e della Carta costituzionale su cui essa si regge. Parole sante che sono tornate d’attualità nelle ultime settimane: dapprima con l’emergere della galassia nera che domina in quel di Nuova Ostia, poi con l’irruzione di alcuni esponenti di un gruppo chiamato Veneto Fronte Skinhead presso la sede di un’associazione umanitaria e solidaristica in quel di Como e infine con l’emersione di un fenomeno che, in realtà, era ben presente, da anni, nella nostra società.

Basti pensare al monumento eretto, qualche anno fa, ad Affile in memoria di Rodolfo Graziani, basti pensare al vento pericolosissimo che si sta alzando in Europa e che, inevitabilmente, ci contagia, basti pensare alla violenza verbale che caratterizza ormai il dibattito politico e che ha non pochi punti in comune con le peculiarità del periodo fascista. Un fascismo latente, quindi, ferino, difficile da decifrare e da contrastare adeguatamente, se si eccettuano alcune commendevoli manifestazioni come quelle indette dal sindaco Raggi e dalla FNSI a Ostia nei giorni immediatamente successivi all’aggressione del giornalista di “Nemo” Daniele Piervincenzi e del suo operatore Edoardo Anselmi da parte di Roberto Spada, attualmente recluso nel carcere di Tolmezzo (Udine). Un fascismo che, purtroppo, si afferma nella pressoché totale indifferenza dell’opinione pubblica, come confermano le proteste dei commercianti, a Como, per la manifestazione a sostegno dell’associazione pro migranti indetta per il prossimo 9 dicembre che, a loro giudizio, li costringerebbe a rimanere chiusi e dunque a perdere occasioni di guadagno in un giorno di festa prossimo alle vacanze natalizie. E per fortuna che il questore della città lacustre ha detto no alla manifestazione di Forza Nuova, adducendo motivazioni di ordine pubblico dovute alla concomitanza con l’evento appena menzionato.

Nel novembre del ’74 Pierpaolo Pasolini si domandò sul “Corriere della Sera” cosa fosse questo golpe, in riferimento alla stagione delle cosiddette “stragi di Stato”. Oggi, al cospetto delle vicende cui abbiamo assistito e continuiamo ad assistere, viene da chiedersi cosa sia questo fascismo, quali siano le sue traiettorie e, soprattutto, quali siano le sue prospettive, se davvero sussista la possibilità che CasaPound esprima una propria rappresentanza parlamentare nella prossima legislatura e se il fenomeno possa ulteriormente estendersi fino a mettere in ginocchio il già fragile tessuto democratico di un Paese sconvolto da dieci anni di crisi e da condizioni socio-economiche ben ritratte dal rapporto annuale del CENSIS pubblicato qualche giorno fa. Al che si conferma la validità del vecchio assunto montanelliano, secondo cui non fu il fascismo ad uccidere la democrazia ma la democrazia a suicidarsi, con il crollo del vecchio sistema liberale, il fascismo a seppellirla nei modi che ben conosciamo. Sarebbe auspicabile che la storia non si ripetesse, a quasi un secolo di distanza, sotto forma di farsa tragica.

P.S. Apprendiamo con sgomento dell’irruzione di un gruppo di militanti di Forza Nuova, col volto coperto da maschere bianche e i fumogeni in mano, nel cortile della sede dell’Espresso. Piena solidarietà ai colleghi e l’invito, rivolto all’intera categoria, a non sottovalutare l’intensificarsi di questi fenomeni.

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“Domenica 16 agosto è una data emblematica per la città di Rimini: è l’espressione – dice un comunicato dell’ANPI riminese – del massimo sacrificio che tre giovanissimi fecero per i più alti ideali di pace, democrazia e libertà, eppure poco lontano da Piazza dei Tre Martiri, a Viserbella, un uomo chiedeva scusa a “Benito” per servire nel proprio ristorante a una famiglia di origine africana. Circa questo avvilente accadimento l’ANPI si è già espressa nei giorni passati: noi oggi vogliamo invitare la cittadinanza tutta a prendere posizione contro atti simili domenica 23 agosto dalle 19 in Viale Porto Palos 78 a Viserbella, in un presidio in cui parteciperanno diverse realtà locali.

In Italia l’apologia di fascismo è reato – prosegue la nota dell’organizzazione partigiana – eppure quante volte vediamo vini e gadget che rappresentano Mussolini spacciati come “souvenirs folkloristici”? Il gestore del locale in questione serve bottiglie di vino con il duce stampato sull’etichetta e tutto ciò è spacciato come puro folclore. Il fascismo non è folclore, ma soprattutto non è un’idea, è un crimine che è costato la vita a migliaia di persone. Come può accadere qualcosa di simile nel 2020? Più volte l’ANPI si è spesa (e si spende) per mettere definitivamente fuorilegge gadget del genere, ma questo episodio specifico è l’ennesimo sintomo del legame tra fascismo e razzismo: mentre il mondo è scosso dalle proteste di Black Lives Matter, qui ci si scusa con un perfido tiranno per aver servito delle persone dalla pelle scura. È ora di capire – conclude il comunicato dell’ANPI –  che il fascismo si interseca indissolubilmente con razzismo, sessismo, omolesbobitransfobia e potere economico, dobbiamo, in quanto membri di questa società, prendere atto della intersezionalità delle lotte: lottare contro il fascismo non significa solo lottare per un mondo democratico, ma anche per un mondo senza barriere di alcun tipo, per una società inclusiva, antirazzista, femminista e più equa”.