La bellezza salverà il mondo frase di

Quando Dostoevskij scrisse la famosa frase «la bellezza salverà il mondo», non si riferiva alla bellezza meramente estetica come la intendiamo oggi, ma alla bellezza della bontà. Così la frase acquista tutto il suo significato. Il mondo si salverà quando la bella bontà tornerà ad essere una mèta.

La bellezza si riferisce quasi sempre alla figura femminile e non è un caso. La Madonna è la bellezza per antonomasia, Beatrice è colei che salva Dante portandolo alla visione di Dio. La donna bella perché buona è colei che guida l’uomo al senso vero dell’esistenza come Monica fece con sant’Agostino.

La nostra epoca, ammalata di brutalità perché rifiuta l’ideale della bontà, ha bisogno di donne belle perché sante. La donna corrotta è simbolo della decadenza non solo di se stessa ma di un ambiente, di un’epoca intera. Perciò oggi c’è bisogno che le donne inseguano la bellezza vera e non quella delle icone della pubblicità. C’è qualcosa di stolto nella ricerca del seno perfetto, delle gambe senza cellulite e così via…

Si intuisce che l’umanità ha bisogno che la donna aspiri alla bellezza vera, quella che deriva dalla bontà. Allora saprà condurre l’uomo alla realizzazione di se stesso e l’uomo saprà canalizzare la sua forza virile nel compimento di grandi imprese. Si dice che dietro a un grande uomo c’è una grande donna ed è vero anche e soprattutto nei santi. L’amore a Maria è la cifra della santità. Non solo san Bernardo ma ciascun santo ha avuto come guida Maria. E’ lei la bellezza che salverà il mondo.

@PippoCorigliano

L’abbiamo imparato dai greci – e questa intuizione ha attraversato i secoli – che ogni essere, per differente che sia, possiede tre caratteristiche trascendentali (cioè sempre presenti; mentre situazione, spazio e tempo sono irrilevanti): ogni essere è unum, verum et bonum, voglio dire che gode di una unità interna che lo mantiene nell’esistenza; che è vero, perché si mostra così come di fatto è; buono, perché svolge bene il suo compito insieme agli altri aiutandoli a esistere e a coesistere.

Sono stati i maestri francescani medievali, come Alessandro di Hales e specialmente San Bonaventura che, prolungando una tradizione venuta da Dionigi Areopagita e da Sant’Agostino, hanno aggiunto all’essere un’altra caratteristica trascendentale: pulchrum, cioè bello. Basandosi sicuramente sull’esperienza personale di San Francesco che era un poeta e un esteta di eccezionale livello, che “nel bello delle creature vedeva il Bellissimo,” hanno arricchito la nostra comprensione dell’essere con la dimensione della bellezza.

Tutti gli esseri, anche quelli che ci sembrano schifosi, se li osserviamo con affetto, nei particolari e nell’insieme, presentano, ognuno a modo suo, una bellezza singolare se non proprio nella forma, certo nel modo come in loro tutto è articolato con equilibrio e armonia sorprendenti.

Uno dei grandi estimatori della bellezza è stato Fiodor Dostoevskij. La bellezza era così centrale nella sua vita, ci racconta Anselm Grun, monaco benedettino e grande spiritualista, nel suo ultimo libro “Bellezza: una nuova spiritualità della gioia di vivere” (Vier Turne Verlag 2014) che il grande romanziere russo andava almeno una volta all’anno a vedere la bellissima Madonna Sixtina di Raffaello. Rimaneva a lungo in contemplazione davanti a quella splendida figura. Questo fatto è sorprendente, dato che i suoi romanzi penetrano nelle zone più oscure e perfino perverse dell’animo umano. Ma quello che lo spingeva, in verità, era la ricerca della bellezza, e per questo ci ha lasciato la famosa frase: “La bellezza salverà il mondo” che appare nel libro “L’idiota”.

Nel romanzo I fratelli Karamazov approfondisce il problema. Un ateo, Ipolit, domanda al principe Mynski “in che modo la bellezza salverebbe il mondo”? Il principe non dice nulla ma va da un giovane di diciott’anni che sta agonizzando. Lì rimane pieno di compassione e amore finché quello muore. Con questo voleva dire: è la bellezza che ci porta all’amore condiviso con il dolore; il mondo sarà salvo oggi e sempre fin quando ci sarà questo gesto. E come ci manca, oggi!

Per Dostoevskij la contemplazione della Madonna di Raffaello era la sua terapia personale, perché senza di questa avrebbe disperato degli uomini e di se stesso, davanti ai tanti problemi che vedeva. Nelle sue opere ha descritto persone cattive distruttive e altre che vivevano immerse negli abissi della disperazione. Ma il suo sguardo, che metteva in rima amore con dolore condiviso, riusciva a vedere la bellezza nell’anima dei più perversi personaggi. Per lui il contrario di “bello” non era “brutto” ma utilitaristico, lo spirito di usare gli altri e così rubar loro la dignità.

“Sicuramente non possiamo vivere senza pane, ma anche esistere senza bellezza” è impossibile, ripeteva. Bellezza è più che estetica; possiede una dimensione etica e religiosa. Lui vedeva in Gesù un seminatore di bellezza. “Lui è stato un esempio di bellezza e l’ha impianta nell’alma delle persone affinché attraverso la bellezza tutti diventassero fratelli tra di loro”. Lui non si riferisce all’amore verso il prossimo; al contrario: è la bellezza che suscita l’amore e ci fa vedere nell’altro un prossimo da amare.

La nostra cultura dominata dal marketing vede la bellezza come una costruzione del corpo e non della totalità della persona. Così sorgono sempre più numerosi i metodi di operazioni plastiche e consumo di botox per rendere le persone più “belle”. Bellezze costruite, senz’anima. Se osserviamo bene, in queste bellezze fabbricate emergono persone con una bellezza fredda e con un’aura di artificialità incapace di diffondere luminosità. A questo punto fa irruzione la vanità, non l’amore perché la bellezza ha a che vedere con amore e comunicazione. Dostoiewski osserva ne ‘I fratelli Karamazov’, che un viso è bello quando tu percepisci che in esso stanno litigando Dio e il diavolo, intorno al bene e al male. Quando il bene vince, erompe la bellezza espressiva, soave, naturale e irradiante. Qual è la bellezza più grande? Quella del viso freddo, di una top model o il viso pieno di rughe e pieno di irradiazione di Irma Dulce di Salvador, (Bahia) o di madre Teresa di Calcutta? La bellezza è irradiazione dell’essere. Nelle due sorelle l’irradiazione è evidente, nella top model è impallidita.

Papa Francesco ha dato speciale importanza alla trasmissione della fede cristiana attraverso la via Pulchritudinis (la via della bellezza). Non basta che il messaggio sia buono e giusto. Deve essere anche bello, perché solo così arriva al cuore delle persone e suscita l’amore che attrae, (Esortazione La gioia del Vangelo, n.°167). La chiesa non persegue il proselitismo ma l’attrazione che viene dalla bellezza e dall’amore la cui caratteristica è lo splendore.

La bellezza è un valore in se stesso. Non è utilitarista. E’ come il sole che fiorisce per fiorire, poco importa se lo guardano o no, come dice il mistico Angelus Silesius. Trovatemi uno che non si lascia affascinare da un fiore che sorride gratuitamente all’universo! Così dobbiamo vivere la bellezza in mezzo a un mondo di interessi, scambi e mercanzie. Dunque essa realizza la sua origine sanscrita Bet-El-Za che vuol dire: “il luogo dove Dio brilla,”. Brilla dappertutto e fa brillare anche noi con il bello.

LeonardoBoff ha scritto A força da ternura, ed. Mar de idéias, Rio 2011.

Traduzione di Romano e Lidia Baraglia

Chi ha scritto la bellezza ci salverà?

Il 2021 è indubbiamente un anno dostoevskiano, ricorrono infatti i 140 anni dalla morte del romanziere russo (avvenuta nel 1881) e i 200 anni dalla nascita (11 novembre 1821). ... Dostoevskij e la bellezza che salverà il mondo (forse).

Cos'è la bellezza per Dostoevskij?

L'enorme letterarietà di quelle parole è solo uno dei segni della genialità del suo autore. Il “genio crudele” Dostoevskij (definizione resa famosa in Russia dal critico Michajlovskij ) mostra qui, nella sola concezione di quella frase, il primo dei suoi due attributi. “La bellezza salverà il mondo”.

Cosa disse Dostoevskij?

“Chiunque voglia sinceramente la verità è sempre spaventosamente forte.” “Le piccole cose hanno la loro importanza: è sempre per le piccole cose che ci si perde.” “Soffrire e piangere significa vivere.” “Il segreto dell'esistenzaumana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive.”

Quale bellezza salverà il mondo?

La frase centrale di uno dei romanzi più ambigui e misteriosi dello scrittore russo Dostoevskij torna ciclicamente in gran parte dei dibattiti che hanno come oggetto di discussione le crisi del contemporaneo e gli eccessi nocivi ai quali i nostri tempi ci hanno irrimediabilmente abituato: «la bellezza salverà il mondo» ...

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