Come capire se si ha la gastroenterite

Gastroenterite batterica

La gastroenterite può essere causata da alcuni batteri come Salmonella, Campylobacter, Shigella, Escherichia coli, Clostridium difficile.

Nonostante la gastroenterite batterica sia meno comune di quella virale,è comunque opportuno saperne riconoscere i sintomi e le modalità di contagio. Ecco spiegati i tre meccanismi principali con cui i batteri possono causare questa patologia:

1. Esotossine: si tratta di tossine che vengono ingerite insieme ad alimenti contaminati; usualmente provocano una nausea improvvisa, ma i sintomi scompaiono entro un paio di giorni.
2. Enterotossine: vengono prodotte da alcune specie che risiedono nella mucosa intestinale senza tuttavia invaderla. La loro funzione è quella di ostacolare l’assorbimento delle sostanze nutritive da parte dell’intestino provocando diarrea acquosa.
3. Invasione della mucosa: si tratta di una forma grave in cui, in concomitanza con altri batteri, l’intestino e il colon del paziente vengono invasi da agenti patogeni. Questi possono causare sanguinamento intestinale ed emissione di feci con la presenza di sangue rosso vivo.

Tra i numerosi batteri responsabili della gastroenterite batterica sopraelencati, la Salmonella e il Campylobacter possono essere ingeriti insieme al cibo non sufficientemente cotto (in particolare pollame) e al latte non pastorizzato. Inoltre la Salmonella può essere contratta con il consumo di uova crude o toccando animali vivi infetti come rettili e uccelli; al contrario il Campylobacter può essere trasmesso da gatti o cani con disturbi intestinali.

In generale i sintomi della gastroenterite batterica sono vomito e diarrea; in particolare l’infezione da Escherichia coli (un altro temibile batterio patogeno) esordisce con forti dolori intestinali della durata di un paio di giorni ma in assenza di altri sintomi o disturbi, mentre la Salmonella ha maggiori probabilità di causare febbre e, se a contrarre l’infezione è un piccolo paziente, essa può persistere per lunghi periodi.

  • Introduzione
  • Cause
  • Sintomi
  • Complicazioni
  • Diagnosi
  • Dieta e cura
  • Prevenzione

Introduzione

La gastroenterite è un’infiammazione dello stomaco e/o dell’intestino

  • gastro: stomaco
  • enter: intestino
  • -ite: suffisso che in medicina indica in genere la presenza d’infiammazione.

In genere riconosce come causa un’agente infettivo, tipicamente un virus, ma sono possibili anche gastroenteriti batteriche, fungine, …

Il presente articolo riguarda le gastroenteriti virali acute, di cui fanno parte anche le cosiddette “influenze intestinali”, il cui decorso è in genere limitato a pochi giorni e comunque inferiore alle due settimane.

La gastroenterite virale è la seconda malattia più comune negli Stati Uniti e la causa è spesso un’infezione da norovirus; si diffonde attraverso cibo o acqua contaminata, oppure tramite il contatto con una persona infetta.

I sintomi più comuni della gastroenterite includono

  • diarrea,
  • dolore addominale,
  • vomito,
  • mal di testa,
  • febbre e brividi.

La maggior parte delle persone si riprende completamente senza necessità di trattamento e l’unico rischio reale in pazienti altrimenti sani è la disidratazione, che si verifica quando le perdite di liquidi causate da diarrea e/o vomito non vengono compensate da un’adeguata reintroduzione di acqua e sali minerali. La disidratazione è più comune e potenzialmente pericolosa nei neonati, nei bambini piccoli, negli anziani e nelle persone con sistema immunitario indebolito.

La migliore forma di prevenzione consiste in un’accurata e frequente igiene delle mani, soprattutto prima di maneggiare del cibo (sia in fase di preparazione che per consumarlo).

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Anche in condizioni di normalità l’intestino non è sterile, il tenue contiene piccole quantità di microrganismi, il cui numero aumenta fino a giungere nel colon a proporzioni considerevoli (flora microbica intestinale, che può facilmente rendere conto di oltre 1 kg di peso). Questi batteri non sono solo in equilibrio con l’organismo, ma condividono un rapporto di reciproco beneficio.

Nel caso di gastroenteriti infettive, come la cosiddetta influenza intestinale, la trasmissione dell’infezione avviene per via oro-fecale, mediante l’ingestione di alimenti o acque infetti, oppure attraverso un contagio inter-umano (per esempio attraverso le minuscole goccioline di saliva emesse mentre si parla, ma soprattutto per contatti con vomito e diarrea di soggetti infetti).

I microrganismi in grado di provocare gastroenterite possono essere

  • virus (la causa più comune),
  • batteri
  • e raramente anche parassiti od altri microrganismi come i funghi.

Virus

Tra i virus, quelli più frequentemente implicati sono:

  • rotavirus, che si manifesta in prevalenza durante la stagione invernale in soggetti di 6-24 mesi di età ed ha decorso sporadico e non epidemico;
  • norovirus, che interessa i soggetti in età scolare e gli adulti ed è responsabile di epidemie soprattutto in inverno;
  • adenovirus, che può causare infezioni anche in altri apparati (respiratorio, genito-urinario e all’occhio);
  • virus di Norwalk, che colpisce sia adulti che bambini, non ha andamento stagionale e si manifesta solitamente in epidemie.

Il meccanismo attraverso il quale i virus provocano i caratteristici sintomi presenta ancora oggi aspetti da chiarire, ma l’ipotesi più condivisa individua un danno alle cellule della mucosa intestinale deputate all’assorbimento di acqua e sali che, rimanendo quindi nel lume intestinale, causano la formazione di feci acquose o vera e propria diarrea.

Batteri

I batteri, al contrario, possono causare gastroenteriti attraverso due diversi tipi di meccanismi:

  • producendo tossine che incrementano la secrezione di acqua e di elettroliti all’interno del lume intestinale (Colera, Escherichia coli, Clostridium difficile)
  • danneggiando le cellule intestinali, provocando ulcere sanguinanti e una fuoriuscita di acqua, proteine, elettroliti e globuli bianchi (alcuni ceppi di Escherichia coli, Campylobacter, Shigella, Salmonella). Le feci possono contenere muco e sangue visibile, che raramente si osservano nelle forme virali.

Le fonti di contagio possono essere diverse, in particolare:

  • le salmonelle si trovano nelle uova, nel pollame poco cotto, nel latte non pastorizzato e si possono trasmettere anche mediante il contatto con rettili, volatili, anfibi;
  • il Campylobacter si ritrova nel pollame poco cotto, nel latte non pastorizzato ed è possibile il contagio attraverso le feci di cani e di gatti infetti;
  • le Shigelle sono trasmesse principalmente mediante il contatto umano (soprattutto nelle strutture ospedaliere e di assistenza sanitaria), ma è stata riscontrata anche una trasmissione con gli alimenti;
  • il Clostridium difficile insorge quasi sempre in seguito a trattamento antibiotico e causa una gastroenterite piuttosto grave. Gli antibiotici, uccidendo anche i normali batteri saprofiti della flora intestinale, seleziona i ceppi di Clostridium, che crescono al loro posto;
  • Escherichia coli enteroemorragico si riscontra nella carne di manzo poco cotta, nel latte non pastorizzato e nell’acqua contaminata;
  • Escherichia coli enterotossigeno è la principale causa di diarrea del viaggiatore.

Parassiti

Più rara è la gastroenterite da parassiti, tra cui la giardiasi. La Giardia intestinalis, oltre alla manifestazione acuta, può cronicizzare, impedendo l’assorbimento di diverse sostanze nutritive e dando così origine a una sindrome da malassorbimento. Si trasmette con le acque contaminate ed è resistente ai trattamenti di disinfezione con il cloro.

Sintomi

Le gastroenteriti di origine virale presentano un breve periodo di incubazione (24-72 ore) e un esordio brusco con vomito e diarrea (spesso proprio in quest’ordine, magari a distanza di 12-24 ore). Le feci sono in genere giallognole e prive di muco e sangue.

Può esserci anche una febbre moderata, mentre il vomito può essere talvolta assente.

I bambini colpiti da adenovirus, inoltre, possono manifestare, oltre a ciò, sintomi respiratori.

La gravità e il tipo dei sintomi possono variare in base a fattori quali

  • tipologia di virus
  • quantità ingerita (carica virale)
  • predisposizione individuale.

Più in generale i sintomi di una gastroenterite virale possono annoverare

  • diarrea,
  • dolori addominali diffusi, continui o intermittenti, in genere crampiformi,
  • nausea e vomito,
  • perdita dell’appetito,
  • febbre,
  • meteorismo (gonfiore),
  • borborigmi (rumori addominali,),
  • in caso di interessamento rettale, tenesmo, ovvero la sensazione dolorosa di dover defecare, non seguita da evacuazione di feci,
  • malessere generale.

Nei casi più gravi il paziente può sviluppare una disidratazione più o meno severa, dovuta alla perdita di liquidi da vomito/diarrea, che si può manifestare con:

  • abnorme senso di sete,
  • pelle secca, con ridotto turgore cutaneo (se la cute viene sollevata, si rilascia meno rapidamente del normale),
  • bocca asciutta,
  • lingua secca ed impastata,
  • occhi cerchiati,
  • stanchezza,
  • ridotta produzione di urine, che appaiono più scure (perché più concentrate),
  • ipotensione, che si manifesta con capogiri e svenimenti,
  • tachicardia,
  • shock e insufficienza renale,

Nei neonati e nei bambini, ulteriori segni di disidratazione sono rappresentati da:

  • pianto senza lacrime,
  • occhi chiusi,
  • fontanella infossata.

La disidratazione è particolarmente pericolosa per i bambini e per gli anziani.

Con il vomito e la diarrea possono inoltre venire persa una quantità eccessiva di potassio e di sodio.

Complicazioni

Il decorso è in genere favorevole, con guarigione spontanea in pochi giorni.

Diagnosi

La diagnosi di gastroenterite è piuttosto agevole in base ai sintomi e all’anamnesi:

  • storia di contagio alimentare,
  • viaggi all’estero
  • o casi analoghi nell’ambiente in cui si vive.

Non sempre si rende necessaria la ricerca del microrganismo responsabile di gastroenterite, dal momento che il più delle volte risulta sufficiente somministrare una terapia in base ai sintomi, e non alla causa.

Tuttavia, se la sintomatologia dura più di 48 ore, possono essere raccolti campioni di feci per la ricerca colturale dell’agente causale (e diagnosi differenziale con altre forme d’infiammazione intestinale).

Dieta e cura

Il trattamento è puramente sintomatico e si fonda sulla reidratazione, che potrà avvenire per via orale o, nei casi più gravi che richiedono l’ospedalizzazione, per via endovenosa.

In presenza di vomito è consigliabile bere a piccoli sorsi e di frequente, in quanto grosse quantità d’acqua stimolano il riflesso del vomito.

Nei bambini con gastroenterite l’acqua priva di elettroliti non viene assorbita, pertanto si rende opportuna l’assunzione di reidratanti orali con l’aggiunta di sali minerali, reperibili in farmacia. In caso di lattanti, non bisogna interrompere l’allattamento al seno o artificiale.

Evitare

  • bevande gassate,
  • tè,
  • succhi di frutta,
  • bevande zuccherate o contenenti caffeina.

Al migliorare dei sintomi, sarà possibile reintrodurre gradualmente una dieta leggera.

Evitare inoltre

  • latte e prodotti caseari, in quanto contengono lattosio, zucchero in grado di peggiorare la diarrea negli adulti,
  • cibi grassi,
  • cibi e bevande contenenti zuccheri,
  • caffè,
  • alcolici.

Poiché che gli antibiotici possono essere causa di diarrea e selezionare batteri resistenti, vengono assunti solo in casi limitati anche quando la gastroenterite è di origine batterica.

Prevenzione

La prevenzione delle gastroenteriti virali si basa essenzialmente sulle normali misure igieniche personali e alimentari.

Il modo migliore per prevenire la gastroenterite è lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone dopo la defecazione, ma si consiglia anche di:

  • evitare la condivisione di asciugamani, posate e altri utensili,
  • lavarsi bene le mani prima di mangiare,
  • in caso di bambino con gastroenterite, lavarsi le mani dopo aver cambiato il pannolino e disinfettare il fasciatoio e gli oggetti utilizzati,
  • evitare gli alimenti poco cotti,
  • non lasciare il cibo fuori dal frigorifero troppo a lungo,
  • durante i viaggi si raccomanda di evitare di consumare alimenti e bevande acquistati presso venditori ambulanti o ristoranti di cui non si conosce il livello di igiene,
  • per prevenire la temibile diarrea da Clostridum, gli antibiotici vanno assunti solo quando necessari e non in corso di affezioni virali.

Nel caso del rotavirus è infine disponibile un vaccino, ma la cui utilità è circoscritta i neonati.

Fonti e bibliografia

  • Chung M Chow,1 Alexander KC Leung,2 and Kam L Hon, Acute gastroenteritis: from guidelines to real life, Clin Exp Gastroenterol. 2010; 3: 97–112.
  • Nathan D. Stuempfig; Justin Seroy. Viral Gastroenteritis, Stat Pearls

A cura della Dottoressa Giovanna Celia, medico chirurgo

Articoli ed approfondimenti

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Come inizia una gastroenterite?

I sintomi della gastroenterite Questo disturbo può coinvolgere sia lo stomaco sia l'intestino, con i seguenti sintomi: vomito, nausea, diarrea e dolori addominali. Questi sintomi accomunano la quasi totalità dei pazienti, possono poi esserci sintomi variabili, meno comuni, come per esempio la febbricola.

Come vedere se ho gastroenterite?

I principali disturbi (sintomi) causati dalle gastroenteriti sono:.
diarrea acquosa improvvisa..
nausea..
vomito..
leggera febbre..
gonfiore o dolore addominale..

Come faccio a far passare la gastroenterite?

La prima regola in presenza di una gastroenterite è idratarsi il più possibile, soprattutto in caso di vomito o diarrea che provocano un'eccessiva perdita di sali minerali e liquidi che è importante reintegrare subito. Oltre all'acqua, dunque, si possono aggiungere tè e tisane, ma anche brodo di verdure o di carne.

Quanto tempo dura la gastroenterite?

La gastroenterite virale si manifesta in forma acuta, cioè compare all'improvviso e ha una durata limitata nel tempo: nella maggior parte dei casi si risolve nell'arco di pochi giorni, in genere non più di 7-10.

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