San pio da pietrelcina quando si festeggia

San Pio da Pietrelcina, noto anche semplicemente come Padre Pio, è uno dei Santi più venerati in tutta Italia (e anche nel Mondo), e la celebrazione cattolica cade il giorno 23 settembre (data in cui il Santo è morto). La sua venerazione però, al contrario di quanto accade di solito, iniziò quando Padre Pio era ancora in vita: per via della sua incredibile storia, infatti, un numero di pellegrini sempre maggiore faceva visita all’umile frate, sperando nella grazia di un miracolo.

Ma la sua vasta fama popolare gli causò anche delle controversie, fu infatti sempre guardato con scetticismo dalla Chiesa che lo sottopose ad indagini e a critiche anche molto aspre. La sua santificazione avvenne nel 2002 ad opera di Giovanni Paolo II (anche se il lungo processo prese il via solo un anno dopo la sua morte). È patrono di Pietrelcina e di San Giovanni Rotondo, dove è conservata la sua salma che viene esposta per i fedeli, ma anche dei volontari della protezione civile.

San Pio da Pietrelcina, la vita

San Pio da Pietrelcina, il cui vero nome era Francesco Forgione, nacque nel 1887 a Pietrelcina, un piccolo comune in provincia di Benevento. Di origini umili, il ragazzo si avvicinò alla fede anche spinto dalla madre, molto devota a San Francesco d’Assisi, fino a diventare a soli 15 anni il novizio cappuccino Fra Pio. In seguito fece voto di obbedienza, castità e povertà e iniziò il suo percorso da religioso, viaggiando molto nel territorio circostante e abitando in alcuni conventi vicini a Pietrelcina. Entrò in contatto con numerose figure che gli restarono accanto durante la sua vita e che divennero per lui dei maestri e dei compagni. Nel 1910, infine, fu ordinato sacerdote a Benevento e sempre in quegli anni, in una lettera inviata al suo padre spirituale (San Marco in Lamis), menzionò per la prima volta le stigmate (si tratta di piaghe sulle mani, sui piedi e sul costato che ricordano le torture subite da Gesù sulla croce).

Le descriveva parlando di un dolore molto forte, che si attenuava soltanto con la preghiera ma che lo perseguitava già da tempo. A causa di questa malattia, il religioso fece ritorno alla sua città natale dove rimase per sei anni, ospite del fratello Michele. Pochi anni più tardi, dopo essere giunto nel convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, nel 1918 Padre Pio ebbe una visione: Gesù gli disse che le stimmate non sarebbero più scomparse e che avrebbe portato quel fardello per i successivi cinquant’anni. Il miracolo venne interpretato in vari modi: qualcuno gridò alla santità dell’uomo, altri ritennero che si trattasse soltanto di una malattia della pelle, altri ancora pensarono che fossero delle ferite auto-inflitte da Padre Pio stesso.

Queste dicerie non fermarono la diffusione del miracolo, la cui notizia circolò per l’Italia intera trasformando il convento di San Giovanni Rotondo in un luogo di pellegrinaggio di fedeli che speravano di ricevere una grazia dal frate. La sua fama divenne così grande che la Chiesa decise di indagare su quel fatto e mandò numerosi medici per controllare le sue ferite. Nel 1923 arrivò la condanna ufficiale da parte del Sant’Uffizio che dichiarò che non si trattava di miracolo ed esortava i fedeli a non credere a Padre Pio e a non recarsi in pellegrinaggio nel convento di San Giovanni Rotondo. Ma questa condanna fu revocata nel 1933 da Papa Pio XI e il culto di San Pio da Pietrelcina tornò ad essere forte presso la popolazione.

Video, la sua vita

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Oggi si festeggia San Pio da Pietrelcina. Il sacerdote cappuccino Francesco Forgione è nato a Pietrelcina-Benevento il 25 maggio 1887, è morto il 23 settembre 1968 a san Giovanni rotondo-Foggia. La chiesa lo ricorda il 23 settembre. Proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, che nutriva per lui grande devozione, il 2 maggio del 2000, il 16 giugno 2002 lo stesso Pontefice in piazza San Pietro, lo proclamò Santo e ne stabilì la memoria liturgica il 23 settembre, giorno della sua nascita al cielo. I genitori erano analfabeti e poveri al punto da non riuscire a sfamare i sette figli. Il padre fu costretto a recarsi in America in cerca di fortuna, che accumulò e grazie alla quale pagò gli studi al figlio Francesco.

Padre Pio, era dotato di doni straordinari che hanno richiamato l’attenzione del mondo intero:

  • Le stimmate, il profumo misterioso che emanava dal suo corpo, le profezie, il conforto dei cuori, le guarigioni e le conversioni attribuite alla sua preghiera. Nel convento del Gargano, dove l’umile frate cappuccino viveva, la ressa di devoti era quotidiana, tutti lo volevano vedere, toccare, tutti desideravano assistere alla sua messa, momento di rara intensità spirituale, e soprattutto confessarsi, rimettersi in sintonia con Dio guidati da lui. La confessione era un incontro che spesso sconvolgeva le persone, la loro vita era per sempre trasformata, il numero dei convertiti e dei devoti estimatori aumentava in maniera esponenziale.

La vita fu un lungo calvario che egli visse unendosi a Cristo per la salvezza delle anime, fedele al programma di vita, che aveva espresso nell’immagine ricordo della sua prima messa:

  • “Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo in un mistero d’amore, con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta”.

Oggi si festeggia San Pio da Pietrelcina, il sacerdote cappuccino la chiesa lo ricorda il 23 settembre

Mamma Maria Giuseppa. Forte e ricca di fede, aveva una predilezione per Francesco, era il più gracile, spesso in preda a misteriose e violente febbri, e dotato di sensibilità religiosa che lo portava a ricercare luoghi solitari per dedicarsi alla preghiera. La mamma si chiedeva cosa avrebbe potuto fare da grande quel figlio così gracile. Risolse Francesco il problema, indicando con la mano il frate cappuccino venuto per la questua, disse: “Voglio farmi frate, come fra Camillo”.

Foto. rete internet

Nel 1903 indossò il saio francescano nel convento dei cappuccini di Morone, iniziò il cammino di preparazione alla vita religiosa e sacerdotale che si concluse il 10 agosto 1910.,non fu un cammino facile, le misteriose malattie che lo avevano tormentato a casa, continuarono con assalti di una virulenza tale da far temere che non sarebbe mai giunto vivo all’ordinazione, tant’è vero che, non appena ebbe l’età minima richiesta dal diritto canonico, fu consacrato sacerdote. Con i paramenti sacri addosso pareva ancora più debole, tanto che i superiori ebbero compassione di lui e, anziché inserirlo subito nell’attività pastorale, lo mandarono a Pietrelcina, sperando che l’aria di casa gli avrebbe fatto tornare un po’ di forze. Il frate imboccò la strada di quel calvario che percorse per tutta la vita.

Il 5 agosto 1918 gli apparve un misterioso personaggio che gli trafisse il cuore con un dardo infuocato, il 20 settembre riceveva le stimmate, inizialmente erano invisibili, disse:

  • “Mi sentii morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore che sentivo sbalzare dal petto. Io mi avvidi che mani, piedi e costato erano trasformati e grondavano sangue”. Profondo e lacerante fu il dolore provocato dai giudizi, dai sospetti e dalle condanne che gli vennero da istituzioni ecclesiastiche, confratelli e da ambienti scientifici secondo i quali le ferite erano frutto di isterismo.

Scienziati di ogni tipo, inviati da organismi religiosi e dal Vaticano, si accanirono per dimostrare che i fenomeni attribuitigli non avevano alcuna origine soprannaturale. Riuscirono a convincere il Sant’Uffizio, promotore di una delle inchieste più clamorose durante il pontificato di Pio XI, che si trattava di fenomeni isterici. I monsignori del Vaticano nel 1923, con un apposito decreto, vietarono a Padre Pio di dire la messa in pubblico e di confessare i fedeli. Un’atroce tortura, durata una decina d’anni, che il frate visse in silenzio, senza protestare, rifugiandosi nella preghiera e nella penitenza. I fedeli continuarono sempre a seguirlo e pregarlo.

Padre Pio definì la messa ” Il mistero tremendo”, era un momento di grande emozione spirituale, il volto trasfigurato, gli occhi luminosi, il corpo rapito, per quanti la seguivano era un momento di rara tensione e, dopo la messa, facevano la coda davanti al suo confessionale per accedere al sacramento del perdono e per chiedergli di intercedere per loro presso Dio. Nel 1940 durante il secondo conflitto mondiale nacquero su suo invito i gruppi di preghiera, un’istituzione che presto si diffusero in tutto il mondo. Disse ai confratelli: “la preghiera è la chiave dei tesori di Dio, è l’arma del combattimento e della vittoria in ogni lotta per il bene e contro il male”.

Nel 1956 con inaugurò la Casa sollievo della sofferenza, destinata a diventare uno degli ospedali meglio attrezzati del Meridione, dove lavorano luminari della medicina e dove tutti sono invitati a vedere nel malato e nel povero il volto stesso di Gesù.

Tra i tanti doni Padre Pio ebbe quello di prevedere il tempo della sua morte. Nel 1918 quando aveva appena ricevute le stimmate, disse ad una persona che frequentava il convento: “Coraggio abbiamo ancora cinquant’anni davanti”. Cinquant’anni dopo, nel 1968, mentre con i devoti si accingeva a commemorare il mezzo secolo dalle stimmate, si avvicinò a quel fedele e con un filo di voce gli sussurrò: “Cinquant’anni sono passati”. Domenica 20 settembre celebrò messa e poi si affacciò a benedire i pellegrini che erano accorsi in gran numero. Fu l’ultima volta che lo videro vivo, la notte del 23, dopo aver recitato per intero il rosario, moriva.

Preghiera:

O Dio, per la tua misericordia e per i meriti di questo tuo grande santo, concedi anche a noi una fede capace di scorgere nei poveri e nei sofferenti il volto di Gesù. Insegna anche a noi l’umiltà del cuore, perché in tuo nome, scopriamo la gioia di perdonare i nostri nemici.

Martirologio Romano:

Memoria di san Pio da Pietrelcina (Francesco) Forgione, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che nel convento di San Giovanni Rotondo in Puglia si impegnò molto nella direzione spirituale dei fedeli e nella riconciliazione dei penitenti ed ebbe tanta provvidente cura verso i bisognosi e i poveri da concludere in questo giorno il suo pellegrinaggio terreno pienamente configurato a Cristo crocifisso.

Protettore dì:

  • Adolescenti cattolici, volontari per la difesa

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