Bruciore di stomaco e mancanza di respiro

Di recente, sono stato al pronto soccorso per senso di oppressione alla bocca dello stomaco e una sensazione di mancanza di respiro. Nei giorni precedenti, avevo già sintomi di bruciore allo stomaco, pesantezza e a volte un senso di angoscia. Al pronto soccorso, mi hanno fatto ecocardiogramma e analisi degli enzimi in 2 momenti diversi. Lo stesso episodio si è ripetuto un mese fa e con lo stesso esito, tutto negativo, invece hanno attribuito il tutto ad un problema di reflusso dandomi una cura. Posso stare tranquillo o è necessario fare eventuali accertamenti per escludere altre patologie cardiache?

Risposta

Salve,
prima di orientarci verso cause di natura psicologica, è bene escludere eventuali cause organiche.
Il reflusso gastroesofageo in genere può essere diagnosticato con una gastroscopia. In caso di negatività e riportando anche sensazioni di angoscia, il tutto potrebbe essere riconducibile a fattori di natura ansiosa, la cui causa, al momento e dal tuo racconto, non risulta chiara.

Sarebbe necessario valutare se ci sono stati (anche nell'anno precedente la comparsa di tali sintomi) eventi che ti abbiamo potuta preoccupare, angosciare o che ti abbiamo portata a vivere una condizione di stress.

In questo caso, sarebbe bene un lavoro su te stessa, mirato alla rimozione del sintomo.

Saluti

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Generalità

Il dolore epigastrico è una sensazione dolorosa che insorge nella regione centro-superiore dell'addome. A provocarne la comparsa possono essere numerose condizioni, alcune anche molto gravi, come per esempio il cancro del pancreas, il cancro allo stomaco o l'infarto del miocardio. Tuttavia, in genere, l'insorgenza del dolore epigastrico è da imputarsi ad un problema di tipo gastrointestinale.
I sintomi associati dipendono da ciò che sostiene la comparsa del dolore: per esempio, i pazienti con dolore epigastrico da infarto del miocardio potrebbero lamentare una sensazione dolorosa diffusa alla spalla e/o al braccio, dispnea, rantolii durante la respirazione ecc.
Una diagnosi corretta delle cause che provocano il dolore epigastrico è fondamentale per la pianificazione della terapia più adeguata.

Cos'è il dolore epigastrico?

Il dolore epigastrico è quella sensazione dolorosa che ha sede a livello dell'epigastrio.
Nel linguaggio anatomico, il termine epigastrio (o regione epigastrica) identifica la zona più alta e centrale dell'addome, delimitata superiormente dalle cartilagini costali e inferiormente dalla regione ombelicale.

ANATOMIA DELL'EPIGASTRIO

L'epigastrio rappresenta una delle nove regioni anatomiche con cui i medici descrivono l'addome dell'essere umano. Procedendo da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso, le altre otto sezioni sono: ipocondrio destro, ipocondrio sinistro, regione lombare destra, regione ombelicale, regione lombare sinistra, fossa iliaca destra, ipogastrio e fossa iliaca sinistra.
L'epigastrio si colloca tra l'ipocondrio destro e l'ipocondrio sinistro.

Al di sotto della regione epigastrica, si collocano diversi organi interni, tra cui:

  • Il piloro. È la parte terminale dello stomaco, deputata a regolare l'immissione del contenuto gastrico nell'intestino tenue (cioè il primo tratto dell'intestino). A garantire un passaggio accurato del cibo tra stomaco e intestino è una valvola, nota come sfintere pilorico.
  • Il duodeno. È il primo tratto dell'intestino tenue; quest'ultimo comprende anche il digiuno e l'ileo.
  • Pancreas
  • Parte del fegato
  • Parte dell'aorta
  • Parte della vena cava inferiore
  • Colon trasverso. È la terza sezione dell'intestino crasso (o grande intestino); segue il cieco e il colon ascendente, mentre precede il colon discendente, il sigma e il retto. Il colon trasverso è anche la parte più alta del grande intestino.

Cause

Epigastralgia - Cause e Sintomi

Il dolore epigastrico è un sintomo, quindi la conseguenza di un determinato comportamento o di una specifica condizione morbosa.
Nella maggior parte dei casi, a provocarlo può essere:

  • Un pasto eccessivo. Ciò può comportare cattiva digestione (o dispepsia).
  • Bere bevande alcoliche mentre si pasteggia.
  • Consumare grandi quantità di cibi grassi o speziati.
  • La malattia da reflusso gastroesofageo. Consiste nell'eccessiva e cronica risalita, verso l'esofago, del contenuto acido dello stomaco (succhi gastrici). L'esofago è il canale che collega la bocca allo stomaco; la frequente presenza, al suo interno, di sostanze acide provenienti dallo stomaco ne infiamma le pareti mucose e, successivamente, ne determina il logoramento.
  • La presenza di gastrite. È l'infiammazione della parete gastrica, cioè della parete interna dello stomaco.
  • Una forma di intolleranza al lattosio. Il lattosio è lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati. L'intolleranza al lattosio è una condizione in cui il consumo di latte e suoi derivati provoca una reazione non allergica, caratterizzata da disturbi gastrointestinali come gonfiore, crampi e diarrea.
  • Lo stato di gravidanza. Nelle donne incinte, la comparsa di dolore epigastrico può essere dovuta a due ragioni: un rallentamento del processo digestivo, indotto dalle variazioni ormonali che caratterizzano la gestazione, oppure un'aumentata pressione a livello addominale da parte del feto in accrescimento.
  • L'assunzione di alcuni farmaci gastrolesivi, come per esempio i cosiddetti antinfiammatori non-steroidei (FANS). L'aspirina è un FANS che, tra i suoi effetti collaterali, presenta anche il dolore epigastrico.

CAUSE MENO COMUNI DI DOLORE EPIGASTRICO

Anche se più raramente, il dolore epigastrico può insorgere a causa di:

  • Esofago di Barrett. In chi ne è affetto, si innesca un processo particolare che induce la sostituzione del normale tessuto di rivestimento dell'esofago con un tessuto molto simile a quello che riveste il duodeno. L'esofago di Barrett predispone al tumore dell'esofago (o tumore esofageo).
  • Calcoli alle vie biliari (o calcoli della colecisti). Sono dei "sassolini" che si formano all'interno della colecisti (o cistifellea), un organo sacculare situato sotto il fegato e deputato a contenere la bile. La formazione dei calcoli alle vie biliari è dovuta alla precipitazione delle sostanze che costituiscono la bile (in particolare, colesterolo e pigmenti biliari).
    La bile è una sostanza prodotta dal fegato, che serve alla digestione e all'assorbimento dei grassi.
  • Ernia iatale. L'ernia iatale è la protrusione dello stomaco attraverso il cosiddetto iato diaframmatico esofageo, cioè il foro del diaframma in cui s'inserisce di norma l'esofago.
    Secondo una recente statistica, l'ernia iatale interesserebbe il 15% degli italiani.
  • Cancro del pancreas. È uno dei tumori maligni con la prognosi più infausta. Purtroppo, all'alta mortalità bisogna aggiungere anche la scarsa presenza di sintomi in fase iniziale, il che riduce fortemente le possibilità di una diagnosi precoce.
  • Pancreatite. È il termine medico che identifica l'infiammazione del pancreas. Esistono forme di pancreatite acuta e forme di pancreatite cronica.
  • Ulcera peptica o ulcera peptica perforata. Le ulcere peptiche sono piccole lesioni, ben localizzate, che interessano la mucosa dell'apparato digerente esposta all'azione dei succhi gastrici. Possono quindi avere varie sedi: stomaco (ulcera gastrica), duodeno (ulcera duodenale) e parte inferiore dell'esofago (ulcera esofagea).
    Le ulcere peptiche si definiscono perforate quando le lesioni che le caratterizzano sono molto profonde, tanto che vi è un coinvolgimento dei vasi sanguigni (emorragie).
  • Cancro allo stomaco. Nel 90% dei casi, il cancro allo stomaco (o tumore allo stomaco) origina dalle cellule mucosali che formano la parete interna dello stomaco e dalle ghiandole interposte tra le suddette cellule.
    Questa neoplasia maligna colpisce generalmente gli uomini di età superiore ai 55 anni, fumatori e con cattive abitudini alimentari (cibi affumicati, poca frutta e poca verdura).
  • Cancro all'esofago. Noto anche come tumore all'esofago, trae origine di solito dalle cellule che rivestono la superficie interna del condotto esofageo. È una neoplasia maligna molto aggressiva.

DOLORE EPIGASTRICO DI NATURA CARDIACA

Con all'incirca la stessa frequenza dei casi precedenti, il dolore epigastrico può essere connesso a problemi di natura cardiaca, in particolare all'angina pectoris e all'infarto del miocardio (o attacco di cuore).


Che cosa sono l'angina pectoris e l'infarto del miocardio?

L'angina pectoris è una sindrome caratterizzata principalmente da un dolore oppressivo e costrittivo al centro del petto. La sua comparsa è il risultato di una riduzione dell'apporto di sangue al cuore, rispetto a quanto necessario per la sua completa funzionalità. In genere, il ridotto afflusso di sangue al miocardio (cioè il muscolo del cuore) è da imputarsi a un processo di aterosclerosi che interessa le arterie coronarie.
L'angina pectoris è una condizione che si manifesta tipicamente sotto sforzo, quando, a fronte di un'aumentata richiesta di sangue da parte del cuore, non c'è un'adeguata risposta in termini di perfusione.
L'attacco di cuore, invece, è una condizione decisamente più grave dell'angina pectoris. In chi viene colpito da un infarto del miocardio, l'apporto di sangue al cuore si riduce al punto che una porzione più o meno estesa di muscolo cardiaco va incontro a necrosi (cioè a morte). Del resto, senza il giusto apporto sanguigno, mancano ossigeno e nutrienti, elementi fondamentali per la sopravvivenza di qualsiasi cellula del corpo.

Sintomi

Al dolore epigastrico, possono accompagnarsi altri sintomi. Tali manifestazioni dipendono dalla condizione morbosa di fondo, cioè dalla causa che ha scatenato la sensazione dolorosa.
Poiché in genere un dolore in regione epigastrica riflette la presenza di un problema gastrointestinale, i sintomi associati più comuni sono:

  • Dolore anche al resto dell'addome
  • Gonfiore o distensione addominale
  • Senso di vomito
  • Nausea con vomito o senza vomito
  • Bruciore allo stomaco e alla parte alta del torace
  • Costipazione
  • Diarrea
  • Flatulenza
  • Dolore vero e proprio nella parte alta del torace

QUANDO IL DOLORE È ASSOCIATO A PROBLEMI DI CUORE

Quando il dolore epigastrico è connesso a problemi di cuore, come angina pectoris o infarto del miocardio, i sintomi che possono accompagnare la sua presenza sono:

  • Dolore al petto di tipo costrittivo e oppressivo
  • Palpitazioni
  • Dolore diffuso anche alla spalla e al braccio sinistro
  • Problemi respiratori, tra cui dispnea (fiato corto), difficoltà di respiro profondo, rantolii durante la respirazione e senso di soffocamento
  • Vomito con sangue o sostanza di colore nero, tipo fondi di caffè

COMPLICAZIONI

A instaurare un determinato quadro di complicanze non è tanto il dolore epigastrico di per sé, quanto piuttosto le cause che ne hanno provocato la comparsa.
Per esempio, in caso di cancro allo stomaco, una possibile complicazione di questa patologia è la diffusione delle cellule tumorali negli organi adiacenti e la metastatizzazione (cioè il processo per cui le cellule neoplastiche diffondono in altri distretti del corpo, attraverso il circolo sanguigno).
Anche quando non è associato a patologie particolarmente gravi, un dolore epigastrico persistente può risultare molto fastidioso e condizionare il tenore di vita di chi ne è affetto.

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?

È bene rivolgersi a un medico, o recarsi al più vicino centro ospedaliero, se il dolore epigastrico è persistente, fastidioso e/o associato a sintomi che possono ricondursi a una qualche grave condizione morbosa.


Sintomi e segni in presenza dei quali si consiglia un consulto medico immediato.

  • Sensazione dolorosa di tipo costrittivo-oppressivo, che dall'epigastrio si diffonde a tutto il torace, alla spalla e al braccio.
  • Nausea con vomito.
  • Vomito con sangue o sostanza di colore nero.
  • Problemi respiratori.

Diagnosi

Per diagnosticare la condizione che sostiene un dolore epigastrico, i medici ricorrono innanzitutto a un esame obiettivo accurato. Durante tale valutazione, oltre a visitare il paziente, lo interrogano sulle caratteristiche della sintomatologia e sulla sua storia clinica.
Le domande più comuni - perché più importanti in termini di informazioni fornite - sono:

  • Quando è comparso il dolore epigastrico? Da quanto tempo è in atto la sensazione dolorosa?
  • Ci sono dei momenti della giornata in cui il dolore epigastrico è particolarmente severo?
  • Il paziente soffre di intolleranza al lattosio?
  • Il paziente soffre di problemi cardiaci, riconducibili ad angina pectoris o a infarto del miocardio?
  • Sono presenti altri sintomi o disturbi, oltre al dolore epigastrico?
  • Il paziente assume qualche medicinale particolare?
  • Dov'è la sede precisa del dolore?

Solo una volta concluso l'esame obiettivo, il medico decide se è il caso di procedere con test strumentali più specifici, come per esempio la gastroscopia, la radiografia del torace, l'elettrocardiogramma, la risonanza magnetica nucleare, la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), le analisi del sangue ecc.

Le patologie più gravi e dalla prognosi potenzialmente infausta, che determinano dolore epigastrico.

  • Cancro allo stomaco
  • Cancro all'esofago
  • Cancro del pancreas
  • Angina pectoris
  • Infarto del miocardio

Trattamento

Il trattamento terapeutico previsto in caso di dolore con sede epigastrica dipende dalle cause scatenanti. Perciò, è chiaro quanto importante sia una diagnosi corretta della patologia di fondo.
In linea generale, l'invasività della terapia è tanto più elevata, quanto più sono gravi (o diagnosticate in ritardo) le condizioni che portano alla comparsa del dolore epigastrico.


Quando il reflusso non ti fa respirare?

Sintomi dell'asma da reflusso La sintomatologia dell'asma da reflusso è la medesima dell'asma bronchiale, entrambe hanno la tendenza a concentrarsi nelle ore notturne, probabilmente per la posizione distesa. I sintomi principali sono: tosse; dispnea (difficoltà a respirare);

Quali sono i sintomi della gastrite nervosa?

La persona che presenta gastrite nervosa può quindi riferire sintomi quali:.
Mal di stomaco,.
Senso di oppressione, agitazione, crampi, nodi allo stomaco,.
Sensazione di nervosismo o di ansia,.
Tremori, contrazioni muscolari,.
Meteorismo,.
Sensazione di nausea o vomito,.
Indigestione o sensazione di pienezza quando si mangia,.

Quando preoccuparsi per il bruciore di stomaco?

Bruciore di stomaco: quando preoccuparsi? Il sintomo deve destare urgente attenzione quando è cronico o quando è accompagnato da uno o più dei seguenti sintomi: dolori intensi, difficoltà a ingoiare, nausea, vomito, difficoltà a parlare o respirare, sangue nel vomito o nelle feci.

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In questi casi il reflusso acido riesce a risalire verso l'alto fino a raggiungere la gola dove viene nebulizzato dall'aria respiriata. Queste minuscole goccioline attraverso l'inspirazione possono arrivare nei polmoni dove provocano problemi specifici come tosse e asma.

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