Quanto chiede un avvocato per una causa

04 Ott 2021

Come si fa a fare causa a una persona e quanto costa?

Se non hai mai avuto problemi giudiziali, ma ora purtroppo devi “fare causa” a qualcuno e vuoi capire da dove iniziare, in questo articolo ti spiegheremo come si fa a fare causa a una persona e quanto costa.

1) La competenza territoriale e funzionale: Giudice di Pace e tribunale

Le cause non si possono instaurare davanti al giudice che si vuole, ma ci sono delle regole che disciplinano quale Giudice sarà investito della decisione.

Le principali regole da tenere a mente sono due:

La prima regola la competenza territoriale, e quindi ci dice quale sarà il giudice territorialmente competente (milano, roma, firenze, ecc). La regola principale in termini di competenza territoriale è che è investito della decisione il Giudice del luogo dove ha sede o domicilio il convenuto.

La seconda, è che ci sono alcune materie che sono demandate, per competenza funzionale, all’uno o all’altro giudice. Per esempio: gli immobili sono sempre di competenza del Tribunale, le sanzioni del codice della strada sempre al Giudice di Pace. Nei casi in cui la materia non è attribuita per competenza all’uno o all’altro giudice, si guarderà il valore di causa: fino ad € 5.000,00 si andrà davanti al Giudice di Pace.

2) Per fare causa a qualcuno serve l’avvocato o posso fare da solo?

Non sempre, in alcuni giudizi è possibile difendersi da soli: si tratta per lo più delle cause avente valore inferiore ad € 1.000,00.

Poiché la procedura è comunque complessa e ci sono scadenze e termini perentori da rispettare, se non si ha dimesticazza col diritto è comunque consigliato trovare un avvocato 😊

3) I costi: contributo unificato e spese di notifica

Sono le spese principali che bisogna pagare allo Stato per iniziare una causa. Il contributo unificato varia a seconda del valore della causa e della materia, e da ultimo del rito. Le spese di notifica sono attorno ad € 10,00 – 20,00 per notifica. Ci sono poi ovviamente le spese legali.

4) L’atto introduttivo: notificazione e iscrizione a ruolo

Per iniziare la causa serve predisporre un atto introduttivo (atto di citazione o ricorso), depositarlo presso la cancelleria del giudice, notificarlo alla controparte.

A seconda che si introduca il giudizio con ricorso o atto di citazione (è la legge a regolare in quali casi si usa l’uno ed in quali l’altro) si dovrà prima iscrivere a ruolo e poi notificare, o viceversa notificare e poi iscrivere.

5) Il processo: tempi e fasi

Il processo è regolato da scansioni processuali ben definite.

Ci sono delle materie in cui la legge ha previsto dei meccanismi di mediazione o negoziazione obbligatori. Vale a dire che non è possibile andare avanti se non si tenta una conciliazione. Esperito il tentativo di mediazione, si va davanti al Giudice: alla prima udienza le parti espongono le proprie difese e formulano deduzioni ed eccezioni.

Ci sono poi delle udienze o delle memorie dedicate alla fase istruttoria: le parti dovranno indicare quali testimoni sentire, se vogliono una perizia, se ci sono ulteriori documenti di cui chiedono l’acquisizione. Ed, infine, il Giudice – sentite le conclusioni delle parti – tratterrà la causa in decisione ed emetterà la sentenza.

Se è sfavorevole, sarà possibile impugnarla.

6) I costi dell’avvocato e il principio di soccombenza

Il compenso dell’avvocato è regolato dalla pattuizione fra le parti, normalmente si fornisce un preventivo scritto prima del conferimento, che prevede tutte le ipotesi. Se ciò non è stato fatto, si applicheranno i tariffari.

La legge prevede un principio, che è quello di soccombenza, secondo il quale la parte che perde deve rimborsare all’altra parte le spese legali già sostenute.

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Se ti stai domandando quanto costa un avvocato per una causa a Roma, sei sulla pagina giusta per cominciare a orientarti.

Non sarà semplice capire tutto, e c’è moltissima discrezionalità da parte dell’avvocato a cui puoi rivolgerti nel determinare il suo compenso.

Domanda difficile quanto costa un avvocato.

Per capire quale sia il giusto compenso di un avvocato occorre guardare a tre aspetti principali:

  1. la materia;
  2. la difficoltà della pratica;
  3. il valore della pratica.

In ogni caso parlare di “costo di un avvocato” a volte è fuorviante, perchè in molti casi l’intervento di un avvocato non comporta spese, e la parcella sarà pagata dalla controparte.

Che cosa è la parcella di un avvocato?

Un avvocato è un libero professionista, e quindi la sua unica fonte di reddito sono compensi pagati dai suoi clienti, e quindi cosa è la parcella di un avvocato?

Quando si parla dei compensi di un avvocato, questi possono essere chiesti in vari modi:

  1. il preventivo di un avvocato: l’avvocato è tenuto a consegnare un preventivo prima di svolgere un’attività. Con il prevenitivo l’avvocato ti deve informare delle spese vive a cui si va incontro e dei compensi che matureranno per le attività da svolgere. A volte non è possibile fare un preventivo e le questioni devono essere affrontate di volta in volta.
  2. il progetto di fattura di un avvocato o la “prenotula”: quando un avvocato ti vuole chiedere un compenso, può mandarti una email, un messaggio whatsapp o sms, oppure, quando è più opportuno spiegare correttamente come sia maturato il compenso, e quali siano le tasse, imposte e contributi che gravano sul compenso, potrà inviarti un progetto di fattura, ovvero una bozza della sua fattura prima del pagamento.
  3. la parcella di un avvocato: con la parcella l’avvocato ti spiega il suo compenso, e quali siano le spese, le tasse, imposte e contributi che gravano sul compenso, potrà inviarti un progetto di fattura, ovvero una bozza della sua fattura prima del pagamento. A volte si dice parcella anche con riferimento alla fattura.
  4. la fattura dell’avvocato: la fattura è il documento fiscale che l’avvocato deve emettere al momento del pagamento del compenso. La fattura di un avvocato sarà una fattura elettronica, di cui tu vedrai una “copia di cortesia” stampata o inviata per email. A volte gli avvocati possono emettere fatture cartacee e non elettroniche, ma ciò solo se hanno un fatturato ridotto al di sotto di alcuni limiti di legge.

Quanto prende un avvocato per una causa?

Se ti domandi quanto prende un avvocato per una causa, considera che il compenso di un avvocato può essere conveniente o meno, ma valutare a prescindere un avvocato sulla base della parcella che chiede potrebbe essere fuorviante.

E difatti, a volte un avvocato che conosce perfettamente un problema può farsi pagare poco (perchè ha affrontato lo stesso problema decine di volte) mentre un avvocato che si trova per la prima volta a discutere di un problema avrà necessità di studiare e lavorare di più, e quindi farsi pagare molto.

Il compenso di un avvocato può variare da poche centinaia di euro, per una causa dinnanzi al Giudice di Pace, fino a centinaia di migliaia di euro per le cause più difficili e più lunghe.

Sul compenso di un avvocato si applicano sempre delle maggiorazioni, e quindi se il compenso di un avvocato è pari a 1000 euro, a questa cifra vanno aggiunte le seguenti percentuali:

  • 15% spese generali;
  • 4% CPA, ovvero la previdenza dovuta alla Cassa Forense;
  • 22% IVA.

A fronte di un compenso di € 1000, all’avvocato andranno pagati quindi € 1459,12.

L’avvocato che costa poco

Molti possono essere tentati dal cercare l’avvocato che costa poco, chiedendo in giro chi applica le condizioni migliori.

Il confronto sui preventivi degli avvocati è un’attività legittima e che merita il massimo rispetto, ma va fatta con la dovuta cautela (e soprattutto con un occhio alla competenza).

Occorre infatti verificare l’intero preventivo dell’avvocato, per l’attività complessiva da svolgere, e quindi richiedere per iscritto un prospetto delle spese vive e dei compensi necessari per svolgere una determinata attività.

Ad esempio: costo per la fase stragiudiziale, costo per la mediazione, costo per le varie fasi di una causa.

Non si dovrebbe essere invece attratti da atteggiamenti di faciloneria degni di altre epoche, e ancora propri di taluni professionisti che dicono “poi vediamo“, oppure “cominciamo non ti preoccupare“.

Sono infatti alla cronaca i fatti di chi, rivoltosi in buona fede ad un avvocato per alcune pratiche, si sia trovato poi a dover pagare decine o centinaia di migliaia di euro, in conseguenza dell’applicazione da parte dell’avvocato delle tariffe professionali, dove l’attività da svolgere non era stata preceduta da un congruo preventivo.

Qual’è il costo di un avvocato per una causa civile?

Il costo di un avvocato per una causa civile dipende da molti fattori, ed tra i tanti:

  • causa davanti il Giudice di Pace;
  • causa davanti il Tribunale;
  • causa davanti la Corte d’Appello;
  • causa davanti la Corte di Cassazione;
  • numero di fasi processuali seguite;
  • valore della causa;
  • tipo di causa (es. causa di sfratto, divorzio, causa contro l’INPS, recupero credito, usucapione, successioni, lavoro, diritto bancario e così via …);
  • difficoltà della causa;
  • intervenuta transazione o conciliazione tra le parti.

Premesso che l’avvocato è libero di quantificare il suo compenso con il preventivo che ti sottopone prima della causa, in caso il preventivo non sia stato sottoscritto soccorrono le tabelle ministeriali del D.M. 55/2014, che indicano dei valori minimi medi e massimi per determinare quale sia il compenso giusto per l’avvocato.

A volte gli avvocati sottopongono ai clienti degli accordi in percentuale sul recuperato, o subordinano il loro compenso al buon fine della pratica.

Qual’è il costo di un avvocato per una causa tributaria contro Equitalia?

Il costo di un avvocato per una causa tributaria contro l’Agenzia Entrate Riscossione ex Equitalia o l’INPS dipende da molti fattori, ed tra i tanti:

  • causa davanti la Commissione Tributaria Provinciale;
  • causa davanti la Commissione Tributaria Regionale;
  • causa davanti la Corte di Cassazione;
  • numero di fasi processuali seguite;
  • valore della causa;
  • tipo di causa (es. accise, IVA, Irpef, prescrizione, accertamento, riscossione…);
  • difficoltà della causa.

Qual’è il costo di un avvocato per una causa penale?

Se hai bisogno di assistenza in un processo penale allora vorrai sapere il costo di un avvocato penalista.

Il costo di un avvocato per una causa penale dipende da molti fattori, ed tra i tanti:

  • causa penale davanti il Giudice di Pace;
  • causa davanti il Tribunale;
  • causa davanti la Corte d’Assise;
  • causa davanti la Corte d’Appello;
  • causa davanti la Corte d’Assise d’Appello;
  • causa davanti il Tribunale dei Minorenni;
  • causa davanti la Corte di Cassazione;
  • numero di fasi processuali seguite (ex. indagini, fase GIP, GUP, dibattimento);
  • valore della causa;
  • tipo di reato (es. spaccio, rapina, abuso edilizio, furto, bancarotta …);
  • difficoltà della causa;
  • intervenuta transazione o conciliazione tra le parti.

Un avvocato penalista difficilmente accetterà di seguire una qualsiasi pratica per meno di 1500,00 euro, ma per le cause più lunghe e complesse, dove la difesa richieda settimane di lavoro e studio di centinaia di documenti, il costo di un avvocato penalista può arrivare a decine di migliaia di euro.

Se anche tu stai cercando a Roma o Milano un avvocato o uno studio legale per la tua causa civile, penale, di diritto del lavoro o tributario, allora sentiti libero di contattarci via email per spiegarci il tuo caso, ti ricontatteremo per farti sapere se ti possiamo aiutare e come.

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Se cerchi uno studio legale esperto e affidabile che si occupi del tuo caso, contattaci per una prima consulenza senza impegno. Per agevolare le pratiche cerca di inviare tutta la documentazione necessaria.

Quanto costa un avvocato per una causa?

Per il primo grado si va da un minimo di 43 euro (per le cause di valore fino a 1.100 euro) a un massimo di 1.686 euro (per le cause di valore superiore a 520.000 euro).

Quanto si paga l'avvocato?

Solitamente, per i pareri legali o consulenze, che dir si voglia viene richiesto un compenso variabile che di media si muove da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro. Invece, il costo sale e va da 200 fino a 1.000 euro per una consulenza scritta.

Quanto si spende per una causa?

Per avere un'idea, possiamo tenere presente che, ad oggi, per i giudizi civili il contributo unificato varia entro una forbice compresa tra un minimo di 43 euro (per le cause di valore più basso, entro i 1.100 euro) fino ad un massimo di euro 1.686 (per i contenziosi di importo più alto, cioè superiori a euro 520.000).

Chi paga l'avvocato che vince la causa?

Chi paga l'avvocato? L'avvocato deve essere pagato dal proprio cliente. Nelle cause penali, anche in caso di nomina d'ufficio, il legale nominato va pagato dall'assistito. Fatta salva solo l'ipotesi di ammissione gratuito patrocinio a spese dello Stato.

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